FACEBOOK ALZA LE MANI: NON SIAMO IN GRADO DI CONTROLLARE I CONTENUTI POSTATI. “SIAMO CRESCIUTI TROPPO IN FRETTA ED IN TROPPO POCO TEMPO” – INCHIESTA DEL “GUARDIAN” – I RESPONSABILI AMMETTONO: “NON RIUSCIAMO A CONTROLLARE I REVENGE PORNO”, I VIDEO HARD MESSI IN RETE DA EX FIDANZATI

 

Da Corriere della Sera

 

FOTO VIETNAM BAMBINAFOTO VIETNAM BAMBINA

Il «Guardian» rivela per la prima volta le regole e le linee guida segrete di Facebook. Dopo una lunga inchiesta il quotidiano britannico è entrato in possesso di un centinaio di manuali con le regole da rispettare e su come moderare argomenti come violenza, razzismo, terrorismo, odio e pornografia. Un’inchieste che «è destinata a gettare benzina sul fuoco del dibattito sul ruolo e la dimensione etica del gigante dei social media», che deve confrontarsi con una dura realtà provocata dal suo stesso gigantismo.

 

Troppo grande per essere più un semplice mezzo usato da singoli per restare in contatto, ha attualmente due miliardi di utenti. Somiglia più ad un megaeditore che non ad una semplice piazza virtuale, dove la gente si incontra per caso dopo anni e fa quattro chiacchiere. È fonte di notizie, è rete di scambi. Gestisce tanta parte delle novità che attraversano il mondo più avanzato. È, potenzialmente, un grande censore se non un Grande Fratello.

 

revenge pornrevenge porn

DECIDERE IN 10 SECONDI

Una fonte del quotidiano sostiene che «Facebook non è in grado di controllare i suoi contenuti, è cresciuto troppo in fretta, raggiungendo dimensioni enormi». Difficile per esempio reagire in casi come il cosiddetto «revenge porn» (cioè le persone lasciate che si vendicano postando immagini intime e personali per danneggiare l’ex partner): in molte situazioni occorre decidere se l’immagine è appropriata in meno di 10 secondi, vista la mole di lavoro per i moderatori.

 

VIOLENZE SUI BAMBINI

«Qualcuno spari a Donald Trump» è da cancellare, subito: il Presidente degli Stati Uniti ha più di 100.000 follower, quindi è una personalità pubblica e pertanto deve essere tutelato. Ma i video di morti violente basta segnalarli come urtanti, perché potenzialmente potrebbero persino essere utili ad un’indagine, o a una ricerca scientifica. E se il «revenge porn» è codificato in modo addirittura pedante, immagini di violenza sui bambini possono essere bloccate solo se a sfondo sessuale, o accompagnate da un contesto di sadismo.

TRUMP ZUCKERBERGTRUMP ZUCKERBERG

 

Il paradosso arriva con l’autorizzazione a far pubblicare immagini di aborti, basta che non contengano nudità. Questa una delle regole del decalogo, o meglio delle lunghe e articolate linee guida che Facebook ha introdotto da un anno a questa parte; da quando cioè si scatenarono le polemiche per la sua decisione di eliminare una delle foto più famose degli ultimi decenni: quella della bambina vietnamita che fuggiva nuda su una strada sterrata per salvarsi dal napalm degli americani. Motivo: era nuda, ed era una bambina. Ma era anche la più toccante immagine di guerra dello scorso secolo, insieme alla «Morte del miliziano» di Robert Capa.

 

«NASCOSTO AI MINORI»

l isis minaccia facebookl isis minaccia facebook

Non è solo questione di linguaggio, anche se può lasciare perplessi il fatto che frasi del genere «vaff... e muori» ricevono il bollino blu perché «rappresentano minacce generiche e non credibili». E nemmeno il fatto che lo stesso parametro possa essere usato nell’eventualità di istruzioni per uccidere un cane («per spezzargli il collo siate sicuri di esercitare tutta la pressione delle mani in mezzo alla gola»).

 

Nemmeno, infine, il fatto che «i video di morti violente di esseri umani sono urtanti ma possono contribuire a creare coscienza collettiva, come nel caso dei crimini di guerra: i minori hanno bisogno di essere difesi, ma gli adulti hanno bisogno di poter scegliere. Quindi si usi la dizione «nascosto ai minori» senza automaticamente cancellare». Un principio che pare valere, per estensione, per gli effetti delle azioni terroristiche e delle operazioni belliche.

 

CRESCIUTO IN FRETTA

Facebook, con queste regole, si trova ad affrontare un problema più profondo: «l’essere cresciuto troppo in troppo poco tempo, e pertanto non riesce a tenere sotto controllo i propri contenuti». È il motivo per cui all’inizio di maggio, in Gran Bretagna, un rapporto di Westminster puntava l’indice contro «i più grandi e i più ricchi tra i social media che vergognosamente continuano a non adottare azioni sufficienti per affrontare il flusso di contenuti illegali o pericolosi, per raggiungere standard socialmente appropriati e garantire la tutela degli utenti».

TIZIANA CANTONETIZIANA CANTONE

 

Il riferimento pare essere a quel padre che, in Thailandia, ha messo in rete le immagini del momento in cui uccideva suo figlio. Interpellate dal «Guardian», fonti di Facebook hanno risposto che esistono e vengono usati alcuni software per intercettare alcuni tipi di contenuto grafico prima che entrino nel circuito, ma che «si vuole che la gente sia messa in condizione di discutere gli avvenimenti attuali e globali, quindi talvolta ha la sua importanza il contesto in cui viene condivisa un’immagine violenta».

 

In termini pratici: dopo aver rimosso la foto della bambina vietnamita, nel capitolo dedicato alle rappresentazioni del «terrore della guerra» adesso sono accettate alcune «eccezioni di importanza informativa». Ma non si deve trattare di «nudità infantili nel contesto dell’Olocausto».

Ultimi Dagoreport

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. I TEMPI PER LA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA NON SOLO SI ALLUNGANO MA SI INGARBUGLIANO, E LA FORZATURA DEL BLITZ TRANSOCEANICO DI GIORGIA MELONI RISCHIA DI PEGGIORARE LE COSE – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…

cecilia sala donald trump elon musk ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - DAVVERO MELONI SI È SOBBARCATA 20 ORE DI VIAGGIO PER UNA CENETTA CON TRUMP, CON BLOOMBERG CHE SPARA LA NOTIZIA DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO CON “SPACE-X” DEL CARO AMICO ELON MUSK (ASSENTE)? NON SARÀ CHE L’INDISCREZIONE È STATA RESA PUBBLICA PER STENDERE UN VELO PIETOSO SUL FALLIMENTO DELLA DUCETTA SULLA QUESTIONE PRINCIPALE DELLA TRASVOLATA, IL CASO ABEDINI-SALA? - TRUMP, UNA VOLTA PRESIDENTE, ACCETTERÀ LA MANCATA ESTRADIZIONE DELLA ''SPIA'' IRANIANA? COSA CHIEDERÀ IN CAMBIO ALL’ITALIA? – DI SICURO I LEADER DI FRANCIA, GERMANIA, SPAGNA, POLONIA, URSULA COMPRESA, NON AVRANNO PER NULLA GRADITO LE PAROLE DI TRUMP: “GIORGIA HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA” - VIDEO