FEBBRE DELL’ORO - IN QUESTI GIORNI È SUI 1700 DOLLARI L'ONCIA, CIOÈ VALE UN TERZO IN PIÙ DI DODICI MESI FA, E IL RINCARO È AVVENUTO IN MASSIMA PARTE NEL 2020, CON L'ECONOMIA GLOBALE SEMI-PARALIZZATA DAL COVID - NON SOLO: L’EPIDEMIA HA BLOCCATO LE ATTIVITÀ ESTRATTIVE - A COMPRARE ORO DI RECENTE SI SONO MESSE ANCHE LE BANCHE CENTRALI: PER ANNI HANNO SNOBBATO I LINGOTTI E HANNO LIQUIDATO MOLTE RISERVE AUREE, CONSIDERANDOLE UN RESIDUO DEL PASSATO, MA LA TENDENZA SI È INVERTITA, SOPRATTUTTO PER INIZIATIVA DI RUSSIA E CINA…
Luigi Grassia per “la Stampa”
Che l' oro luccichi di più quando l' economia reale va male è un fatto fisiologico, però questa crisi si è divertita a sparigliare un po' le carte, e alcune delle sue dinamiche sono risultate contro-intuitive. Cominciamo dai conti che tornano: l' oro in questi giorni è sui 1700 dollari l' oncia, cioè vale un terzo in più di dodici mesi fa, e il rincaro è avvenuto in massima parte nel 2020, con l' economia globale semi-paralizzata dal Covid.
Quando arriva la recessione i titoli azionari e i bond sono venduti in massa, e una parte del risparmio "orfano" va in cerca di beni-rifugio, come l' oro, appunto. Stavolta, però, ci sono state delle anomalie: in qualche fase della crisi attuale il valore dell' oro è andato giù con tutto il resto, perché il crollo dei portafogli ha fatto mancare la liquidità presso alcuni grandi investitori in misura così inusitata che questi sono stati costretti a vendere persino l' oro, pur di incassare qualcosa.
Adesso che la liquidità è stata garantita massicciamente dalle banche centrali il problema non si ripeterà, e le quotazioni del metallo giallo dovrebbero godere di un futuro prossimo positivo. In più, la crisi del 2020 ha introdotto un altro elemento insolito, cioè il blocco delle attività estrattive per ragioni sanitarie: ci sono in giro per il mondo miniere aurifere che lavorano a ritmo ridotto o non lavorano per niente, e questo crea altra tensione sul prezzo.
Invece l' oro è poco penalizzato dalla domanda industriale in calo causata dalla crisi generale, perché ha pochi usi industriali (al di là della gioielleria) a differenza di altri metalli preziosi come il platino e il palladio. Infine, a comprare oro di recente si sono messe anche le banche centrali: per anni hanno snobbato i lingotti e hanno liquidato molte riserve auree, considerandole un residuo del passato, ma la tendenza si è invertita, soprattutto per iniziativa di Russia e Cina.