QUESTA GIUSTIZIA LUMACA NON È A MISURA DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE – IL GARANTE DELLA PRIVACY HA INFLITTO UNA SANZIONE DI 15 MILIONI DI EURO A OPEN AI PER VIOLAZIONE DEL REGOLAMENTO EUROPEO DELLA PRIVACY DELLA SUA CHATGPT – PECCATO CHE L’ISTRUTTORIA NEI CONFRONTI DEL COLOSSO DELL’IA FOSSE STATA APERTA NEL MARZO 2023: SONO SERVITI UN ANNO E NOVE MESI PER ARRIVARE ALLA SANZIONE (MENTRE LA TECNOLOGIA VIAGGIA A TUTT’ALTRA VELOCITA’...)
Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per “la Repubblica”
Il nostro Garante per la Privacy chiude i conti con OpenAI e la sua ChatGPT, superstar dell’Intelligenza artificiale, comminandole una sanzione da 15 milioni di euro. La vicenda è quella aperta a marzo 2023, quando ChatGPT aveva appena fatto il debutto e la nostra Autorità fu la prima al mondo ad accusarla di violare le norme sulla privacy, spingendo OpenAI a spegnere il servizio in Italia.
Dopo un mese e l’adozione delle misure prescritte, come informative e verifica dell’età, ChatGPT fu riacceso. La multa di oggi, chiusa l’istruttoria, riguarda dunque violazioni lontane ed esaurite, mentre i temi ancora aperti - come la base giuridica per l’utilizzo dei dati personali - “passano” al Garante irlandese, Paese dove nel frattempo OpenAI ha stabilito la sede europea.
La società giudica sproporzionata la sanzione e farà ricorso. Anche se il problema sollevato dalla nostra Autorità è reale, la sproporzione vera è quella tra lentezza dei regolatori e velocità della tecnologia, anni luce più avanti. Se l’Europa vuole orientare in modo efficace lo sviluppo dell’AI, tutelando i diritti senza creare incertezze, serve un approccio nuovo.