1- TRA MINISTRI PAROLAI (FORNERO, PASSERA, RICCARDI) E ANONIMI (CATANIA E BALDUZZI), CHI ISPIRA I MOVIMENTI DI MONTI NELLO SCACCHIERE INTERNAZIONALE SONO I “TECNICI-PRAGMATICI” GRILLI E L’EX TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA ENZO MOAVERO 2- UN “PANINO” AL VELENO! SEMBRA CHE, UNA VOLTA DEFINITO L’ORARIO DI PARTENZA DEI TRENI DI LUCHINO, MORETTI VOGLIA FAR PRECEDERE E SEGUIRE IL MOVIMENTO DEI TRENI DI NTV CON I TRENI FS A TARIFFE SCONTATE IN MODO DA “SCHIACCIARLI” IN TEMPO REALE 3- PER ABRAMO BAZOLI ESISTONO SOLTANTO GLI ZALESKI, GLI ZUNINO E I FIGLI DI LIGRESTI 4- RAI CORPORATION IN SUBBUGLIO: VOGLIONO BOICOTTARE LA VISITA DI MONTI DA OBAMA? 5- VIVA BRIATORE! “OLIMPIADI 2020. SE VUOI FARE UNA FESTA DEVI AVERE I SOLDI PER PAGARLA”

1- STRANO MA MOAVERO
Nel borsino dei ministri bisogna distinguere tre categorie: parolai, anonimi, pragmatici.

Nel primo gruppo la leadership è sicuramente occupata dalla ministra del Welfare Fornero che tra una lacrima e l'altra sta creando non poche preoccupazioni al Premier preoccupato di rompere il filo sottile con i sindacati. A ruota della ministra c'è Corradino Passera che dopo la nascita dell'ultimo figlioletto Giovanni ha gridato di fronte ai giornalisti del Forum di Davos: "vi faremo stupire".

Il terzo chiacchierone è Riccardi, il patron della Comunità di Sant'Egidio sul quale nemmeno in Vaticano scommettono un santino perché ne conoscono i limiti e la debolezza. Un discorso a parte meriterebbe Tonino Catricalà che Dagospia chiama CatricaLetta per la sua inesauribile volontà di mediare tra gli opposti interessi, una virtù che lo ha portato a salire sugli specchi per giustificare il lenzuolino delle liberalizzazioni.

La categoria dei ministri anonimi che fanno poco e di cui l'opinione pubblica stenta a ricordare i nomi va dal titolare dell'Agricoltura, Catania, a quello della Sanità, Balduzzi, e lambisce anche il titolare della Farnesina, Guido Terzi di Sant'Agata, un diplomatico dal tratto fine che finora non ha manifestato alcuna proposizione memorabile.

Molto più interessante appare la classifica dei "tecnici-pragmatici" che preferiscono coniugare i fatti a poche parole.

Il borsino del governo segnala due personaggi: il primo è Vittorio Grilli, il pallido viceministro del Tesoro che si muove con grande discrezione dietro le quinte con l'obiettivo di inaugurare la vendita dei gioielli di Stato, un'operazione che ha vissuto in prima persona all'inizio degli anni '90 con Ciampi e Draghi. Quando apre bocca si capisce benissimo che Grilli ha uno standing internazionale e non a caso la sua concretezza piace agli investitori istituzionali che sta incontrando in giro per il mondo facendo balenare specchietti succulenti.

Accanto a questo grand commis bisogna aggiungere la figura di Enzo Moavero, il ministro per gli Affari Europei che ieri è apparso per un attimo dietro la fotografia di Monti, Merkel e Sarkozy. Non ha l'aria simpatica e il suo rigido comportamento risente degli anni in cui ha prestato servizio alla Guardia di Finanza con il grado di tenente, ma sarebbe un grande errore sottovalutarne le qualità.

