FIAT-O ALLE TROMBE: MARPIONNE E IL SINDACATO UAW FORSE VICINI ALL’ACCORDO PER CHRYSLER

Paolo Griseri per "La Repubblica"

Accordo o rottura, ma prima della sentenza del giudice del Delaware. Sergio Marchionne e Bob King hanno di fronte poche settimane, forse pochi giorni, per tentare la strada della mediazione sulla vendita delle azioni Chrysler al Lingotto, uno dei passaggi fondamentali di un complesso sistema di accordi che ieri il Wall Street Journal valutava «di ammontare complessivo intorno ai 20 miliardi di dollari».

Su tutta l'operazione pesa il giudizio del giudice del Delaware che in un giorno compreso tra oggi e la metà di luglio dovrà dare un valore a un piccolo pacchetto del 3,3 per cento di azioni Chrysler che il sindacato Uaw di King vorrebbe cedere a Fiat a un prezzo tre volte superiore a quello che offre Marchionne.

A cascata, la decisione del giudice finirebbe per dare un valore a tutto il pacchetto del 41,5 per cento di azioni Chrysler ancora in mano al sindacato di King. La decisione è attesa da sette mesi.

Alcuni degli osservatori americani ritengono che la dilazione dei tempi sia in realtà una scelta del giudice per favorire un accordo tra le parti prima della sentenza. E' noto che secondo il Lingotto il pacchetto del 41,5 per cento di azioni dovrebbe valere 1,8 miliardi di dollari, mentre per il sindacato dovrebbe avere un valore superiore ai 4 miliardi.

Bob King, in questi giorni in Italia, ha sempre ufficialmente evitato l'argomento. Ma non ha escluso che si lavori proprio a una mediazione prima della sentenza. Anche perché il sindacato deve monetizzare al meglio il valore del pacchetto di azioni, ma deve anche mantenere buoni rapporti con Marchionne una volta emessa la sentenza.

Una conclusione traumatica in tribunale, sfavorevole al Lingotto sul valore delle azioni Chrysler, favorirebbe probabilmente i pensionati assistiti dal fondo Veba ma alla lunga potrebbe incrinare i rapporti tra azienda a sindacato nelle fabbriche americane. In teoria il punto di incontro tra le due valutazioni sarebbe intorno ai 3 miliardi di dollari e alla fine la mediazione non dovrebbe scostarsi troppo da quella cifra. Se il sindacato accetterà un valore più basso, probabilmente otterrà contropartite non finanziarie, come impegni dell'azienda sulla saturazione degli impianti negli Usa.

I report di JP Morgan ipotizzano che, se Marchionne utilizzasse la liquidità del gruppo per pagare quegli ipotetici tre miliardi, andrebbe incontro a un downgrade che lo costringerebbe a ricorrere ad altri prestiti. Per questo, secondo il Wall Street Journal, si sarebbe già fatto avanti un drappello di banche disposte a finanziare l'acquisto delle azioni consentendo a Marchionne di non intaccare l'attuale liquidità. L'ad di Detroit restituirebbe poi il prestito grazie all'aumento di valore generato dell'Ipo della nuova società nata dalla fusione tra Fiat e Chrysler.

Per chiudere il cerchio, aggiunge il Wsj, Marchionne dovrebbe rinegoziare una serie
di accordi che risalgono all'epoca del fallimento pilotato e le linee di credito accese due anni fa per restituire il prestito al Tesoro americano. Un complesso di accordi che, appunto, ammonterebbe a circa 20 miliardi di dollari, equivalenti all'attuale liquidità del gruppo Fiat-Chrysler.

 

SPOT FIAT-CHRYSLERFIAT CHRYSLER Marchionne e Obama nella fabbrica Chrysler L AVVOCATO THOMAS E. LAURIA (FIAT-CHRYSLER)Olivier Francois presenta la Chrysler SRT

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - MELONI, CHE JELLA: HA ASPETTATO SETTIMANE PER UN INCONTRO CON TRUMP E NON APPENA GLIELO CONCEDE, IL "DAZISTA" DELLA CASA BIANCA PRIMA SE NE ESCE CON LA TRUCIDA FRASE: “QUESTI PAESI CI CHIAMANO PER BACIARMI IL CULO”, ED OGGI RINCULA COME UN SOMARO SPOSTANDO DI 90 GIORNI L'APPLICAZIONI DEI DAZI (CINA ESCLUSA) – A QUESTO PUNTO, QUALI RISULTATI POTRA' OTTENERE DAL VIAGGIO IN AMERICA? 1) UN TRATTAMENTO “ALLA ZELENSKY” E UN NULLA DI FATTO; 2) UNA PROPOSTA IRRICEVIBILE DI DAZI AL 10% SOLO PER L’ITALIA; 3) TRUMP, DI COLPO RINSAVITO, SFRUTTA L’OPPORTUNITÀ DEL BACIO DI PANTOFOLA DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' PER APRIRE UNA TRATTATIVA CON L’UNIONE EUROPEA. BUM! PER LA DUCETTA SAREBBE LO SCENARIO DEI SOGNI: ALLA FACCIA DI URSULA-MACRON-MERZ POTREBBE VENDERSI COME “SUO” IL MERITO DI AVER FATTO RINSAVIRE "LO SCEMO DEL VILLAGGIO GLOBALE"...

