CAVALLI IN “CLESSIDRA” - DOPO IL FALLIMENTO DELLA TRATTATIVA CON I RUSSI DI VTB, LA GRIFFE DI ROBERTO CAVALLI POTREBBE RESTARE ITALIANA E FINIRE A “CLESSIDRA” DI CLAUDIO SPOSITO - AL FONDO ANDREBBE IL 70% DEL MARCHIO

Daniela Polizzi per il “Corriere della Sera

 

A sorpresa il fondo di private equity Clessidra ha sferrato il colpo. E si candida a diventare il nuovo proprietario della griffe Roberto Cavalli. Ieri la società italiana d’investimenti guidata da Claudio Sposito e l’azienda dello stilista fiorentino hanno comunicato di aver raggiunto un accordo di trattativa in esclusiva.

 

Le parti si sono date tempo fino alla fine di marzo, quindi la partita è ancora aperta. Dipenderà dall’alchimia che l’eclettico designer riuscirà a trovare con Sposito e il vice presidente esecutivo di Clessidra, Francesco Trapani, ossia l’ex amministratore delegato di Bulgari che traghettò il gruppo di gioielleria ai francesi di Lvmh. 
 

I dettagli della trattativa non sono stati resi noti, ma in base a fonti vicine al negoziato, Clessidra entrerà nella società toscana del lusso con un’ampia maggioranza. Probabilmente superiore a quel 70% negoziato qualche mese fa con la russa Vtb capital, la banca controllata dal Cremlino che a novembre ha abbandonato il tavolo. In realtà, per Cavalli il fondo Clessidra non è certo uno sconosciuto.

 

Era il 2009 quando Sposito e lo stilista firmarono una lettera d’intenti, molto simile a quella nuova predisposta ieri, che doveva preparare l’ingresso con il 30% del fondo nella compagine del marchio del lusso per dive hollywoodiane e tanto caro ai russi. Non se ne fece nulla. I due personaggi si lasciarono con una stretta di mano, senza rancori. Era un’altra epoca e altri valori, i mercati finanziari diventavano più incerti ma la crisi profonda di oggi era ancora lontana. Cavalli stimava che la sua azienda valesse oltre un miliardo e preferì continuare da solo. 

 

Il designer oggi ha 73 anni e la sua creatura ha bisogno di un boost per crescere nei mercati più promettenti, Medio Oriente e Asia. Ma anche di rinsaldare il presidio in Italia dove più soffre, come tutti i brand del lusso. Quindi questa volta ha bisogno di spalle più forti. E soprattutto di trovare una soluzione, visto che quest’anno l’imprenditore ha battuto tutti i record quanto a negoziati avviati e non conclusi.

 

Già, perché a gennaio aveva trattato con il fondo Permira, poi era arrivato il gruppo Investcorp,già regista del primo rilancio di Gucci, poi con la russa Vtb, infine Clessidra. Certo, i valori non saranno quelli del 2009. Gli interlocutori precedenti avevano valutato l’azienda attorno a 400 milioni. I russi anche al di sotto di quella cifra. Questo sarà il nodo principale da sciogliere da qui a tre mesi. 

 

Ma Cavalli questa volta ha voglia di chiudere perché la griffe ha bisogno di risorse fresche. E non solo in termini finanziari. Ci vuole una prima linea di manager e un team stilistico. Al suo fianco ha solo il direttore generale Daniele Corvasce. Ma qualche idea in materia di responsabili stile in gamba presenti sul mercato se l’è già fatta guardando brand come Givenchy.

 

Così come ha ben in testa dove dovrebbe andare la sua società per assicurarsi i clienti del futuro. Sa bene dove deve aprire i nuovi negozi. Mancano quindi solo le risorse e una squadra che assicuri il rilancio con un piano industriale e competenze. 
Un ruolo chiave in materia lo svolgerà Trapani che diventerà presidente della Roberto Cavalli. Lo stilista rimarrà con una minoranza, non oltre il 20% si stima. Ma sosterrà la soluzione italiana di Clessidra. Sempre che si mettano d’accordo. 

 

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