diritti tv

LA GRANDE BATTAGLIA DEI DIRITTI TV - I FONDI DANNO SCACCO MATTO A LOTITO, RIMASTO SOLO INSIEME A DE LAURENTIIS AD OSTEGGIARE L’INGRESSO DEGLI OPERATORI DI PRIVATE EQUITY NEL CAPITALE DI LEGA SERVIZI, LA SOCIETÀ STRUMENTALE DELLA LEGA CALCIO CHE FRA L’ALTRO GESTIRÀ I DIRITTI TV - L’ALLEANZA TRA “ADVENT” E “CVC”, IL RUOLO DI “BAIN CAPITAL” - L'ASSEMBLEA DELLA LEGA SI DOVREBBE TENERE IL 2 SETTEMBRE PER DECIDERE L'OFFERTA MIGLIORE

lotito de laurentiis

1 - DAGONEWS

I fondi muovono e danno scacco matto a Lotito, rimasto ormai da solo insieme al presidente del Napoli De Laurentiis ad osteggiare l’ingresso degli operatori di private equity nel capitale di Lega Servizi, la società strumentale della Lega Calcio che fra l’altro gestirà i diritti TV. L’alleanza fra due dei maggiori fondi internazionali con grande esperienza nello sport come Advent e Cvc, unita a uno dei principali private equity italiani, la FSI di Maurizio Tamagnini, che garantisce comprensione del paese e del sistema calcio, rappresenta infatti un’offerta che difficilmente potrà essere bocciata quando la Lega si riunirà per votare il 2 settembre.

 

Maurizio Tamagnini

Lazard, advisor di Lega in questa operazione, si aspetta anche l’offerta di Bain Capital oltre a proposte diverse, tipo cartolarizzazione, fatte da Fortress, vicina a Lotito, mentre anche Marco Bogarelli, ex patron di Infront, sta provando a rientrare in partita. I fondi di private equity promettono di raddoppiare il fatturato della Lega Calcio con le squadre che, mai come in tempo di Covid, hanno bisogno di soldi. Un progetto fortemente voluto dal Presidente della Serie A, Paolo dal Pino, che a causa di questa idea si è scontrato con il suo grande elettore, quel Claudio Lotito che forse per la prima volta andrà incontro a una sconfitta nella Lega. Lo si scoprirà a inizio settembre.

 

2 - CALCIO, MAXI CORDATA TRA FONDI AL VIA PER CONQUISTARE I DIRITTI TV DI SERIE A

Andrea Biondi e Carlo Festa per il “Sole 24 Ore”

MARCO BOGARELLI

 

Si forma una super-cordata tra alcuni dei maggiori operatori di private equity internazionali per conquistare una quota di minoranza nella «media company» dei diritti tv della Serie A di calcio. Secondo indiscrezioni, il gruppo finanziario britannico Cvc si sarebbe infatti alleato con un altro gigante del settore, cioè Advent, che a propria volta era già in cordata sul dossier con il gruppo italiano Fsi.

 

Cvc, che in Italia è guidato dal managing partner Giampiero Mazza, è il primo operatore che già due mesi fa si è fatto avanti per presentare un progetto alla Lega Serie A presieduta da Paolo Dal Pino in modo da riuscire a valorizzare nel migliore dei modi i diritti delle partite del massimo campionato italiano. In luglio Cvc è stato l'unico soggetto a presentare un'offerta vincolante, in competizione con altri private equity: in corsa erano infatti Bain Capital e il consorzio formato da Advent e Fsi, che a questo punto ha deciso di allearsi proprio con Cvc.

cvc capital partners

 

La nuova scadenza decisa per offerte definitive dalla Confindustria del pallone è ora il prossimo 25 agosto. Per quella data i presidenti delle 20 squadre della Serie A avranno sul tavolo dei loro advisor, Lazard e l'avvocato Francesco Gianni, tutto il ventaglio di opportunità individuate per valorizzare al meglio i diritti tv del calcio italiano. Le nuove offerte dei private equity potrebbero valorizzare l'intera media company circa 15 miliardi di euro. In gioco ci potrebbe essere una minoranza attorno al 10-15%.

 

È probabile che la costituzione di una cordata fra tre operatori finanziari così sinergici possa meglio focalizzare i consensi dai presidenti dei club, che a questo punto avranno la possibilità di non disperdere i loro voti (nell'assemblea che si dovrebbe tenere il prossimo 2 settembre).

 

diritti tv

La cordata fra Cvc, Advent e Fsi, che ha come advisor Rothschild, sembra a questo punto favorita rispetto a Bain Capital (affiancato dagli advisor Mediobanca e Nomura), l'altro soggetto in gara che - per avere la meglio - dovrebbe mettere sul tavolo un'offerta migliorativa. La cordata, dove Cvc dovrebbe avere una quota maggiore rispetto ad Advent e Fsi, offre anche sinergie sul lato delle competenze: Cvc ha già investito su settori simili all'estero (i diritti nella formula 1, nel moto Gp e nel rugby) e ha appena lanciato un fondo da 17 miliardi, mentre Advent ha specifiche esperienze nel settore dei media e della tecnologia.

 

Bain Capital

Per ultimo, Fsi offre una componente di italianità al consorzio e l'amministratore delegato Maurizio Tamagnini ha nel suo track record a metà degli anni 90 diverse operazioni con alcuni club del campionato tricolore. Non è comunque scontato l'esito dell'assemblea della Lega che si dovrebbe tenere il 2 settembre per decidere l'offerta migliore. Sul tavolo, oltre alle offerte dei private equity, ci sono le proposte di finanziamento di altri operatori (General Atlantic, Gso-Blackstone, Fortress), ma l'unica alternativa credibile potrebbe essere quella presentata da Aurelio De Laurentiis, il presidente del Napoli che vuole lanciare una media company della Lega in totale autonomia.

 

diritti tv serie a

Il piano - secondo le indiscrezioni emerse nelle ultime settimane punta a introiti, da subito, di 2,5 miliardi di euro per arrivare a 2,9 miliardi all'anno alla fine di un quinquennio con 5,2 milioni di abbonati (dai 4 di partenza). Qualcosa come 20 miliardi in sei anni, quindi, con un livello di costi che negli anni lieviterebbero da 264 a 350 milioni per utili sempre crescenti da 1,8 (raddoppiati quindi da subito rispetto agli incassi attuali da diritti tv) a 2,6 miliardi annui alla fine del quinquennio.

 

Il progetto potrà eventualmente realizzarsi solo dopo il bando dei diritti domestici - se i valori offerti da broadcaster e intermediari per il 2021-24 non fossero ritenuti congrui - e se i club decidessero di produrre il canale da soli invece di legarsi a un partner produttivo e distributivo (come Mediapro, Wanda o Discovery).

 

al thani de laurentiis

Alcuni club (Udinese e Fiorentina su tutti) si sarebbero detti in sintonia con il progetto del presidente del Napol: un piano ambizioso, ma che De Laurentiis ritiene realistico, dove all'inizio sarebbe necessario il finanziamento di una banca (si parla di UniCredit o Intesa Sanpaolo) di circa un miliardo. La banca sarebbe poi tutelata dal flusso di incassi, mentre la Lega potrebbe assicurarsi contro eventi eccezionali come il Covid, magari presso i Lloyd's di Londra. Nell'assemblea del 2 settembre i club decideranno sulle offerte dei fondi. Eventualmente, solo dopo si potrà prendere in esame il progetto De Laurentiis.

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…