
“CALTA” CANTA – FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE AFFILA LE ARMI IN VISTA DELLA GRANDE BATTAGLIA DI MEDIOBANCA: È SALITO SOPRA IL 9% DEL MONTE DEI PASCHI DI SIENA, RISPETTO ALL’8 PRECEDENTEMENTE IPOTIZZATO – GLI AZIONISTI DI MPS FAVOREVOLI ALL’AUMENTO DI CAPITALE NECESSARIO A FINANZIARE L’OFFERTA SU PIAZZETTA CUCCIA SONO VICINI AL 45% DEL CAPITALE: CON IL 70% DEI SOCI PRESENTE IN ASSEMBLEA, ALL’AD DI MPS LUIGI LOVAGLIO BASTEREBBE UN 50% DEI SÌ PER OTTENERE IL VIA LIBERA
Estratto dell’articolo di Carlotta Scozzari per “la Repubblica”
L’assemblea di Mps del 17 aprile si avvicina a grandi passi e i soci si dividono in due fazioni, anche in base alle differenti raccomandazioni dei consulenti. Da una parte, chi sostiene l’aumento di capitale necessario a finanziare l’offerta pubblica di scambio (Ops) su Mediobanca, come raccomandato dal proxy advisor Glass Lewis. Dall’altra chi si esprimerà contro l’operazione, come consigliato da Iss.
L’ultimo a scoprire le carte è stato il fondo sovrano norvegese Norges Bank, al 2,6% di Rocca Salimbeni secondo la fotografia più aggiornata, che ha fatto sapere che voterà per l’aumento di capitale. Nello stesso tempo, il gruppo Caltagirone è salito sopra il 9% rispetto all’8% circa in precedenza ipotizzato (e al 5% indicato sul sito di Mps).
In questo modo, gli azionisti intenzionati a esprimersi a favore dell’aumento, e quindi l’offerta su Piazzetta Cuccia, si portano vicini al 45% del capitale: oltre a Caltagirone, ci sono la Delfin della famiglia Del Vecchio al 9,78 per cento, il Tesoro all’11,73, il fondo Algebris di Davide Serra secondo indiscrezioni tra l’1 e il 2, Pimco con l’1,5, le Fondazioni insieme all’1,5, le casse Enpam ed Enasarco tra il 4 e il 5% e da ieri il fondo sovrano norvegese con il 2,6 per cento.
A questo pacchetto dovrebbe poi aggiungersi il 5% di Banco Bpm più il 4% della sua nuova controllata Anima. Un 9% complessivo in relazione al quale, secondo fonti finanziarie, il governo avrebbe da settimane esercitato la sua moral suasion per ottenere il sostegno alla delibera necessaria a sbloccare l’Ops che dovrebbe partire a giugno in Borsa.
LUIGI LOVAGLIO - FOTO LAPRESSE
Martedì si terrà un consiglio di amministrazione di Banco Bpm per decidere il da farsi. In caso di voto a favore, al momento probabile, la delibera chiave dell’assemblea di giovedì potrebbe contare su più della metà del capitale totale. Per approvare la delega all’aumento, essendo una delibera “straordinaria”, servono i due terzi del capitale presente.
Fonti finanziarie senesi si aspettano che partecipi all’assise circa il 70% dei soci, più del 52,29% di un anno fa (mancavano i grandi azionisti privati) ma meno che nel 2023, quando il Tesoro con il suo 82,43% gonfiò l’affluenza.
Con un 70% presente, all’ad di Mps Luigi Lovaglio basterebbe un 50% dei sì per ottenere il via libera all’aumento. C’è poi una pattuglia di fondi con quote più piccole che appare schierata in prevalenza contro l’operazione: New York City Comptroller, Florida State Board of Administration, Calvert, Cpp Investments. Mentre il fondo pensione California State Teachers Retirement System voterà per l’aumento.
FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE - FRANCESCO MILLERI
Non vanno poi dimenticati gli oltre 100 mila piccoli soci di Mps, che […] non sono stati ufficialmente sollecitati nel voto dalla banca. Per questo è presumibile che il loro voto si polverizzi in modo sparso […].
francesco gaetano caltagirone
RISIKO BANCARIO - BANCO BPM - MONTE DEI PASCHI DI SIENA - MEDIOBANCA
GLI INTRECCI TRA DELFIN E CALTAGIRONE