ALITALIA, ADESSO SI VOLA VERSO IL FALLIMENTO - IN STALLO LE TRATTATIVE CON ETIHAD, CHE PONE CONDIZIONI DI INGRESSO NELLA COMPAGNIA DURE (E GIUSTE) COME QUELLE DI AIR FRANCE – L’OSTACOLO DEI SINDACATI - CHE FINE HA FATTO IL BILANCIO 2013 DELL'ALITALIA?

1- ALITALIA-ETIHAD, TRATTATIVA IN STALLO
Gianni Dragoni per 'Il Sole 24 Ore'

Nessun passo avanti nella trattativa tra Etihad Airways e Alitalia. Il consiglio di amministrazione della compagnia italiana, riunitosi ieri pomeriggio per poco più di due ore a Fiumicino, si è limitato a comunicare che «l'amministratore delegato ha illustrato ai consiglieri lo stato delle relazioni con Etihad, la compagnia degli Emirati Arabi Uniti».

Dietro la giustificazione del silenzio con l'impegno alla riservatezza per non compromettere una fase delicata nei rapporti con i potenziali investitori arabi, la sostanza è che ci sarebbe però ben poco da dire, perché la riunione sarebbe stata solo informativa. Non sarebbero state prese decisioni. C'è anche chi interpreta il riserbo come segno delle difficoltà, di una trattativa in salita dopo la letteraccia giunta mercoledì scorso, alla quale Alitalia ha inviato una prima risposta almeno per non interrompere il canale di comunicazione.

I vertici della compagnia araba hanno detto che per ora non ci sono le condizioni per inviare a Roma una lettera d'intenti sulla quale imbastire la trattativa finale che, secondo le aspettative dei soci italiani, dovrebbe portare entro alcuni mesi all'ingresso del vettore di Abu Dhabi con il 40% in Alitalia. Oltre alla relazione dell'a.d., Gabriele Del Torchio, al cda di ieri è intervenuto il superconsulente legale della compagnia, Sergio Erede. Erano presenti nella sede dell'aviolinea anche gli advisor finanziari dell'Alitalia, in particolare Citi.

Alla riunione, presieduta da Roberto Colaninno, il cda era al completo. Presenti tutti gli 11 consiglieri, compresi i due rappresentanti di Poste Italiane e l'unico consigliere di Air France-Klm, Pierre Francois Riolacci, arrivato da Parigi a Roma con un volo in leggero ritardo. Una presenza che conferma il ruolo vigile del partner franco-olandese, malgrado Parigi non abbia partecipato alla recente ricapitalizzazione e la sua quota sia scesa dal 25% a poco più del 7% del capitale.

Anche Air France-Klm sta dialogando con Etihad, con l'obiettivo (almeno questa la versione ufficiale) di ampliare gli accordi commerciali di code sharing tra Parigi e Abu Dhabi. Ma Air France-Klm potrebbe giocare nella partita il ruolo di convitato di pietra, se non di motore immobile, benché sia rimasta un po' spiazzata dall'interesse mostrato dal vettore degli Emirati Arabi Uniti per Alitalia.

L'interesse di Etihad però è sottoposto a condizioni draconiane, in parte identiche a quelle poste dai franco-olandesi per partecipare alla ricapitalizzazione, in particolare la ristrutturazione del debito di Alitalia-Cai per almeno 400 milioni di euro su un miliardo circa di debiti finanziari.

Su questo passaggio le banche sono apparse finora irremovibili, in particolare Intesa Sanpaolo che è il principale azionista e creditore di Alitalia. Altre condizioni sono ancora più dure. Etihad chiede anche garanzie, di non dover rispondere delle pendenze legali e controversie precedenti il suo eventuale ingresso nella compagine dei soci, tra i casi passati in rassegna c'è il contenzioso tra Alitalia e Carlo Toto riferito alla multa inflitta dal fisco ad Alitalia per l'iscrizione di aerei Airbus nel registro in Irlanda, un paradiso fiscale.

Tace il sindacato sul capitolo esuberi. Secondo indiscrezioni Etihad chiede fino a 3.100 esuberi definitivi, strutturali, oggi ci sono quasi 3mila lavoratori sottoposti ad ammortizzatori sociali, ma per lo più con cigs a rotazione e contratti di solidarietà per due anni. L'a.d. di Etihad, James Hogan, non vuole sedersi a trattare con i sindacati: chiede che questo lavoro lo faccia l'Alitalia. I contatti proseguono, con l'interessamento anche del governo, ma non si intravede una svolta a breve.


2-IL MISTERO DEL BILANCIO
Gianni Dragoni per 'Il Sole 24 Ore'

Che fine ha fatto il bilancio 2013 dell'Alitalia? Nessuno ne parla. Neppure il cda di ieri, che pure ha dato un'occhiata ai «primi mesi» di quest'anno, ha fatto sapere nulla sui conti 2013.

Negli anni precedenti Roberto Colaninno riuniva il cda sul progetto di bilancio tra la fine di febbraio e la fine di marzo. Trapela che il cda Alitalia ha deciso di ricorrere alla facoltà di rimandare l'approvazione del bilancio ai 180 giorni dalla fine dell'esercizio, vale a dire entro il 30 giugno. Una clausola che si invoca quando ci sono situazioni complicate o di emergenza. Per Alitalia potrebbero valere entrambe.

Tra le società quotate è stato chiesto il rinvio a fine aprile per i cda di bilancio delle due holding di Carlo De Benedetti, Cir e Cofide, perché il gruppo deve affrontare il caso Sorgenia e la ristrutturazione del debito, con la conversione in capitale e l'ingresso delle banche come azionisti nella società dell'energia guidata da Andrea Mangoni. Questi passaggi avranno un impatto non indolore sui conti 2013 di Cir e Cofide.

Una situazione simile potrebbe presentarsi per Alitalia in caso di accordo con Etihad: si renderebbero probabilmente necessarie operazioni di pulizia contabile che potrebbero appesantire il risultato finale, finora previsto in rosso per più di 300 milioni di euro (-287 milioni nei primi nove mesi).

Alla luce di questo ritardo, stride un po' l'affermazione che il cda Alitalia ieri «ha esaminato l'andamento economico-gestionale nei primi mesi dell'anno, in miglioramento rispetto al 2013 ed in linea con le previsioni di piano».
Quanto all'intero 2013, non pervenuto.

 

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