telco 1 telecomunicazioni

EPPUR MI SON SCORDATO DI TELCO - IL SETTORE DELLE TELECOMUNICAZIONI CONTINUA NEL SUO DECLINO SENZA FINE, CON UN ULTERIORE CALO DEI RICAVI ATTORNO AL 5% E PREZZI E TARIFFE IN DISCESA - LA CRISI STA COLPENDO SOPRATTUTTO I PIÙ GRANDI MENTRE LASCIA DEI MARGINI A CHI È SUL MERCATO CON STRUTTURE PIÙ SNELLE - L'ULTIMO TRENO PER IL SETTORE? PUNTARE SUL MONDO BUSINESS: DALLE GRANDI MULTINAZIONALI ALLE PMI. MA PER FARLO BISOGNA INVESTIRE...

Stefano Carli per “la Repubblica - Affari & Finanza

 

 

telecomunicazioni 8

Neanche il boom del digitale in Italia ha fermato il declino costante delle telco: i numeri aggregati del settore, così come emergono dai bilanci 2020 passati al setaccio dagli analisti che lavorano alla ricerca sulle telecomunicazioni che il Politecnico di Milano realizza annualmente per Asstel, parlano di un ulteriore calo dei ricavi attorno al 5%.

 

«Il settore dovrebbe essere sceso sotto la soglia dei 30 miliardi complessivi di ricavi, con un calo che peggiora anche quello del 2018 e del 2019. È ormai la conferma che di quella stabilizzazione che si era avuta nel settore fino al 2017 non c'è più traccia - spiega Marta Valsecchi, direttore della ricerca - Il livello della competizione è rimasto altissimo, specie nel mobile. E la conferma viene dal confronto europeo sull'andamento dei prezzi: come rileva Agcom, siamo il Paese dove negli ultimi 12 mesi prezzi e tariffe sono scesi di più: oltre il 5%».

 

telecomunicazioni 7

Neanche il confinamento a casa e lo smartworking hanno dunque sostenuto il core business delle reti di tlc, che in virtù, o meglio a causa, di tariffe flat sia nel mobile che nel fisso hanno visto esplodere il traffico dati sui loro cavi e sulle frequenze wireless ma senza incassare un euro in più. Anzi.

 

E infatti gli investimenti non hanno registrato il balzo che ci si sarebbe attesi. «Non abbiamo ancora dei dati precisi sui capex - spiega ancora Valsecchi - parliamo comunque di valori attorno ai 7 miliardi di euro come ormai da un po' di anni, ma è possibile ci sia una leggera riduzione rispetto ai valori del 2019, anche considerando che alcuni lavori infrastrutturali hanno subito ritardi per l'emergenza Covid».

 

telecomunicazioni 6

I numeri dunque non fanno che confermare l'allarme del settore, che pure si trova alla vigilia di una stagione di grandi investimenti: sia per le nuove reti mobili 5G, sia per i nuovi cablaggi in fibra, anche se in questo secondo caso l'onere degli investimenti ricade soprattutto sulle telco impegnate a posare i nuovi cavi in prima persona, ossia Tim e Fastweb, mentre le altre telco si affidano ai contratti con Open Fiber. Con ricavi e margini in calo costante diventa precario l'equilibrio finanziario stesso dei nuovi investimenti che vedono allungarsi i tempi di rientro.

 

telecomunicazioni 9

La situazione non è ovviamente uguale per tutti gli operatori. La crisi sta colpendo soprattutto i tre più grandi, ossia Tim, Vodafone e Wind3, mentre lascia ancora dei margini a chi è sul mercato con strutture più snelle, come Fastweb e soprattutto Iliad.

 

Tim ha visto i ricavi scendere tra l'8 e il 9% nei primi tre trimestri del 2020, soprattutto nel mobile, ma sembra poi essere riuscita a mettere un argine nel quarto, fermando il dato a un meno 2%, con la componente "fissa" che ha azzerato l'emorragia.

 

telecomunicazioni 5

E arrivano anche i primi segnali del cambio di rotta che vede ora Tim spingere di più sulla migrazione dalle vecchie reti Adsl alle nuove in banda ultralarga, i cui ricavi sono quasi triplicati in un anno (+172%).

