1- IL GRUPPO RCS È IN PROFONDO ROSSO MA GLI AZIONISTI, DA INTESA A FIAT, NON VOGLIONO TIRARE FUORI NEANCHE UN EURO! E NELL’INDIFFERENZA GENERALE DELLA POLITICA, DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI E DELLA FNSI, LA RCS IMPONE UN PIANO LACRIME E SANGUE DOPO CINQUE ANNI DI “POLITICHE E GESTIONE DISSENNATE” (CDR DIXIT) 2- ALTRA OPERAZIONE (DISPERATA) DI SALVATAGGIO: VENDERE IL GIOIELLO DI FAMIGLIA, LA SEDE DI VIA SOLFERINO, OBERATA PERÒ DA 75 MILIONI DI AMMORTAMENTO, E TRASFERIMENTO DELLA “GAZZETTA DELLO SPORT” DA VIA SOLFERINO A VIA RIZZOLI (CRESCENZAGO) 3- IL BAGNO DI SANGUE SPAGNOLO: L’INVESTIMENTO IN RECOLETOS È STATO UN “FLOP COLOSSALE” (ANCORA CDR) CHE HA PORTATO A UN MILIARDO IL DEBITO CON LE BANCHE 4- SINDACATI RCS CONTRO GLI AZIONISTI CHE FANNO I LIBERALI COI SOLDI DEGLI ALTRI: “MENTRE ALL’ESTERNO SI AUSPICANO LIBERISMO, MERCATO E MERITOCRAZIA, ALL’INTERNO SI PREMIA CHI HA REALIZZATO POLITICHE CHE HANNO PORTATO VERSO IL BARATRO”

1- DAGOREPORT
Neppure Dagospia si era spinta a scrivere quello che ora si può leggere in un comunicato congiunto (da tempo non si firmavano simili documenti) delle rappresentanze sindacali dell'Rcs (giornalisti e poligrafici).

La nota, apparsa sul Corriere di oggi a pagina 33 (vedi sotto), a proposito dei proprietari-gestori del quotidiano parla infatti di politiche gestionali "dissennate".
E, in particolare, mette sotto la lente il "flop di dimensioni colossali" dell'investimento in Spagna (acquisto della Recoletos).

"Un'operazione - è aggiunto - di corto respiro, forse un maquillage per i conti nel breve periodo ma sicuramente una follia dal punto di vista organizzativo e industriale, con una pesante ricaduta sui conti di medio e lungo termine".

A provocare il "risveglio" dei sindacalisti dell'Rcs è stata la comunicazione da parte dell'azienda di sospendere le pubblicazioni di ‘City' (free press) e, soprattutto, l'annuncio del trasferimento della "Gazzetta dello Sport" da via Solferino a via Rizzoli (Crescenzago).

Notizia, a dirla tutta, non nuova. E anticipata da Dagospia nell'estate scorsa. Senza alcuna reazione da parte sia dell'azienda sia delle maestranze (dormienti). Dando il sito anche conto dei costi (faraonici) per il gruppo di immobili realizzati dall'architetto Vittorio Gregotti nell'era mitologica Romiti-Tronchetti Provera.

Intanto, tra i Poteri marci raccolti nell'Rcs Media Group la concordia sembra ancora lontana in vista dell'assemblea di giugno. Ma dalla casa madre fanno sapere che il piano di tagli non sarà modificato. E c'è chi non esclude che l'azienda possa ricorrere nuovamente allo stato di crisi.

Il che significherà per giornalisti e poligrafici nuovi pre pensionamenti. Brutte notizie, insomma, anche per Flebuccio de Bortoli. Che è riuscito, con il suo rifiuto a trasferirsi nella periferia di Crescenzago, a preservare il Corrierone.


2- COMUNICATO SINDACALE

Nota congiunta dei Cdr di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport e delle Rappresentanze sindacali unitarie poligrafiche

Ieri la Rcs ha comunicato alle rappresentanze sindacali giornalistiche e poligrafiche di Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport decisioni che, al netto della crisi generale e di settore, sono il frutto di politiche e gestioni dissennate. E a pagarne le conseguenze sono, ancora una volta, i lavoratori e il diritto dei lettori a ricevere un'informazione di qualità.

Entro febbraio sarà sospesa la pubblicazione di City e i suoi giornalisti e poligrafici saranno messi in mobilità. Oltre a esprimere tutta la solidarietà ai colleghi interessati, è stato chiesto all'Azienda di garantire loro un diritto di prelazione sulle prossime assunzioni.

Rcs ha inoltre annunciato formalmente di voler «valorizzare» il patrimonio immobiliare dell'area Solferino-San Marco. Ne consegue, ha detto l'Azienda, il «trasloco» della redazione milanese della Gazzetta e di tutta la componente poligrafica negli edifici di via Rizzoli.

Solo la redazione del Corriere potrebbe continuare ad occupare la parte storica dell'edificio, quella che affaccia su via Solferino; mentre l'altra componente indispensabile alla realizzazione del giornale verrebbe spostata senza tenere in minimo conto il depauperamento qualitativo che ne deriverebbe.

Un giornale è una squadra che deve giocare di concerto, fianco a fianco, in tempi strettissimi, per poter dare al lettore la migliore informazione possibile.

Dopo il recente rientro in via Rizzoli degli uffici di Rcs MediaGroup, trasloco costato qualche milione di euro (a fronte di un attivo di bilancio consolidato di 7 milioni per il 2010), ora dunque sarebbe la volta della redazione della Gazzetta dello Sport e della totalità dei poligrafici in modo da liberare e mettere potenzialmente in vendita, al miglior offerente, tutte le aree San Marco e Balzan.

