POSTA TELECOM? SARMI “PUNTA” ALLA POLTRONA DI BERNABE’ E SPERA IN GIANNI LETTA

Fabio Tamburini per "Corriere Economia - Corriere della Sera"

Speriamo di guadagnarci un posto in Paradiso». Con questa battuta scherzosa l'amministratore delegato di Poste italiane, Massimo Sarmi, di solito assai serio e compassato, amava commentare gli stretti rapporti con il cardinale Tarcisio Bertone, che aveva modo di frequentare in quanto gli aerei del servizio postale venivano saturati con il trasporto di pellegrini.

Nell'attesa di verificare se andrà davvero così, il cattolicissimo Sarmi potrebbe festeggiare il ritorno alla guida di Telecom. Alcuni consiglieri erano pronti al blitz nel consiglio di amministrazione d'inizio agosto, con relativa sostituzione dell'amministratore delegato Franco Bernabè.

Poi un vero colpo di scena ha contribuito in misura decisiva a sospendere l'operazione: l'accusa per insider trading al consigliere Elio Catania, indagato dalla Procura della Repubblica di Roma con tanto di perquisizione da parte della Guardia di finanza alla vigilia del consiglio. E ora tutto dipende dai nuovi assetti azionari in arrivo per Telecom e per la cassaforte Telco (di cui sono azionisti gli spagnoli di Telefonica, Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo).

Percorsi
Sarmi di Marcenise, una cittadina sul lago di Garda, 65 anni, carattere chiuso e un pò introverso, soprannominato dai suoi collaboratori «lo studente» per l'attenzione con cui legge ogni rapporto o documento, è una vecchia conoscenza del mondo delle telecomunicazioni, in cui ha mosso i primi passi, dopo essere stato ingegnere nell'aeronautica militare.

Una scalata cominciata, e proseguita per lungo tempo, grazie alle relazioni con un grande vecchio della Stet, cioè dell'era Telecom prima della privatizzazione: Ernesto Pascale, che ancora oggi una larga fetta dei dipendenti rimpiange perché rappresenta il simbolo della società, all'epoca, rappresentava un punto di forza del sistema Iri e del Paese.

Proprio Pascale affidò a Sarmi un primo, delicato incarico: la direzione degli acquisti, centro di straordinario potere, la cui gestione richiedeva un mandato fiduciario e, tra l'altro, la capacità di controllare l'onda d'urto della politica. In quegli anni Sarmi si guadagnò la stima di Pascale, a cui rimase legato accompagnandolo anche in punto di morte. Dopo la responsabilità degli acquisti il passaggio successivo fu al vertice della nascente telefonia mobile come direttore generale, con Vito Gamberale amministratore delegato. Un rapporto non facile per via dei caratteri opposti.

Sarmi è prudente, riflessivo, attento agli equilibri quanto Gamberale è abituato a puntare gli obiettivi con determinazione da irruente lottatore. Gamberale al momento della privatizzazione che portò Telecom sotto il comando di Roberto Colaninno era già uscito di scena, mentre Sarmi capì che per lui non c'era più posto e la stella di Pascale contribuì a guidarlo verso un doppio incarico di peso: amministratore delegato e direttore generale di Siemens Italia, fornitore tradizionale delle tlc italiane.

Per il gruppo tedesco era l'uomo giusto al posto giusto, che portava in dote un network di rapporti importante. Così Sarmi si ritrovò a trascorrere sei mesi in Germania. Poi, rientrò in Italia e cominciò una esperienza durata due anni. Fino a quando Corrado Passera lasciò l'incarico di amministratore delegato delle Poste italiane e gli subentrò Sarmi grazie all'intervento secco di Gianfranco Fini, all'epoca vice presidente del consiglio e all'apice del successo, che non lasciò spazio ad altre candidature.

Affinità
Il passaggio delle consegne con Passera non risultò fluido anche se, essendo entrambi uomini di mondo, venne evitato ogni conflitto. L'appoggio di Fini ha ragioni di affinità ideologica, come confermano le relazioni di Sarmi con altri esponenti della destra, a partire da quelle con Maurizio Gasparri (in passato ministro delle Telecomunicazioni e attualmente vice presidente del Senato).

Ma Sarmi, molto attento alle relazioni sindacali, in particolare con la Cisl, ha spiccate caratteristiche bipartisan, a volte poco gradite dagli interlocutori che lo vorrebbero più schierato senza se e senza ma.

Resta il fatto che la sua permanenza alla guida delle Poste è da record: oltre 10 anni, tre volte riconfermato. E che nello scenario di un settore che vede le aziende postali europee in difficoltà (più o meno gravi), Poste italiane se la cava piuttosto bene, soprattutto grazie all'apertura verso le telecomunicazioni.

Lo confermano sia i numeri di Poste mobile, 3 milioni di sim vendute in cinque anni, sia la centrale operativa per il controllo in tempo reale di ogni servizio. Detto ciò il futuro di Sarmi è nelle mani degli azionisti di Telco e di un suo estimatore: Gianni Letta.

 

MASSIMO SARMI ELKANN PROFUMO E DIETRO MASSIMO SARMI E CORRADO CALABRO LA CONDANNA DI BERLUSCONI PELLEGRINAGGIO A PALAZZO GRAZIOLI GIANNI LETTA TARCISIO BERTONE A CASA ANDREOTTI CARDINALE TARCISIO BERTONE TRACY ROBERTS ELIO CATANIA LUDOVICA PURINI ROSSI VITO GAMBERALE jpegMaurizio Gasparri e Manuela Repetti

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?