Non è nemmeno un bocconiano perché Moavero che adesso ha 57 anni, si è laureato a La Sapienza di Roma poi ha proseguito i suoi studi all'università del Texas e al Collegio europeo di Bruges. Qui probabilmente gli è capitato tra le mani il prezioso libretto "L'arte di tacere" che l'abate francese Dinouart scrisse nel ‘700 dove si legge tra l'altro: "è bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio".

Questa è diventata la sua regola di vita ed è il principio che gli ha consentito di legare una stretta amicizia con Mario Monti nei cinque anni in cui il Professore di Varese è stato Commissario a Bruxelles. Oggi la regola per Monti è saltata perché il premier è diventato logorroico oltre ogni limite, ma l'intesa tra i due è più salda che mai.

A segnalarlo per la sua esperienza in materia di diritto e di politica europea fu Carlo Azeglio Ciampi che già nel '94 lo nominò sottosegretario agli Affari europei. Monti l'avrebbe voluto accanto a sé alla presidenza del Consiglio ma il gioco degli opposti equilibri ha privilegiato l'immarcescibile e loquace CatricaLetta.

Ciò non toglie che a Bruxelles e nelle capitali europee siano convinti che Enzo Moavero rappresenti qualcosa di più di un semplice consigliere. Per alcuni il suo pragmatismo sarebbe la risorsa che ispira i movimenti di SuperMario nello scacchiere internazionale.


2- LA CONTROFFENSIVA DI MORETTI
Gli uscieri del palazzo-obitorio delle Ferrovie stanno godendo come pazzi per il match tra Moretti e Luchino di Montezemolo.

Con le orecchie tese verso gli uffici di Ntv che si trovano a poche centinaia di metri dai loro corridoi, hanno appreso ieri la notizia che la società di Luchino e dei suoi compagni di merenda aprirà il sito per la vendita dei biglietti sui treni "Italo" esattamente alla metà di febbraio.

Dal 15 di quel mese migliaia di italiani potranno prenotare le corse sui tre treni che per adesso fanno parte della flotta concorrente. Allo stato attuale sembra che dentro Ntv ci sia ancora un gran dibattito sulle tariffe da applicare nelle quattro classi delle Frecce d'argento, prezzi che comunque dovrebbero essere in grado di sbaragliare la Frecciarossa. Sarà una concorrenza all'ultimo sangue che dovrà catturare soprattutto la clientela che viaggia sulla tratta Milano-Roma dove peraltro si sta registrando un calo di passeggeri dovuto alla crisi economica.

Moretti non sta con le mani in mano e sta preparando una duplice controffensiva. A partire da marzo, quando saranno note le tariffe di Ntv, le Ferrovie lanceranno offerte speciali con prezzi speciali facendo ponti d'oro ai viaggiatori speciali della "Carta Frecciarossa". A questo proposito gli uscieri hanno saputo che l'azienda sta preparando una massiccia campagna pubblicitaria per inondare con offerte strepitose tutti gli spazi pubblicitari disponibili sui media e nelle stazioni.

Ma c'è una seconda offensiva molto più subdola e segreta che Moretti ha congegnato nella sua mente rutilante. Gli uscieri la chiamano "panino" ed è un marchingegno di natura squisitamente tecnica che se sarà realizzato farà entrare l'ex-sindacalista di Rimini nell'inferno dantesco. Sembra infatti che, una volta definito l'orario di partenza dei treni di Luchino, Moretti voglia far precedere e seguire il movimento dei convogli di Ntv con i treni FS a tariffe scontate in modo da "schiacciarli" in tempo reale.

Il tutto alla faccia dell'Autorità dei Trasporti conclamata dal governo che se le cose andranno bene potrà evitare lo "strangolamento" di Luchino e di "Italo" non prima di un anno.


3- PER BAZOLI ESISTONO SOLTANTO GLI ZALESKI, GLI ZUNINO E I FIGLI DI LIGRESTI.
Dopo settimane di attesa ieri Abramo-Bazoli, l'ottuagenario presidente di IntesaSanPaolo, ha rotto il silenzio in favore del nuovo governo.