Ricordiamo che, su tutto il complesso, gravano 75 milioni di euro di ammortamenti per oneri di ristrutturazione. Da detrarre da una possibile vendita. Inoltre il complesso è stato ristrutturato senza prevedere in alcun modo un possibile spezzatino immobiliare.

Giornalisti e poligrafici vengono da anni di pesanti tagli costati centinaia di posti di lavoro nelle due popolazioni. Tali sacrifici sono stati il nostro investimento per creare risorse per investimenti editoriali e tecnologici anche sui nuovi media, in vista di un rilancio e un nuovo sviluppo.

Oggi assistiamo invece, da parte aziendale, a un ennesimo tentativo di «fare cassa» rapidamente senza curarsi dei danni organizzativi ed economici non calcolabili nel medio periodo, e affossando forse definitivamente ogni velleità di ripresa del gruppo.

I motivi di queste scelte appaiono, purtroppo, evidenti. L'investimento in Spagna nel gruppo editoriale Recoletos è stato un flop di dimensioni colossali: indebitamento con il sistema bancario di un miliardo di euro, crollo del fatturato in pochi anni e un valore contabile che oggi supera di poco la metà dell'investimento iniziale.

Ora siamo davanti a un bivio: o una ricapitalizzazione da parte degli azionisti - gli stessi che nel 2007 hanno votato all'unanimità per l'investimento in Spagna - o la vendita dei gioielli di famiglia. Operazione di corto respiro, forse un maquillage per i conti nel breve periodo ma sicuramente una follia dal punto di vista organizzativo e industriale, con una pesante ricaduta sui conti a medio e lungo termine. E mentre all'esterno si auspica una modernizzazione basata su liberismo, mercato e meritocrazia, all'interno si premia chi ha realizzato politiche che hanno portato verso il baratro.

Chiediamo quindi l'immediato abbandono di questo miope e dannoso progetto, dichiarando da subito lo stato di agitazione nei modi e nei tempi che il Cdr del Corriere, il Cdr della Gazzetta e la RSU dei Quotidiani riterranno più opportuni.

 

PIERGAETANO MARCHETTI Antonello Perricone GIUSEPPE ROTELLIeff13 jaki elkannLUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO DELLA VALLEde bortoliint06 giovanni bazoli

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI SFOGLIA LA MARGHERITA: VOLO O NON VOLO A WASHINGTON IL 20 GENNAIO ALL'INAUGURAZIONE DEL SECONDO MANDATO DI DONALD TRUMP? - CERTO, LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA, ANCHE PER NON DARE SODDISFAZIONE AL "PATRIOTA" MATTEO SALVINI CHE VUOLE PRESENZIARE A TUTTI I COSTI E SVENTOLARE LA BANDIERA "MAGA" DELLA PADANIA - LA POVERINA STA CERCANDO DI CAPIRE, ATTRAVERSO IL SUO CARISSIMO AMICO ALLA KETAMINA ELON MUSK, SE CI SARANNO ALTRI CAPI DI GOVERNO. IL RISCHIO È DI TROVARSI IN MEZZO AGLI AVARIATI SOVRANISTI ORBAN E FICO - UN’IMMAGINE CHE VANIFICHEREBBE I SUOI SFORZI (E SOGNI) DI PORSI NEL RUOLO DI PONTIERE TRA L'EUROPA DI URSULA E L'AMERICA TRUMP...

giovan battista fazzolari giorgia meloni autostrade matteo salvini giovanbattista

DAGOREPORT – IL FONDO TI AFFONDA: BLACKSTONE E MACQUARIE, SOCI DI AUTOSTRADE, SONO INCAZZATI COME BISCE PER L’AUMENTO DEI PEDAGGI DELL’1,8%. PRETENDEVANO CHE IL RINCARO FOSSE MOLTO PIÙ ALTO, AGGIORNATO ALL'INFLAZIONE (5,9% NEL 2023). MA UN FORTE AUMENTO DEI PEDAGGI AVREBBE FATTO SCHIZZARE I PREZZI DEI BENI DI CONSUMO, FACENDO SCEMARE IL CONSENSO SUL GOVERNO – SU ASPI È SEMPRE SALVINI VS MELONI-FAZZOLARI: LA DUCETTA E “SPUGNA” PRETENDONO CHE A DECIDERE SIA SEMPRE E SOLO CDP (AZIONISTA AL 51%). IL LEADER DELLA LEGA, COME MINISTRO DEI TRASPORTI, INVECE, VUOLE AVERE L’ULTIMA PAROLA…

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

salvini romeo

DAGOREPORT - CHI L'AVREBBE MAI DETTO: MASSIMILIANO ROMEO È IL PROTAGONISTA INDISCUSSO DELLA LEGA DI FINE 2024 - EX FEDELISSIMO DEL “CAPITONE”, È STATO L’UNICO A ESPORSI CONTRO IL SEGRETARIO, E OTTENERE LA LEADERSHIP IN LOMBARDIA – DOPO LA SUA SFIDA VINTA, ANCHE FEDRIGA È USCITO ALLO SCOPERTO CANNONEGGIANDO CONTRO L’EVENTUALE RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE - CHE SUCCEDERÀ AL CONGRESSO? NIENTE: SALVINI HA IN MANO LA MAGGIORANZA DEI DELEGATI, E L’ASSEMBLEA AVRÀ CARATTERE PROGRAMMATICO. MA LA DISSIDENZA CRESCE…