bitcoin

I BITCOIN SONO LA PATACCA DEL SECOLO? - LE QUOTAZIONI SONO CROLLATE DEL 50% IN SEI MESI E I BIG DEI MERCATI, A PARTIRE DAL GURU WARREN BUFFETT, NE PRENDONO LE DISTANZE - IL MITO DELLA VALUTA SENZA BANCHE E SENZA UNO STATO GARANTE SI È TRASFORMATO IN TERRENO DI CACCIA PER GLI SPECULATORI - MA E’ UN SETTORE CHE, ANCHE AL NETTO DEI RIBASSI, CAPITALIZZA CIRCA 500 MILIARDI DI DOLLARI…

Giuliano Balestreri per “la Stampa”

 

crollo bitcoin 06

La caduta per due volte sotto la soglia psicologica dei 30 mila dollari nella stessa settimana ha spinto tanti a suonare le campane a morto per Bitcoin. Addirittura Warren Buffett è tornato all'attacco della criptovaluta: «Se mi venissero offerti tutti i Bitcoin del mondo per 25 dollari, non li prenderei perché non saprei cosa farmene».

 

Eppure gli esperti sono convinti che si tratti solo di incidenti di percorso che, anzi, dimostrerebbero il consolidamento del mercato: «Il crollo è arrivato con i dati sulla corsa dell'inflazione a dimostrazione di come Bitcoin non sia più avulso dagli investimenti tradizionali» osserva Valeria Portale, direttrice dell'Osservatorio Blockchain del Politecnico di Milano secondo cui «anche la quotazione di Coinbase sul Nasdaq e la correlazione tra il titolo e il listino tecnologico» confermano una normalizzazione della moneta virtuale.

 

crollo bitcoin 05

Certo, il Bitcoin nasce come una valuta che ha come sua caratteristica intrinseca l'assenza di collegamento a un'area economica del mondo e di uno Stato garante, ma come spiega Edoardo Fusco Femiano, fondatore di Dld Capital Scf, «sul piano della dinamica dei prezzi bisogna comprendere che le criptovalute, in generale, sono strumenti che ben si adattano ai trader e molto meno agli investitori e, finché manterranno queste caratteristiche di volatilità, è verosimile che continueremo ad osservare l'alternanza di fasi significative di rialzo e di ribasso».

 

crollo bitcoin 03

Senza dimenticare che anche al netto dei ribassi attuali capitalizza circa 500 miliardi di dollari: abbastanza perché ogni investitore ne tenga conto. A preoccupare Fusco Femiano è piuttosto la fragilità degli stablecoin che si agganciano ad altre valute.

 

Come nel caso di Terra che come ricorda Ferdinando Ametrano, ceo CheckSig e docente all'Università Milano Bicocca, «aveva 1,5 miliardi in Bitcoin a garanzia» e sotto attacco speculativo «ha liquidato 850 milioni di dollari in pochi giorni. È innegabile che ci sia molta speculazione, ma in generale la debolezza del momento riguarda tutto il mondo degli investimenti. E quando aumentano i rischi, è in qualche modo naturale che una parte del mercato venda anche Bitcoin. Non dimentichiamo, però, che i valori minimi sono in crescita costante, anno dopo anno». D'altra parte è fondamentale sottolineare che l'alta remunerazione dei Bitcoin sia direttamente proporzionale al rischio dell'investimento.

 

crollo bitcoin 02

Il crollo della criptovaluta che negli ultimi sei mesi ha perso il 50% del proprio valore, però, ne dimostra anche la resilienza: «Gli eventi catastrofici che hanno colpito Bitcoin, avrebbero distrutto qualunque altro asset. Invece è ancora qua» osserva Andrea Medri, cofondatore di The Rock Trading che anzi sottolinea come il calo confermi che nessuno in Russia lo abbia utilizzato per aggirare la sanzioni «altrimenti sarebbe salito in maniere verticale».

 

crollo bitcoin 01

Ma Federico Pecoraro, fondatore di Chainblock, rilancia: «Bitcoin non è morto, siamo in una fase di mercato ribassista, ma dobbiamo ricordare che le quotazioni sono sempre salite nella media annua». E se Medri sottolinea come in realtà le autorità di vigilanza avrebbero tutti gli strumenti per intervenire contro i furbetti della speculazione e della manipolazione del mercato, Fusco Femiano è convinto che sia fondamentale arrivare a «una regolamentazione dei criptoasset quanto prima: più tempo questi strumenti restano in un sistema di shadow banking e maggiori saranno le incertezze che il loro utilizzo porterà agli investitori che si avvicineranno».

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…