caltagirone

ROMA AI RAGGI V - GRAZIE AL “MESSAGGERO” DI CALTARICCONE GLI UTENTI ROMANI DELL’ACEA SCOPRONO DI ESSERE AZIONISTI DELLA MUNICIPALIZZATA – FINORA AVEVAVANO PAGATO SOLTANTO BOLLETTE SALATE DELLA LUCE ALL’AZIENDA MUNICIPALE DI CUI L’EDITORE-PADRONE DEL QUOTIDIANO E’ IL PRIMO AZIONISTA PRIVATO – TUTTA COLPA DELLA CANDIDATA-SINDACO VIRGINIA RAGGI (5 STELLE)

francesco gaetano caltagirone e malvina kozikowskafrancesco gaetano caltagirone e malvina kozikowska

DAGONOTA

L’altro giorno i romani hanno appreso dal Messaggero di aver perso 140 milioni di euro per il deprezzamento del valore in Borsa del titolo Acea, la multiutility del comune che distribuisce l’elettricità nella capitale e dovrebbe occuparsi pure di acque e fognature. Una batosta che, secondo le prime drammatiche notizie diffuse dal quotidiano di Franco Gaetano Caltagirone, sembrava essersi arrestata sui 71 milioni.

VIRGINIA RAGGI 6VIRGINIA RAGGI 6

 

caltagironecaltagirone

Invece, c’informava domenica il suo direttore, Virman Cusenza, la cifra dell’ammanco si è duplicata. E il panico si è diffuso in città alla vigilia di Pasqua. Migliaia di cittadini si sono riversati in via del Tritone, sede dello storico giornale fondato dai Perrone, per sapere se a sua volta sarebbero stati ripagati, come azionisti di riferimento, anche dall’editore-imprenditore, primo padrone privato dell’Acea con 15,8%.

 

Virman Cusenza e Francesco Gaetano Caltagirone Virman Cusenza e Francesco Gaetano Caltagirone

Il ragionamento degli utenti, presunti fregati - quelli che pagano le bollette (salate) della luce e dell’acqua alla municipalizzata -, era di una banalità sconcertante: se per colpa della candidata-sindaco pentastellata, Virginia Raggi - decisa a cambiare i vertici aziendali in caso di vittoria -, ieri abbiamo perso dei soldi quando mai potremo incassare il nostro dividendo se in futuro il titolo Acea tornerà a brillare in Borsa? Ah saperlo!

VIRGINIA RAGGIVIRGINIA RAGGI

 

virman cusenza e azzurra caltagironevirman cusenza e azzurra caltagirone

Nemmeno il proconsole di carta dell’ultimo Re del mattone romano, Virman Cusenza, incalzato da il Fatto di Travaglio e da questo disgraziato sito, è riuscito però a soddisfare la richiesta della plebaglia. Scortato dai centurioni del Comitato di redazione, il direttore, si è limitato a leggere il suo proclama-barzelletta in difesa del suo principale.

VIRGINIA RAGGI   VIRGINIA RAGGI

 

“…oltre la metà di questo danno è ricaduto sui romani, in quanto azionisti attraverso il Campidoglio…”, ha esordito il nostro. Per poi interrogarsi alla Petrolini: “Avremmo forse dovuto censurarci, privando i romani di un’informazione preziosa?”. E altrettanto solenne ha aggiunto: “La colpa di questo giornale sarebbe quella di fare le sue scelte sulla base delle proprie convinzioni liberali(…) Noi non siamo la Pravda (…) e qui al Messaggero c’è un editore liberale, Franco Gaetano Caltagirone, che ci ha sempre lasciato l’indipendenza e l’autonomia di fare scelte e dare notizie scomode…”.

PROTESTA IN CAMPIDOGLIO CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DI ACEA PROTESTA IN CAMPIDOGLIO CONTRO LA PRIVATIZZAZIONE DI ACEA

 

Ora, e fuori da ogni ironica metafora, Virman Cusenza dovrebbe chiarire ai suoi lettori a quale corrente del liberalismo fa riferimento quando parla di un Messaggero “liberale”, edito da un padrone altrettanto “liberale”. Nel corso dei secoli il termine liberale ha spesso cambiato significato. Sicuramente la dottrina di Montesquieu non è di casa in via del Tritone.

Nuovo Logo AceaNuovo Logo Acea

 

Il pensatore francese introdusse infatti la separazione dei poteri… Al Messaggero l’impressione è che esista. Invece, soltanto il potere dichiarato di Caltariccone. E che nel quotidiano romano la divisione conservatrice sia ancora quella tra redattori-sudditi e proprietà-stato. Direzione compresa. Già, come ai tempi del “liberale” Angelo Costa, che nel dopoguerra guidò la Confindustria nel tentativo di mettere in ginocchio i sindacati e frenare ogni riforma sociale progressista.

virginia raggi sul guardianvirginia raggi sul guardian

 

Il 24 marzo c’è stato uno sciopero nazionale dei poligrafici a causa proprio del comportamento poco liberal di Caltagirone che voleva “destrutturare” i diritti dei lavoratori. E in un comunicato del luglio scorso diffuso dal Comitato di redazione, si poteva leggere, ancora una volta, che l’azienda “violava le regole, rifiutava il confronto e umiliava le professionalità”. Parafrasando sui mali del socialismo il premio Nobel antistatalista, Friedrich von Hayek, al Messaggero sembra essere il liberalismo “la via della servitù”.

 

 

 

 

 

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