 

Cambio di rotta che sarà ora ancora più evidente con l'avvio dell'attività di Fibercop, che ha la migrazione rame-fibra tra i suoi obiettivi espliciti.

 

Non diversamente Vodafone, che nel quarto trimestre dello scorso anno ha visto i ricavi italiani scendere del 7,8%, e Wind3 che a fine dicembre scorso ha dovuto registrare ricavi in calo del 4% ed ebitda del 5%. Meglio sono andate le cose a Fastweb, che ha gli stessi numeri di Wind3 ma di segno opposto: +4% i ricavi e +5% il margine lordo.

 

telecomunicazioni 3

E soprattutto a Iliad: il quarto operatore mobile voluto a tutti costi da Bruxelles per dire sì alla fusione Wind-H3g e che da tre anni si fa largo sul mercato a colpi di tariffe low cost. L'operatore mobile francese ha segnalato un quarto trimestre da record in Italia con un +25% di ricavi e un andamento simile (ma senza dare cifre) anche nel primo quarto di questo 2021.

 

telecomunicazioni 2

Da tutti questi numeri risulta chiaro che il settore è arrivato ormai a un punto di non ritorno. «La "race to bottom" dei prezzi, la guerra delle tariffe, insomma, non mi sembra destinata a finire presto. E questo vuol dire che le telco hanno dei margini di manovra stretti per uscire da questo stato di sofferenza. E sono il "consolidamento degli investimenti" e il potenziamento di nuove aree di business - è l'analisi di Marc Vos, managing director e senior partner di Boston Consulting Group -. Dopo l' operazione Inwit Tim e Vodafone condividono sulle torri gli apparati di radio access network, ossia l'hardware delle antenne. È la parte più capital intensive delle nuove reti mobili e questo vuol dire dimezzare il capex ma anche avere risparmi sui costi operativi tra il 25 e il 35%».

 

telecomunicazioni 4

Un "consolidamento degli investimenti" al posto del consolidamento vero e proprio, quello che la Commissione Ue tre anni fa rifiutò, può quindi essere una prima risposta sul versante del contenimento dei costi, ridando fiato a margini e cassa. Che torneranno utili fin da subito per gli effetti del riaffacciarsi dell'inflazione sui costi di apparati, reti di vendita e logistica che minacciano di dare un altro colpo ai bilanci delle telco.

 

telecomunicazioni 11

Ma la vera scommessa è di far tornare a crescere i ricavi. Si può fare riportando nelle reti un po' di quella intelligenza che le tech company hanno sottratto portandola nel software, nei terminali e nei server.

 

«Si chiama "network as a service" - spiega Vos -. Le applicazioni digitali di nuova generazione non hanno più bisogno di semplice connettività. La latenza, ossia i tempi di reazione, l'autenticazione degli utenti, la sicurezza. Sono ambiti in cui un gestore di rete può dire la sua offrendo una connettività su misura per ogni tipo di applicazione.

 

telecomunicazioni 10

Vodafone, per esempio ha stretto un accordo con una società di gaming con l'obiettivo di portare sul mercato nuovi giochi multiplayer da giocare online. Per cui serve una latenza piccolissima. Stessa cosa per i sistemi di pagamento: le telco devono pensare ad offrire sistemi di autenticazione e certificazione più elevati e calibrati su misura dei singoli clienti.

 

telecomunicazioni 1

Certo che tutto questo non si rivolge al mercato consumer ma a quello delle imprese. Insomma, una delle chiavi per tornare a veder crescere i ricavi è puntare sul mondo business: dalle grandi multinazionali alle pmi. Ma per farlo le telco dovranno investire. A partire dalle risorse umane, meno ingegneri di rete e più architetti digitali. E una nuova generazione di reti commerciali». Strada difficile ma percorribile.

 

Le telco la hanno già individuata in qualche modo e infatti nel 2019 i ricavi business hanno superato per la prima volta quelli consumer. Ma è solo l'inizio e ora questa tendenza va consolidata rapidamente se non si vuol perdere l'ultimo treno.

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…