john elkann exor

IL MIGLIOR BUSINESS? LA SALUTE! - EXOR, LA HOLDING CONTROLLATA DA JOHN ELKANN, HA INVESTITO QUASI UN MILIARDO DI EURO NEL GRUPPO FRANCESE INSTITUT MÉRIEUX E NELL’ITALIANO LIFENET HEALTCARE: IL PRIMO SI OCCUPA DI RICERCA FARMACEUTICA; IL SECONDO GESTISCE OSPEDALI E AMBULATORI - TRA SANITA’ E LUSSO (IL MARCHIO FERRARI E LA QUOTA DEL 24% NELLA CASA DI MODA FRANCESE CHRISTIAN LOUBOUTIN), ELKANN HA ARCHIVIATO IL VECCHIO BUSINESS DI FAMIGLIA, LE AUTO, E HA SFANCULATO L’ITALIA, VISTO CHE LA HOLDING SI E’ TRASFERITA NELLA BORSA DI AMSTERDAM, DOVE GIÀ ERANO STATE TRASLOCATE (PER RISPARMIARE SULLE TASSE) LA SEDE LEGALE E QUELLA FISCALE DEL GRUPPO…

JOHN ELKANN

Estratto dell’articolo di Enrico Mingori per Tpi - The Post internazionale

 

Scarpe da donna col tacco, oggetti di design, giornali, autobus condivisi. E ora anche ospedali, cliniche, laboratori di analisi e di ricerca. Sì, certo, ci sono anche le automobili attorno a cui è stato costruito l’impero di famiglia, ma quelle ormai sono solo un business fra i tanti, nella galassia degli investimenti targati Agnelli-Elkann. Il mantra adesso è diversificare. E monetizzare il più possibile.

 

Institut Merieux

L’ultima manovra è il recente sbarco nel settore sanitario: nei mesi scorsi Exor, la holding controllata dagli eredi della dinastia, ha investito complessivamente quasi un miliardo di euro nel gruppo francese Institut Mérieux e nell’italiano Lifenet Healtcare: il primo si occupa di ricerca farmaceutica, diagnostica clinica e sicurezza alimentare; il secondo gestisce ospedali e ambulatori. «Questo settore continuerà a espandersi nei prossimi decenni dovendo soddisfare le esigenze di popolazioni che invecchiano in tutto il mondo» e ciò «sta creando interessanti opportunità per impiegare capitali», ha scritto la scorsa settimana nella sua annuale lettera agli azionisti di Exor l’amministratore delegato John Elkann.

 

EXOR

[…] «Negli ultimi vent’anni – sottolinea – tutti i sottosettori sanitari hanno sovraperformato l’indice Msci World (che misura l’andamento dei mercati globali, ndr) in termini di rendimenti totali annualizzati». […] La prima operazione risale a un anno fa: alla fine di aprile 2022 Exor rileva il 44,7% di Lifenet Healtcare attraverso un aumento di capitale riservato da 67 milioni di euro. […] l’amministratore delegato del gruppo sanitario, Nicola Bedin. […] per dodici anni, dal 2005 al 2017, è stato alla guida del Gruppo ospedaliero San Donato, il gigante leader della sanità privata italiana, il cui gioiello è l’ospedale San Raffaele di Milano.

 

Lifenet Healthcare

Nel 2018 Bedin si dimette da amministratore delegato del San Donato per fondare Lifenet Healthcare: la holding oggi conta 1.500 dipendenti e gestisce una decina di strutture, tra ospedali e grandi ambulatori, in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Lazio. Ad affiancare Bedin nell’affare con gli Agnelli è stata Mediobanca, dove proprio il manager veneto aveva lavorato come giovane analista all’inizio degli anni Duemila.

 

[…] L’intesa prevede che Bedin resti amministratore delegato, mentre a Exor spetterà la presidenza, oltre a «un’adeguata rappresentanza nella governance della società». Circa due mesi dopo l’ingresso in Lifenet, il primo luglio 2022 la holding degli Agnelli ha annunciato di aver siglato una partnership «di lungo termine» con l’Institut Mérieux di Lione: in base all’accordo, Exor acquisirà il 10% del gruppo francese attraverso un aumento di capitale riservato da 833 milioni di euro. L’operazione sancisce un’alleanza non solo tra due soggetti economici, ma anche fra due famiglie imprenditoriali di tradizione ultrasecolare.

john elkann con la moglie lavinia borromeo e i figli a venezia foto chi 4

 

L’Institut Biologique Mérieux fu fondato nel 1897 (due anni prima della Fiat) dal capostipite della dinastia: Marcel Mérieux, allievo di Louis Pasteur, considerato il padre della microbiologia moderna. Per decenni – in particolare sotto la guida di Charles, figlio di Marcel – il gruppo lionese è stato tra i leader mondiali della vaccinazione per umani e animali, divisione che a partire dalla metà degli anni Novanta è stata progressivamente ceduta e oggi fa capo alla multinazionale Sanofi. Nel frattempo siamo arrivati alla quarta generazione Mérieux: alla guida della holding adesso ci sono il presidente Alain, figlio di Charles, e il vicepresidente Alexandre, figlio di Alain.

