SIAMO A UN PASSO DAL RAZIONAMENTO – IN EUROPA NESSUNO HA IL CORAGGIO DI DIRLO AD ALTA VOCE, MA È SEMPRE PIÙ CHIARO CHE NEI PROSSIMI MESI DOVREMO FARE I CONTI CON MISURE DRACONIANE SULL’ENERGIA: PUTIN HA CHIUSO IL GASDOTTO NORD STREAM PER DIECI GIORNI, E IN MOLTI SONO CONVINTI CHE NON LO RIATTIVERÀ MAI PIÙ – L’ITALIA HA RAGGIUNTO IL 64% DELL’OBIETTIVO DI STOCCAGGIO, MA BISOGNA ARRIVARE AL 90% PER POTER PASSARE L’INVERNO AL SICURO, SENZA DOVER SOTTOSTARE AL RICATTO DI “MAD VLAD”
1 - LA RUSSIA TOGLIE IL GAS ANCHE ALL’ITALIA, MA SUL TETTO AL PREZZO L’EUROPA NON SI MUOVE
Sandro Iacometti per “Libero quotidiano”
PUTIN E I RUBLINETTI - BY EMILIANO CARLI
Nessuno ha il coraggio di fare il primo passo, ma il razionamento è dietro l’angolo. Si tratta solo di capire quando. Tutti i ministri riuniti ieri all’Eurogruppo lo hanno di fatto ammesso, facendo capire che l’Europa si sta preparando al peggio.
«Uno stop totale delle forniture non è uno scenario di base, ma è un rischio che non possiamo nemmeno escludere. Ci stiamo preparando a questa eventualità sia a livello Ue che di Stati membri», ha sintetizzato il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis.
Persino il nostro Roberto Cingolani ieri ha lasciato trasparire le prime crepe. Per carità, siamo ancora in preallerta e le riduzioni di gas (ieri un’altra sforbiciata) sono «marginali».
MARIO DRAGHI ROBERTO CINGOLANI
Però poi il ministro della Transizione ecologica ha annunciato a stretto giro una nuova “pubblicità progresso”. Oggetto della comunicazione, manco a dirlo, «suggerimenti di comportamento e di sobrietà nell'uso delle risorse».
L’acqua, ma soprattutto l’energia. Perché, ha spiegato Cingolani, «se regolassimo meglio gli orari del riscaldamento, riducendoli di un'ora, o abbassassimo la temperatura di un grado risparmieremmo 1,5-2 miliardi di metri cubi di gas all'anno». Una quota che può essere preziosa per superare il prossimo inverno che, ha ammesso il ministro, «è quello un pochino più delicato».
LUNEDÌ NERO
Del resto, ll lunedì nero dell'energia per l'Europa è iniziato nel peggiore dei modi, segnando, forse, una nuova tappa nella guerra del gas del Cremlino. Se il blocco del gasdotto che porta metano alla Germania dall'11 al 21 luglio (il Nord Stream) era stato annunciato per «manutenzioni programmate», non lo sono invece le riduzioni, rispettivamente di un terzo e del 70%, decise ieri da Gazprom per Roma (circa 21 milioni di metri cubi rispetto a una media degli ultimi giorni pari a circa 32 milioni) e Vienna.
«Sono dodici i Paesi membri finora direttamente interessati dai tagli. La situazione è serissima, siamo preparati ad ogni scenario», hanno fatto sapere dalla Commissione Ue, poco prima che cominciasse la riunione dell'Eurogruppo. Una riunione da cui è trapelato il solito scenario: grande caos sulla risposta comune da dare.
La Ue ha già fatto sapere che il 20 luglio varerà un piano per l'emergenza in vista dell’inverno. il principio che Bruxelles vorrebbe raccomandare è quello di dare gas a chi ne ha bisogno sfruttando la reversibilità direzionale di buona parte dei gasdotti europei. L'Italia (ma anche la Spagna), secondo questo principio delle quote energetiche, si configurerebbe paradossalmente come potenziale Paese donatore. Del tetto al prezzo del gas non c’è ovviamente traccia.
«Nessuna proposta è sul tavolo», ha detto Paolo Gentiloni, gelando le speranze di Mario Draghi, che sul punto batte da mesi pensando di avere fatto passi in avanti. Della misura, comunque, si parlerà al Consiglio straordinario dei ministri dell'Energia del 26 luglio.
