alitalia

ETHIAD NEI GUAI E GLI ARABI STRINGONO IL CAPPIO SU ALITALIA – MANCA IL PIANO INDUSTRIALE DELLA COMPAGNIA ANCHE PER LE INCERTEZZE DEGLI EMIRATINI – CON LE DIMISSIONI DI JAMES HOGAN, MANCA STRATEGIA - L’AD CRAMER BALL CHIEDE SACRIFICI AI DIPENDENTI, E CALENDA ASPETTA …

 

Pietro Saccò per Avvenire

 

«I prossimi due mesi sono cruciali per Alitalia. È di vitale importanza che il personale della compagnia e i principali stakeholder, quali i partner commerciali, i fornitori e i sindacati, accettino e facciano propri i cambiamenti radicali di cui abbiamo bisogno. Solo così potremo ottenere un successivo e significativo finanziamento da parte degli azionisti, senza il quale Alitalia non avrà futuro».

 

cramer ball alitaliacramer ball alitalia

Parola dell' amministratore delegato Cramer Ball, che al termine della riunione del consiglio di amministrazione del 22 dicembre usava questi toni ultimativi per preparare il terreno alle trattative necessarie a salvare, ancora una volta, la nostra ex compagnia di bandiera. I due mesi sono quasi passati ma le trattative sul rilancio di Alitalia sono in stallo. Nessuno, al di là del Cda e delle società di consulenza coinvolte, ha potuto sapere che cosa c' è scritto di preciso nelle 158 pagine della "seconda fase del piano industriale" approvato appena prima di Natale.

cramer ball luca di montezemolocramer ball luca di montezemolo

 

Il progetto di rilancio che Alitalia aveva promesso di presentare a gennaio ancora latita, ma nel frattempo l'azienda è andata allo scontro con i sindacati. Ieri gli avvocati di Fit-Cisl, Filt-Cgil, Uiltrasporti e Ugl trasporto aereo le hanno inviato una diffida chiedendo il rispetto della contratto nazionale, che invece Alitalia considera scaduto, e quindi non più efficace, dal 1° di gennaio (con conseguente congelamento degli scatti contrattuali per i dipendenti).

 

carlo calenda matteo renzicarlo calenda matteo renzi

La settimana scorsa i sindacati hanno abbandonato la trattativa sul rinnovo del contratto nazionale, chiedendo un incontro al governo. Probabilmente saranno ricevuti questo giovedì, ma finché l' azienda non svela i suoi piani anche il governo non può fare molto. «Non ci sono state novità, andiamo a sentire i sindacati, nel frattempo immagino che la compagnia si stia predisponendo a presentarci il piano industriale» ammetteva venerdì Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico.

 

Il ritardo della presentazione del piano si spiega soprattutto con la fase di 'interregno' in cui è entrata Etihad. La compagnia di Abu Dhabi che dal 2014 controlla Alitalia con una quota del 49% a gennaio ha congedato James Hogan, il manager che negli ultimi dieci anni ha trasformato il piccolo vettore emiratino in un gruppo da più di 18 milioni di passeggeri che vola su 112 destinazioni.

 

James  Hogan James Hogan

È stato Hogan a scegliere una strategia di espansione e crescita attraverso l' acquisto di quote di compagnie internazionali. Non ha funzionato bene. I due investimenti maggiori, quelli per Air Berlin e Alitalia, sono andati malissimo. La compagnia tedesca, di cui Etihad ha il 29% dal 2012, ha perso più o meno un miliardo di euro in quattro anni e infatti lo scorso dicembre Hogan è stato costretto ad avviare la ritirata: ha prestato in leasing metà della flotta di Air Berlin a Lufthansa e iglobato le rotte turistiche in una joint vewnture con il tour operator tedesco Tui.

 

Thomas WinkelmannThomas Winkelmann

La guida del gruppo è appena stata affidata a Thomas Winkelmann, che arriva direttamente da Lufthansa, una specie di commissariamento. Difatti, dopo la resa, tra Etihad e Lufthansa si sta sviluppando un' interessante alleanza.

 

Alitalia per Etihad è stata una voragine anche peggiore di quella in cui si sono imbattuti in Germania: ha bruciato 580 milioni di euro nel 2014, 200 milioni nel 2015, altri 400 milioni di euro nel 2016. Gli emiri, che avevano investito 560 milioni di euro per l' aumento di capitale del 2014, hanno dovuto accollarsi altri 216 milioni di euro di debiti del vettore italiano a fine 2016. Serve una nuova via d' uscita, ma qui in Italia non c' è una Lufthansa che possa accompagnare gli emiri verso una ritirata dolce.

 

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…