 

Lifenet Healthcare

L’Institut attualmente conta 22mila dipendenti in 45 Paesi del mondo per un fatturato che nel 2021 ha toccato i 4 miliardi di euro. Il gruppo è articolato in cinque società, ciascuna specializzata in un ramo specifico: diagnostica in vitro, sicurezza alimentare, immunoterapia, biotecnologie e investimenti in campo sanitario. Il fiore all’occhiello è BioMérieux, quotata in borsa e leader mondiale nella diagnostica clinica per le malattie infettive: nel marzo 2020 mise in produzione un test in grado di diagnosticare il Covid-19 entro 45 minuti, tempistica notevolmente bassa per quella primissima fase della pandemia.

 

ANDREA AGNELLI E JOHN ELKANN

Tuttavia nella storia della famiglia ci sono anche ombre: all’inizio degli anni Novanta l’Institut Mérieux ammise di aver venduto in Iraq alcuni lotti di emoderivati infetti che fecero ammalare di Aids circa un centinaio di persone. […] L’intesa prevede anche l’ingresso del cda francese dello stesso Elkann e del suo fidato manager Benoît Ribadeau Dumas (lo stesso che ha sostituito il dimissionario Andrea Agnelli nel board di Stellantis).

 

Ma le manovre di Exor nel settore della salute non finiscono qui. Attraverso il suo fondo di venture capital Exor Ventures, la holding sta investendo in startup sanitarie tra cui una – il cui nome non è stato svelato – che sta sperimentando i vaccini a mRna nelle terapie contro le malattie rare e i tumori e un’altra che sta sviluppando sistemi robotici per la produzione di massa di terapie specifiche per il paziente.

 

john elkann exor

[…] A favorire i nuovi investimenti della famiglia Agnelli ha concorso, nel 2022, la vendita ai francesi di Covea della compagnia assicurativa PartnerRe, che ha fruttato alla holding la bellezza di 8,6 miliardi di euro, di cui ben 2,4 di plusvalenza. La cessione ha fatto leggermente scendere il valore degli asset detenuti (da 31 a 28 miliardi di euro), ma ha anche consentito di ridurre l’indebitamento e di quasi triplicare l’utile della holding a quota 4,2 miliardi (rispetto agli 1,7 del 2021).

cnh industrial

 

In vista dell’assemblea dei soci, fissata per il 31 maggio, il consiglio d’amministrazione di Exor ha deliberato una proposta di dividendo da 100 milioni, pari a circa 0,44 euro per azione. Nel portafogli del gruppo la partecipazione economicamente più preziosa resta il pacchetto del 24% in Ferrari, che vale poco meno di 8,9 miliardi di euro, seguita dal 14% di Stellantis, valutato 5,9 miliardi, e dal 27% di Cnh Industrial, leggermente inferiore ai 5,5 miliardi.

 

christian louboutin 5

La fresca alleanza con l’Institut Mérieux si piazza al quarto posto, con un valore iscritto a bilancio di 848 milioni di euro al 31 dicembre scorso. La quota di controllo della Juventus (63%) corrisponde a 510 milioni, mentre in campo editoriale il 43% del magazine britannico The Economist vale da solo più del doppio dell’89% dell’intera galassia Gedi (370 milioni contro 167).

 

john elkann a venezia

Da segnalare anche l’investimento in Via Transportation, app newyorkese di mobilità condivisa che tramite un algoritmo fa incontrare in tempo reale più passeggeri che vanno nella stessa direzione, creando un servizio di autobus molto economico. Fra gli asset di Exor spicca poi la quota posseduta dal 2021 nella casa di moda francese Christian Louboutin, famosa in tutto il mondo per le scarpe da donna con tacco alto e suola rossa: il 24% in mano agli Agnelli vale 700 milioni di euro.

 

Proprio il fashion, o meglio il lusso, sta diventando l’architrave degli affari della dinastia. Alla partecipazione nella maison Louboutin va sommato il pacchetto di controllo del brand di design cinese Shang Xia, che pure dopo la pandemia non attraversa un momento facile (l’82% della società vale appena 67 milioni). Ma soprattutto in questo discorso è centrale il ruolo della Ferrari, che ormai da qualche anno non è più considerata solo un marchio automobilistico, bensì una griffe del settore luxury a 360 gradi, che firma anche orologi, penne, capi d’abbigliamento. È in quest’ottica che il Cavallino rampante è stato quotato sette anni fa a Piazza Affari e Wall Street.

Exor Elkann

 

A proposito di listini, il 2022 è stato l’anno in cui Exor ha reciso anche l’ultimo legame formale che aveva con l’Italia: ad agosto la holding ha abbandonato la Borsa di Milano per trasferirsi su quella di Amsterdam, città dove già erano state traslocate – per risparmiare sulle tasse – la sede legale e quella fiscale del gruppo. Sono lontani come non mai gli anni della Fiat, della Ifil e della finanziaria Ifi, quando il business degli Agnelli – Gianni e Umberto – era solo l’automotive, e con radici ben piantate a Torino.

 

john elkann su un trattore case new holland

Oggi la cassaforte di famiglia, Exor, è una holding straniera che contiene di tutto e di più. Nel 2003, alla morte dell’Avvocato, gli asset gestiti valevano complessivamente 1,2 miliardi di euro; vent’anni dopo il totale fa 28 miliardi. Miracoli dell’alta finanza globale. Quanto alla Fiat, l’azienda da cui tutto iniziò è ormai ridotta a essere solo un ramo, peraltro di certo uno dei meno redditizi, di una multinazionale – Stellantis – in cui a comandare sono i francesi di Peugeot. C’è una cosa, però, che in questi vent’anni non è mai cambiata: nelle fabbriche si va sempre avanti con la cassa integrazione. I tempi cambiano, ma certe vecchie abitudini restano.

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...