LIGRESTI IN PARADISO (FISCALE), FONSAI ALL’INFERNO - L’ISVAP SILURA IL VEICOLO PARACULO IN CUI ‘SALVARE’ LE PARTECIPAZIONI CHE CONTANO - OGGI CDA STRAORDINARIO PER CORRERE AI RIPARI, IL TITOLO CALA - DALLE BAHAMAS, IL SOCIO PER NIENTE OCCULTO DE FILIPPO NON DICE CHI SONO I BENEFICIARI DI QUEL PACCHETTO DEL 12,5% TENUTO NASCOSTO ALLA CONSOB - IL SOSPETTO È CHE SIANO PROPRIO I LIGRESTI, CHE AVREBBERO COSÌ DETENUTO ILLEGALMENTE QUOTE IN PARADISI FISCALI - IPOTESI DALLE BANCHE: LIQUIDAZIONE IN BONIS (CON ENRICO BONDI), CESSIONE DI BENI, MA C’È CHI VUOLE UNA SOLUZIONE DRASTICA: CONCORDATO PREVENTIVO…

1- ALT ISVAP AL VEICOLO FONSAI...
Rosario Dimito per "Il Messaggero"

L'Isvap frena il piano FonSai di conferire le partecipazioni strategiche (Mediobanca, Generali, Pirelli, Rcs, Unicredit, Gemina) per un valore di oltre 600 milioni in un veicolo il cui 40% potrebbe essere ceduto al Credit Suisse. Le tecnicalità illustrate ieri dall'ad Emanuele Erbetta e dal dg Piergiorgio Peluso non sarebbero condivise dall'Authority e, per stasera alle 18, secondo quanto risulta a Il Messaggero, sarebbe stato convocato un cda straordinario della compagnia presieduta da Jonella Ligresti per assumere decisioni conseguenti. Sembra che l'Autorità non gradisca che FonSai mantenga il controllo del veicolo pur facendo cassa e voglia beneficiare di 8-12 punti ai fini dei coefficienti di solvibilità.

Un'altra tegola sul gruppo della famiglia di Salvatore Ligresti che ieri pomeriggio ha presentato alle banche il piano di ristrutturazione di Sinergia-Imco, le holding a monte di Premafin-FonSai gravate da 325 milioni di debiti: 177 milioni con Unicredit, 41 Banco Popolare, 32 Bpm, 30 Ge, 21 Banca Sai, 6,5 Mps, 4 Cassa Lombarda, 2,5 Hypo, il resto presso altri istituti. Le banche avrebbero respinto il piano. Alla riunione erano presenti Salvatore Rubino, dg di Sinergia, il team di Matteo Manfredi, ad della Leonardo & co, advisor dei Ligresti, l'avvocato Vittoria Giustiniani (Bonelli Erede Pappalardo) per gli istituti.

Il mondo Sinergia ha chiuso il primo semestre con 47 milioni di perdite a causa di 4 milioni di valore della produzione e costi per 30. In portafoglio una cinquantina di immobili, tra cui la Tenuta Cesarina, con un valore di 604 milioni. Alle banche sarebbero stati chiesti 30 milioni di nuova finanza per l'attività corrente e l'allungamento dello stand still di due anni al marzo 2015. Due la strade proposte per uscire dalle secche, entrambe bocciate: la dismissione di tutti i cespiti, tra cui il 20% di Premafin che possiede il 35,7% di FonSai con l'impegno delle banche, ora per allora, di rinunciare a eventuali crediti che non dovessero essere rimborsati oppure la datio in solutum.

Cioè alle banche verrebbero attribuiti gli immobili a soddisfacimento dei propri crediti. Non si sarebbe fatto cenno alla nomina di un liquidatore. Di fronte al doppio no delle banche, le parti si sarebbero aggiornate per una prossima riunione da tenersi il 19. Nei prossimi giorni gli istituti si vedranno tra loro per concordare una linea comune. Al termine del vertice, Jonella Ligresti, Erbetta e Peluso si sono incontrati con Gerardo Braggiotti per studiare altre misure su FonSai.


2- FONSAI: OGGI POSSIBILE CDA, IL TITOLO CALA...
Finanza.com - Indiscrezioni di stampa parlano anche di una possibile convocazione per oggi di un Cda straordinario della società per prendere atto dello stop da parte dell'Isvap e per trovare vie alternative al piano, oltre alla discussione su questioni legate al capital management. Per domani invece è atteso l'incontro con l'autorità di vigilanza. Un altro Cda sarebbe previsto anche per lunedì 12 dicembre, in anticipo rispetto a quello già programmato per il 19 dicembre.

In netto ribasso il titolo a Piazza Affari dove al momento mostra un calo del 2,28% a quota 1,158.