Lo ha fatto durante la presentazione del ciclo di incontri "Vincitori e vinti. L'Italia e il Risorgimento" promosso dalla sua banca. Se la cronaca dei giornali è fedele bisogna dire che il presidente non si è sprecato e quando ha parlato del premier ha apprezzato l'opera di "divulgazione" che Monti sta facendo per stimolare il buon esito delle aste del Tesoro.

Nemmeno una parola è stata dedicata al suo ex-bracciodestro Corradino Passera che è stato sostituito al vertice di Intesa dall'assicuratore "tedesco" Cucchiani, un uomo che al Forum di Davos si è distinto per il suo pensiero debole. Da parte sua Bazoli ha voluto cogliere l'occasione per parlare dell'economia reale piuttosto che della finanza, ma qui è venuta fuori inevitabilmente la sua visione elitaria che dimostra come questo banchiere abbia il cervello sempre immerso nei nobili ideali dei salotti buoni, ma sia profondamente lontano dalle cose terrene.

A chi lo interrogava sulla crisi del credito, l'Abramo di Brescia ha detto con fare innocente che il sistema Italia non gira e "il cavallo non beve perché le domande non giungono da parte degli industriali che sono sfiduciati".

Nessuno può negare che la fiducia sia caduta in misura verticale nel mondo delle imprese, ma Bazoli dovrebbe guardare anche all'immenso universo delle piccole e medie imprese che arrancano disperatamente alla ricerca del credito. E quando lo ottengono portano a casa tassi di interessi passivi che fanno rabbrividire.

È questa l'economia reale a cui dovrebbe pensare dimenticando per un attimo che non esistono soltanto gli Zaleski, gli Zunino e i figli di Ligresti.


4- RAI CORPORATION IN SUBBUGLIO
Oggi pomeriggio in un palazzo di New York 40 persone seguiranno con ansia le notizie sul consiglio di amministrazione della Rai che deve decidere per la nomina del direttore del Tg1 e delle testate regionali.

Sono i dipendenti della Rai Corporation, la società che dal 1960 ha la sua sede principale a Manhattan e ha il compito di produrre e distribuire i programmi negli Stati Uniti. Tra i 40 dipendenti circa 38 hanno già avuto la lettera di licenziamento e il 3 aprile dovranno alzare i tacchi lasciando sul campo il direttore Guido Corso che con un paio di collaboratori dovrà tenere in vita questo ramo aziendale.

Anche lui sa benissimo che si tratta di una funzione provvisoria perché a Roma hanno deciso di chiudere gli uffici di corrispondenza di molte capitali straniere e di appoggiarsi con un accordo quadro all'agenzia internazionale Associated Press.

Il problema è che ad oggi questo accordo, che costerà parecchi milioni, non è ancora stato firmato e a viale Mazzini se ne fottono altamente della sorte della Rai Corporation dove l'ultimo direttore è stato Massimo Magliaro, un esponente dell'MSI e della destra contestato duramente per l'affitto della casa a New York (11.500 dollari al mese), l'autista (8.500 dollari) e la carta di credito (52.000 dollari).

Per richiamare l'attenzione sul loro problema i giornalisti e i tecnici si stanno mobilitando e sono intenzionati a disturbare con l'assenza di servizio la visita di Monti che venerdì prossimo arriverà in America per incontrare Obama.


5- VIVA BRIATORE!
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che ieri Flavio Briatore, il 61enne ex-manager della Formula1 si è pronunciato con parole forti sulle Olimpiadi 2020.

Sotto gli occhi della moglie Elisabetta Gregoraci e del figlioletto Nathan Falco, ha detto: "se Monti chiede sacrifici a tutti non si possono fare debiti con lo sport. L'Italia non ha bisogno di farsi conoscere con 15 giorni in televisione: investano questi soldi per i musei, per creare posti di lavoro e aumentare il Pil. Se vuoi fare una festa devi avere i soldi per pagarla".

Così parlò l'ex-playboy del Billionaire. Con grande saggezza".

 

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