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GLI SQUALI DELLE BORSE ASPETTANO LA PASTURA DELLA FED - TUTTI SCOMMETTONO SU UN AUMENTO DEI TASSI USA - IL PROBLEMA E': QUANDO? PRIMA O DOPO LE ELEZIONI AMERICANE? LE BORSE SI SGONFIANO E LA SPECULAZIONE ASPETTA I SALDI

 

Ugo Bertone per “Libero Quotidiano

 

DRAGHI YELLEN CONTANTIDRAGHI YELLEN CONTANTI

L' estate è proprio finita, ci avverte la banca centrale Usa. E i mercati obbediscono come tanti scolaretti il primo giorno di scuola. Scendono a rotta di collo le Borse europee, così come quelle asiatiche dopo le parole di venerdì pronunciate da Eric Rosengren e ieri da Dennis Lockhart, due collaboratori del presidente Janet Yellen che non fanno mistero di ritenere urgente un aumento del costo del denaro.

 

Poi, la frana perde velocità quando i terminali delle agenzie di stampa riportano le parole di un altro banchiere centrale, Neel Kashkari: «Non c' è alcuna fretta», spiega il numero uno della Fed di Minneapolis, che ci obblighi ad agire già il 21 settembre. Rallentano così le vendite sia a Wall Street che in Europa.

 

Piazza Affari, già vicina al collasso, riduce il ribasso (-1,8% in chiusura dopo aver perso fino al 3%). Infine, a Borse europee chiuse, tutti a seguire Lael Brainard, stretta collaboratrice della Yellen; sarà lei (forse) a dirci se le Borse sono destinate ad una correzione. Una sorta di show a puntate o, se preferite, di video gioco in cui il valore dei titoli sale e scende come tanti birilli.

 

euro sotto il materassoeuro sotto il materasso

Ma dall' andamento di quel gioco dipendono tante cose: il costo del debito pubblico, ad esempio, così come la possibilità delle banche italiane di attrarre l' interesse degli investitori. Per non parlare dell' andamento delle valute o del petrolio, in stretta relazione con le decisioni che verranno prese a Washington. Ma quali decisioni?


- È possibile, non probabile, che la banca decida di aumentare i tassi di un quarto di punto già il 21 settembre, Oppure che scelga di rinviare l' operazione di un mese o voglia attendere dicembre. Il messaggio della banca centrale Usa, però, è preciso: i tassi americani devono salire.


-Il primo effetto di questo clima, come è già avvenuto in passato, sarà quello di sgonfiare i prezzi delle Borse che, nonostante la crescita non decolli, viaggiano sui massimi (ma non in Italia).

CATTELAN PIAZZA AFFARI BORSA MILANOCATTELAN PIAZZA AFFARI BORSA MILANO


Facile che sia proprio questo uno degli obiettivi perseguiti dalla banca centrale, preoccupata che la ripresa dell' inflazione negli Stati Uniti non si traduca in una corsa a Wall Street favorita dal costo del denaro ai minimi. Pesa anche il rischio di nuove bolle rese possibili dal fiume di liquidità in circolazione. Inquieta in particolare l' esplosione della speculazione sui titoli del debito tedeschi e giapponesi, i più colpiti dal fenomeno dei rendimenti negativi.


-Più di tutto, forse, conta però la voglia di dimostrare che la Fed ha il controllo della situazione, senza dover attendere la ripresa di Europa e Giappone, alle prese con una congiuntura debole che non mostra segni di grande miglioramento: l' America non aspetterà che il Vecchio Continente realizzi finalmente quelle riforme (vedi il risanamento delle banche ad esempio) che gli States hanno realizzato sette anni fa.

BERNANKE YELLEN OBAMABERNANKE YELLEN OBAMA


-Il cambio di passo degli Stati Uniti, qualunque sia la decisione del 21 settembre, coincide con una fase di particolare debolezza per la finanza italiana. Non a caso ieri la Borsa di Milano, ha guidato i ribassi assieme a Madrid mentre le altre piazze hanno perduto, alla fine, tra l' 1,2% di Londra e l' 1,5 di Francoforte.


-Sotto tiro sono finite le banche, a partire da Unicredit e Monte Paschi, ovvero i due istituti che dovranno proporre ai mercati internazionali operazioni sul capitale che appaiono sempre più complesse: gli hedge fund aspettano fiduciosi la stagione dei saldi in Borsa voluta dalla Fed.

 

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