IL MICIDIALE EFFETTO DOMINO CHE PARTE DA LONDRA E ARRIVA IN ITALIA - LO SCOOPPONE DEL “DAILY TELEGRAPH” CHE HA RIVELATO MOLTI NOMI DEGLI 8388 CLIENTI DELLA HSBC CHE AVEVANO CONTI OFFSHORE SULL’ISOLA DI JERSEY RIGUARDEREBBE ANCHE PIÙ DI 160 ITALIANI - FRA QUESTI, POTREBBERO ESSERCI ANTO¬NIO CREANZA E FULVIO MOLVETTI DI JP MORGAN E CLAUDIO AROSIO DI DEUT¬SCHE BANK...
Erica Orsini per "il Giornale"
Il «corvo» che ha messo nei guai la più grande banca londinese ora fa tremare anche l'Italia. Sarebbero infatti più di 160 i nomi degli italiani emersi nell'ambito dell'inchiesta per riciclaggio che in questi giorni sconquassa il colosso finanzia¬rio Hsbc e l'intera City di Londra.
La scorsa settimana il Daily Telegraph è venuto in possesso di una lista fornita al Fisco ingle¬se da una misteriosa gola pro¬fonda che contiene i dettagli di 8388 clienti dell'istituto deten¬tori di conti offshore nel paradi¬sco fiscale dell'isola di Jersey. Più della metà sono cittadini britannici, l'altra metà è com¬posta da israeliani, francesi, spagnoli, americani. Per il mondo finanziario inglese, or¬mai vaccinato contro scandali del genere, è l'ennesima bom¬ba destinata a distruggere l'or¬mai già tormentata reputazio¬ne degli istituti di credito.
Ma il giornale fa di più, pubblica i no¬mi di alcuni dei possessori dei conti sbattendo in prima pagi¬na cantanti pop e macellai, tas¬sisti e figli di papà , spacciatori di droga e delinquenti comuni. Dei conti italiani per ora dice poco, in redazione bocche cuci¬te.
«Tutto quello che possiamo confermare lo potete leggere online» dichiarano, ma l'atmosfera rimane piena di punti di domanda. Fino ad ora a circola¬re sono tre nomi. Quelli di Anto¬nio Creanza e Fulvio Molvetti, della sede milanese di JP Mor¬gan e Claudio Arosio di Deut¬sche Bank, tutti e tre imputati nel processo per la presunta truffa dei titoli derivati venduti al Comune di Milano tra il 2001 e il 2005.
Secondo quanto ap¬preso dal Telegraph, Arosio sa¬rebbe il detentore del conto off¬shore più cospicuo (1,9 milioni di sterline) seguito da Molvetti con 264mila sterline e da Cre¬anza con 192mila sterline. Gli ultimi due hanno vissuto a Lon¬dra, il primo a Canary Wharf, nel cuore della City, e il secon¬do a Little Venice.
Come pena per aver venduto titoli derivati con certificazioni manipolate per un danno totale di 200 milioni di euro la pro¬cura ha chiesto pene che van¬no dagli 8 ai 12 mesi di reclusio¬ne. Adesso vedremo come si svilupperà il processo a loro ca¬rico alla luce delle nuove infor¬mazioni che i pm di casa nostra stanno acquisendo in seguito allo scandalo inglese. Ora l'in¬terrogativo si sposta sulla possi¬bile diffusione di altri nomi ita¬liani «eccellenti».
Del resto, se accadesse, sa¬rebbe un film già visto. Ricorda¬te la «lista Falciani»? C'erano dozzine di nomi di italiani arci¬not¬i nella lista dei 700 evasori fi¬scali che avevano aperto dei conti nella filiale svizzera della stessa Hsbc. I loro dettagli era¬no stati trafugati da Hervé Fal¬ciani, dipendente della stessa banca che li aveva poi conse¬gnati alla polizia francese.
A Londra nel frattempo la Ci¬ty affronta le polemiche, ma la situazione è diffici¬le.
Le banche sono nel perenne mirino del gover¬no e dei media, sia che si tratti di benefit immeritati e miliona¬ri sia che si parli di condotta eti¬camente scorretta. Nei giorni scorsi in uno scarno comunica¬to stampa l'ufficio stampa del¬la HSBC si è dichiarato pronto a collaborare con le indagini co¬spargendosi il capo di cenere, ma non ha rilasciato alcuna informazione detta¬gliata sui con¬ti dell'isola di Jersey poiché i da¬ti sono strettamente confiden¬ziali. «Non possiamo fa¬re alcun commen¬to ¬sui clienti nep¬pure per con¬fermare o smentire se si tratta di clienti oppu¬re no» han¬no fa¬tto sape¬re pur ammet¬tendo - sempre secondo fonti del Telegraph - che l'istitu¬to no¬n era in grado di controlla¬re i dati o il passato di ogni clien¬te.
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