ENNESIMO PACCO DAL MONTEPACCHI - L'AUMENTO DI CAPITALE DI MPS PUO' SALIRE DA 3 A 5 MILIARDI. MA SI', 2 MILIARDI IN PIU' O IN MENO CHE DIFFERENZA FANNO?
Luca Fornovo per âLa Stampa'
Spunta l'opzione 5 miliardi di euro per Montepaschi di Siena. Secondo fonti finanziarie, i vertici della banca senese starebbero ragionando con le banche del consorzio di garanzia per portare da 3 a 5 miliardi il valore dell'aumento di capitale. L'incremento della ricapitalizzazione avrebbe più di una motivazione.
Intanto potrebbe permettere alla banca guidata dal presidente Alessandro Profumo e dall'ad Fabrizio Viola, di poter rimborsare come promesso al già Commissario europeo, Joaquin Almunia, entro fine 2014 i 3 miliardi di aiuti di Stato incassati grazie alla sottoscrizione dei Monti-bond.
In secondo luogo consentirebbe di avere maggiori risorse all'interno della banca e una maggiore patrimonializzazione, in vista anche dell'esito dell'asset quality review (si saprà a giugno) della Banca centrale europea e degli stress test che invece saranno condotti in autunno.
Terzo: secondo alcune banche del consorzio l'aumento anche se di una taglia più larga (5 miliardi) potrebbe riscontrare comunque un buon successo, visto il forte appetito dei fondi internazionali, soprattutto americani per i titoli della Borsa italiana. Negli ultimi mesi solo il fondo Usa BlackRock ha investito più di 20 miliardi nelle azioni di Piazza Affari.
Dal quartier generale di Rocca Salimbeni arriva un secco no comment, così come da altre banche impegnate nella maxi-operazione.
Ma secondo fonti finanziarie, l'opzione dei 5 miliardi di aumento sarebbe già al vaglio del consorzio di garanzia guidato da Ubs, al fianco di Citigroup, Goldman Sachs e Mediobanca.
A questi si aggiungono inoltre Barclays, BofA Merrill Lynch, Commerzbank, JpMorgan, Morgan Stanley e Societe Generale in qualità di joint bookrunners. L'ipotesi dell'aumento da 5 miliardi non è comunque semplice e rapida. Intanto dovrà incassare il via libera delle banche per passare all'attenzione del consiglio d'amministrazione di Mps e poi al vaglio dell'assemblea straordinaria degli azionisti.
E se così fosse la banca non andrebbe più sul mercato a raccogliere capitali a maggio ma più avanti, magari giugno. Sembra infatti da escludere, visti i tempi giuridici, che si possa integrare l'ordine del giorno dell'assemblea del 29 aprile, già convocata per approvare il bilancio e per varare una serie di modifiche dello statuto (tra cui quelle sulla rappresentanza delle quote rosa e degli indipendenti in Cda).
In attesa di vedere la reazione della Borsa a questa ipotesi, avanzata nelle scorse settimane da diversi osservatori come Davide Serra del fondo Algebris, bisognerà vedere come reagiranno i soci di Mps. Da poco più di una settimana la Fondazione guidata da Antonella Mansi è scesa al 2,5% di Mps, vendendo una quota del 6,5% a Fintech Advisory e Btg Pactual Europe, con cui ha siglato un patto parasociale sul 9% del capitale che garantisce ai pattisti di essere un nocciolo duro in vista della nomina del prossimo consiglio d'amministrazione (previsto per il 2015).
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