A VOLTE (I CUGINI) RITORNANO IN ALITALIA – AIR FRANCE RIAPRE IL DOSSIER PONENDO LE CONDIZIONI PER PARTECIPARE AL SALVATAGGIO – LUPI ABBAIA MA NON MORDE
Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"
«Il fatto è che non avevamo soldi. Se non abbiamo partecipato all'aumento di capitale di Alitalia è perché non avevamo i soldi, e questo è un bel problema», ha detto Alexandre de Juniac, il presidente di Air France-Klm invitato ieri all'European American Press Club per parlare del futuro del trasporto aereo.
Ma Air France-Klm continua a considerare non del tutto chiuso il capitolo Alitalia. Oltre ai problemi di liquidità , de Juniac ha ricordato di avere posto tre condizioni per il salvataggio della compagnia italiana: piano industriale, nuova governance e ristrutturazione del debito. «Nel momento in cui queste condizioni venissero soddisfatte, noi ci siamo ancora», ha detto de Juniac, riaprendo i giochi nel momento in cui le trattative di Alitalia con Etihad, la compagnia di Abu Dhabi, sembrano in via di conclusione.
Come sempre de Juniac ha ricordato la «grande lealtà » del partner Alitalia che fa parte dell'alleanza SkyTeam, ha garantito che Air France-Klm resterà nel capitale Alitalia e continuerà la sua collaborazione anche se la compagnia italiana dovesse entrare nell'orbita di Etihad, «perché siamo partner anche di Etihad, le nostre sinergie con entrambe le compagnie sono molto importanti.
Con Alitalia in particolare lavoriamo da tempo in grande sintonia, per esempio nei cargo e nella manutenzione, e come accade sempre in questi casi a guadagnarci è il partner più piccolo». Poi l'avvertimento a Etihad: «Sono certo che non avrà comportamenti ostili a Air France-Klm anche se dovesse entrare in forze tra i soci Alitalia, non c'è ragione per farlo e non gli converrebbe».
Al di là delle ripetute dichiarazione distensive e diplomatiche, de Juniac ha lasciato trapelare una certa insofferenza per la politica di forte espansione internazionale delle compagnie del Golfo. Se Emirates (Dubai) e Qatar Airlines si ingrandiscono comprando Boeing e Airbus per allargare la flotta, la più piccola Etihad ha scelto la via delle partecipazioni: in Air Berlin (29%), Air Seychelles (40%), Virgin Australia (19,9%), nell'irlandese Aer Lingus (3%), nell'indiana Jet Airways (24%) e di recente nella svizzera Darwin (33,3%), ribattezzata Etihad Regional, che farà concorrenza alla Swiss Airline di Lufthansa.
Una mossa che ha provocato la reazione di Christoph Franz, capo del colosso tedesco, che a Davos ha parlato di un mercato stravolto dalle compagnie mediorientali. Alitalia sarebbe una nuova importante conquista di Etihad, e questo non piace ai tradizionali protagonisti del trasporto aereo.
De Juniac ha constatato che la situazione imporrebbe un consolidamento in grandi gruppi, ma il mercato non segue principi di razionalità economica per due motivi: 1) le compagnie di bandiera vengono considerate simboli della sovranità nazionale 2) le compagnie del Golfo hanno cambiato i giochi, «potendo fare affidamento su risorse che esulano dalla loro attività » (in sostanza sono aiutate dagli Stati di appartenenza per motivi politici).
Tra recriminazioni e rassicurazioni Parigi torna a guardare verso Roma, ma il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, risponde in modo piuttosto diretto: «Sono contento, ma Air France-Klm tiri fuori i soldi e faccia vedere il piano industriale».
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