jerome powell donald trump

DAGOREPORT – CHE FARÀ IL PRESIDENTE DELLA BANCA CENTRALE AMERICANA, JEROME POWELL? AL GROTTESCO RINCULO TRUMPIANO DI 90 GIORNI SUI DAZI AVRA' CONTRIBUITO, OLTRE AI MERCATI IN RIVOLTA, L'AVANZARE DI UNA FRONDA REPUBBLICANA  CONTRO IL TYCOON GUIDATA DAL SENATORE RAND PAUL (ORA SONO NOVE) - UNA FRONDA CHE, AGGIUNTA AL VOTO DEI DEM, POTREBBE ANCHE METTERE TRUMP IN MINORANZA AL CONGRESSO - SE IL TRACOLLO DELL’ECONOMIA A STELLE E STRISCE DIVENTERA' INGESTIBILE, L'ARMA FINALE E' L'IMPEACHMENT DEL CALIGOLA PER MALGOVERNO AI DANNI DEGLI STATI UNITI...

donald trump pam bondi laura loomer

FLASH – PAM! PAM! TRUMP FARA' LA FINE DI CLINTON CON MONICA INGINOCCHIATA?NEGLI STATES SI VOCIFERA MOLTO SULLA STRETTA VICINANZA TRA TRUMP E LA CURVACEA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, PAM BONDIUNA STIMA PARTICOLARE, COME QUELLA RIPOSTA IN PASSATO NELL’ATTIVISTA “MAGA” LAURA LOOMER. SI SPIEGHEREBBE COSÌ L’ASCENDENTE CHE LE DUE DONNE HANNO SUL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO: SE BONDI IMPERVERSA SULLE TV AMERICANE, LOOMER È TALMENTE POTENTE DA AVER CONVINTO IL PRESIDENTE DEMENTE A CACCIARE IL CAPO DEI SERVIZI SEGRETI NSA, TIMOTHY HAUGH – L’ONNIPRESENZA DELLE DUE BOMBASTICHE ERINNI HA SPINTO MELANIA A PRENDERE LE DISTANZE DALLO STUDIO OVALE…

xi jinping donald trump usa cina

CHE FIGURA DI MERDA COLOSSALE PER DONALD TRUMP: A UNA SETTIMANA DALL'INTRODUZIONE DEI DAZI RECIPROCI CONTRO TUTTI I PAESI DEL MONDO, È COSTRETTO A RINCULARE E ANNUNCIA  UNO STOP DI 90 GIORNI ALLE TARIFFE, "TRANNE CHE PER LA CINA" (LE INDISCREZIONI CHE LUNEDÌ AVEVANO FATTO SPERARE LE BORSE ERANO VERE) - IL COWBOY COATTO DELLA CASA BIANCA, DOPO ESSERSI VANTATO CHE GLI ALTRI LEADER LO STESSERO CHIAMANDO PER "BACIARGLI IL CULO", SE L'È FATTA SOTTO DI FRONTE AL TRACOLLO DEI MERCATI, CHE HANNO BRUCIATO 10MILA MILIARDI DI DOLLARI. SOPRATTUTTO, SI È TERRORIZZATO QUANDO HA VISTO I TITOLI DI STATO AMERICANI DIVENTARE SPAZZATURA (IERI UN'ASTA DA 58 MILIARDI DI DOLLARI DI BOND TRENTENNALI È ANDATA QUASI DESERTA)  - PECHINO NON ABBOCCA ALLE MINACCE DEL TYCOON PERCHÉ HA LA FORZA DI RISPONDERE: GRAZIE AL PETROLIO IRANIANO E AL GAS RUSSO, POTREBBE PERSINO TRASFORMARE IN “AUTARCHICA” LA SUA ECONOMIA. E HA IN MANO L'ARMA DA FINE DEL MONDO: HA IN TASCA 759 MILIARDI DI DEBITO PUBBLICO AMERICANO - LA BORSA DI NEW YORK FESTEGGIA