nagel messina bazoli generali

LA GUERRA TRA INTESA E MEDIOBANCA SI ALLARGA A CONSULENTI E CLINICHE – LA GERMANIA E’ AL FIANCO DI MESSINA – NAGEL ASSOLDA JPMORGAN, LA STESSA DI MONTEPASCHI – BATTAGLIA PER L’OSPEDALE DI VERONESI

 

C.A. per la Verità

 

PADOANPADOAN

Governo alla finestra sul caso Generali. «Ci sono operatori privati che si stanno guardando attorno e anche noi stiamo guardando quello che succede», ha affermato il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, ieri a Bruxelles al termine del consiglio Ecofin, in riferimento all' eventuale offerta che Intesa potrebbe fare per acquisire la compagnia assicurativa triestina.

 

Il dossier seppur caldissimo non è stato discusso ieri nel cda di Intesa che però è determinata ad andare avanti e ad arrivare a una proposta di acquisto. Ieri, in serata, il ceo della banca, Carlo Messina, ha detto che l' istituto sta analizzando diverse alternative e valuterà con i tempi necessari. Quindi la sensazione è che non ci saranno annunci a brevissimo. Messina ha anche chiarito che qualsiasi deal «non dovrà diminuire la forza patrimoniale» di Intesa Sanpaolo.

carlo messinacarlo messina

 

Il riferimento, chiaramente, è al mantenimento di un adeguato coefficiente patrimoniale, Common equity Tier 1. In base ai calcoli di Equita un'offerta mista cash/azioni sul 60% di Generali a 19 euro, con un pagamento cash di 8 euro e un concambio di 4,6 azioni, dovrebbe risultare coerente con un Cet dell' 11% post pagamento di 3 miliardi di euro di dividendi sui bilanci 2016 e 2017, livello che gli analisti della sim ritengono adeguato. «In questo modo Intesa diventerebbe G-Sifi, ovvero una banca di importanza sistemicaa livello europeo», come ha riportato Milano Finanza.

philippe donnet  philippe donnet

 

«A nostro giudizio, però, se il deal fosse completato, l' aumento della complessità della combined entity e l' incremento dell' esposizione verso l' Italia non consentirebbero a Intesa di mantenere l' attuale premio sui multipli rispetto ai competitor», aggiungono gli analisti della sim.

 

Peraltro Generali, dopo avere acquistato il 3,01% dei diritti di voto di Intesa per bloccare il tentativo di scalata della banca, starebbe pensando di dare mandato a JP Morgan di studiare contromisure più incisive per difendersi da un eventuale takeover, anche da parte di Axa (in settimana ha di nuovo smentito un interesse per il Leone) o Allianz.

 

Qui si inserisce la lotta tra advisor. Ultima a entrare nel pool sarebbe McKinsey. Adesso schierata con Cà de Sass e fino a poco tempo fa legati a Generali da consulenze ben remunerate. Senza contare la supervisione di Goldman Sachs che chiude lo schieramento anti Jp Morgan e Mediobanca.

alberto nagel vincent bollorealberto nagel vincent bollore

 

Nel frattempo prende la parola anche la Germania, attraverso le colonne del quotidiano Handelsblatt che traccia un ritratto di Carlo Messina parlandone come di un Dealmacher, un creatore di affari, «con obiettivi chiari». «Se l' acquisizione di Generali andrà in porto, Intesa si collocherà tra i principali player in Europa», scrive Handelsblatt, «indipendentemente dal fatto che le singole parti di Generali possano andare in Germania, ad esempio ad Allianz, o in Francia, ad Axa».

 

Per dar l'idea delle connessioni di Messina il quotidiano tedesco ricorda tra l' altro che proprio «nel giorno della grande eccitazione in Italia e in Europa per la prevista presa del controllo di Generali», Messina veniva ricevuto dal presidente russo Vladimir Putin a Mosca, dopo aver partecipato di recente alla privatizzazione del colosso energetico Rosneft. «La comunità finanziaria internazionale e la base clienti sono i due poli del lavoro di Messina», scrive poi Handelsblatt, ricordando che il banchiere è da tre anni al vertice di Intesa, banca con «una capitalizzazione di mercato di circa 45 miliardi di euro e uno dei più grandi e redditizi gruppi bancari in Europa».

jamie dimon jpmorganjamie dimon jpmorgan

 

Per arrivare a tale obiettivo è chiaro che bisogna presidiare più fronti. L' ultimo ad aprirsi è quello delle cliniche. I due schieramenti si ritrovano opposti anche sul futuro dello Ieo, l' istituto europeo oncologico, fondato da Umberto Veronesi nel 1994. L' ospedale è attualmente controllato da 19 soci tra cui Mediobanca (14,78%), UnipolSai (14,37%), Unicredit (13,44%), che di Mediobanca è anche il primo azionista con l' 8,56%, la stessa Intesa (7,36%).

 

UMBERTO VERONESI UMBERTO VERONESI

«Ad avanzare un' offerta per l' istituto», scrive Affaritaliani, «che ha un fatturato di 270 milioni di euro e utili per 60 milioni è la cordata Humanitas San Donato, ovvero le famiglie Rocca e Rotelli. L' advisor Rotschild è assistito proprio da Intesa, «pronta ad assicurare 300 milioni di euro di finanziamento e il suo voto favorevole per condurre l' acquisizione in porto». Mediobanca non intenderebbe mollare l' osso. Si profila un nuovo interessante scontro.

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