IL PREZZO NON SALE
La sorpresa di ieri è che la chiusura del Nord Stream e gli ulteriori tagli non hanno fatto schizzare il prezzo del gas. La borsa di Amsterdam ha aperto con un crollo del 12%, per poi assestarsi al -7%, a 163 euro al megawattora. Poi, dopo un rialzo fino a 171 euro, la chiusura a 164. Un mistero che si può spiegare da una parte con il fatto che il mercato aveva già anticipato le cattive notizie (il prezzo è salito di circa 100 euro in un mese) dall’altra con la decisione del Canada di consegnare alla Germania la turbina necessaria a far riprendere i flussi dei gasdotti russi.
manuela schwesig nord stream 2
Nell’attesa, in Italia il tam tam del razionamento non si arresta. Il piano per l’austerity partirebbe dai consumi domestici (due gradi in meno, spegnimento dei riscaldamenti di notte) che permetterebbe di risparmiare fino al 20% del gas importato dalla Russia. Ulteriori quote potrebbero arrivare da interventi amministrativi sugli orari degli uffici pubblici, la chiusura anticipata dei negozi alle 19 e il coprifuoco alle 23 per i locali. Se queste misure non dovessero essere sufficienti l’intervento si allargherebbe alle industrie, partendo dagli energivori, che ottengono energia a prezzi ridotti accettando di essere interrotti in caso di necessità.
2 - GAZPROM BLOCCA IL METANO UN TERZO IN MENO ALL'ITALIA LA UE: VERSO LO STOP TOTALE
Estratto dell’articolo di Gabriele Rosana per “il Messaggero”
La Russia congela i flussi del gasdotto Nord Stream per dieci giorni di manutenzione ordinaria, ma l'Europa teme che stavolta Mosca possa decidere di non riattivare più, al termine degli interventi tecnici, le forniture attraverso l'infrastruttura che dal Baltico corre fino in Germania. Di fatto gettando il continente nella crisi più nera, impreparato di fronte a un inverno fatto di razionamenti e riduzioni dei consumi, e con i prezzi del metano alle stelle.
[…] Gli occhi rimangono puntati, comunque, sul ripristino della turbina della stazione di ingresso di Portovoya, sul Baltico, che aveva motivato a metà giugno la prima improvvisa riduzione delle forniture al Vecchio continente. Il Canada ne ha sbloccato l'invio in Europa aprendo una falla nelle sanzioni, e Berlino la consegnerà a Gazprom: il Cremlino si è impegnato a tornare ai livelli pre-interruzione una volta ricevuta la turbina, senza tuttavia garantire una data effettiva. Anche perché nel frattempo potrebbe essere lo stesso Nord Stream a rimanere a secco.
Nessuno, a Bruxelles come nelle principali capitali europee, si sente tuttavia di scommettere su una regolare ripresa delle forniture secondo i piani, sul finire della prossima settimana. […]
Una mancata riattivazione dei flussi […] potrebbe pesare sul riempimento degli stock in vista dell'inverno un po' dappertutto in Europa. Domenica sera, ha ricordato ieri Snam, il nostro Paese aveva raggiunto il 64% dell'obiettivo di stoccaggio, una percentuale che lo colloca in una posizione più solida di tanti altri Paesi Ue, dall'Olanda all'Austria. […]
3 - STOCCAGGI A RILENTO E ONEROSI SENZA LE FORNITURE RUSSE MA ANCORA NON SCATTA L'ALLERTA
Estratto dell’articolo di R. Amo. per “il Messaggero”
[…] Gli stoccaggi di gas procedono regolarmente secondo il piano stabilito dal governo, ha precisato da parte sua il Mite confermando lo stato di pre-allerta.
Ma anche il piano di diversificazione delle forniture di gas e di raggiungimento dell'indipendenza energetica dalle forniture russe prosegue secondo quanto già annunciato, ha aggiunto il ministero, grazie agli accordi stipulati dal governo e dagli operatori con altri paesi nei mesi scorsi, che prevedono di sostituire i circa 30 miliardi di metri cubi annualmente importati dalla Russia con circa 25 miliardi importati da altri Paesi.
L'obiettivo primario è arrivare al 90% degli stoccaggi alla fine dell'anno. Una condizione indispensabile per affrontare il prossimo inverno. Ma non basta. Lo scenario di uno stop del gas russo rimane una forte minaccia per l'Europa e in particolare per Paesi come la Germania e l'Italia.
A decidere fino a che punto può arrivare la minaccia saranno i tempi di un eventuale stop, dato ormai per scontato anche dalle autorità europee. Ecco perché oltre al contributo delle centrali a carbone, dei rigassificatori e del Gas liquefatto in arrivo dagli usa, alla spinta in arrivo dal gasdotto Tap e dal Transmed, l'Italia dovrà poter contare su un piano di taglio ai consumi, in caso di chiusura dei rubinetti da parte di Mosca. […]