3- DA BAHAMAS NUOVI GUAI PER LIGRESTI...
Andrea Di Biase per "Milano Finanza"

Arriva da Nassau, la capitale delle Bahamas, un nuovo colpo di scena nella già intricata vicenda della ristrutturazione del gruppo Ligresti, che rischia di mettere in forte difficoltà l'ingegnere di Paternò. Nella mattina di ieri The Heritage Trust, la cui sede legale si trova appunto nella capitale dell'arcipelago caraibico, ha infatti reso noto, attraverso Giancarlo De Filippo, un professionista con base a Montecarlo che svolge il ruolo di trustee, di detenere il 12,15% di Premafin, la holding controllata dalla famiglia Ligresti cui fa capo il 35,76% di Fondiaria-Sai.

Una comunicazione solo apparentemente di routine, ma che è invece carica di insidie per le sorti dello stesso gruppo Ligresti, alle prese con la ristrutturazione del debito di Sinergia e Imco, le holding a monte di Premafin, e con il difficile rilancio del gruppo assicurativo. Da oltre un anno, a partire dall'ingresso in Premafin di Vincent Bolloré con il 5%, la Consob ha avviato un'indagine per fare luce sui reali assetti proprietari della holding.

Un'indagine volta a verificare, in particolare, chi fossero i reali beneficiari del pacchetto del 9% di Premafin che fino al novembre dello scorso anno, almeno stando alle comunicazioni ufficiali, era detenuto in conto terzi dal Credit Agricole. Proprio nell'ambito di questa indagine della Consob, da cui è nata un'inchiesta parallela condotta dalla Procura di Milano e che vede indagato lo stesso Salvatore Ligresti per ostacolo all'autorità di vigilanza, è emersa la partecipazione detenuta dal trust delle Bahamas in Premafin.

Il nome di De Filippo, che siede nel cda di alcune società della famiglia Ligresti, era già apparso lo scorso anno come uno dei possibili intestatari di parte della quota detenuta dal Credit Agricole. Ora il professionista 73enne figura quale gestore del trust che possiede il 12,15% di Premafin. Chi siano i beneficiari del trust, almeno per il momento, non è dato saperlo. Nessuna indicazione è arrivata dalla Consob e De Filippo, pur cercato più volte al telefono, non è stato rintracciabile.

Il sospetto, raccolto in ambienti finanziari, proprio in virtù dei rapporti tra il professionista e il gruppo Ligresti (De Filippo è tra l'altro presidente di Minoritaria, la holding spagnola cui fa capo il 5% di Sinergia), è che quel pacchetto del 10,5% di Premafin possa essere riconducibile a vario titolo alla famiglia stessa. Forse qualche indicazione in più arriverà nei prossimi giorni quando De Filippo dovrebbe procedere alla comunicazione ufficiale alla Consob in base all'articolo 120 del Tuf.

Ieri The Heritage Trust, su richiesta dell'authority guidata da Giuseppe Vegas, si è infatti limitato a indicare di essere nella disponibilità del pacco di azioni Premafin attraverso alcune società controllate. De Filippo ha inoltre fatto sapere che la partecipazione è rimasta invariata dal 31 dicembre 2010 a oggi, ragion per cui il trust sarebbe già passibile di sanzione da parte della Consob.

Ufficialmente la famiglia Ligresti è rappresentata tra i soci di Premafin dai tre fratelli Jonella, Giulia e Paolo con il 10,005% ciascuno e da Starlife che attraverso Imco e Sinergia detiene un altro 20,005%. Inoltre Premafin può contare su azioni proprie, in portafoglio però alle controllate FonSai e Milano, per il 6,717%.

Altri soci sono Bolloré che un anno fa ha rilevato il 5,015% e ancora il Credit Agricole Suisse che ha un residuo 2,59% in intestazione conto terzi. Questi soci detengono quindi complessivamente il 64,3% di Premafin e con il nuovo 12,15% dichiarato dal trust di Bahamas i grandi soci della finanziaria arrivano a rappresentare il 76,45% del capitale.


4- SPUNTA IL SOCIO OCCULTO DI LIGRESTI...
Dall'articolo di Vittoria Puledda per "la Repubblica"

(...) Dunque, è almeno dalla fine dello scorso anno che esiste il pacchetto. Che avrebbe dovuto essere comunicato - l´obbligo scatta sopra il 2% - entro cinque giorni lavorativi dall´acquisizione, mentre solo ora de Filippo spiega che verrà comunicato il dettaglio «nei modi e secondo i tempi d´uso, ai sensi delle norme vigenti». Praticamente scontata la sanzione da parte della Consob, che peraltro ha sollecitato il manager a darne subito informazione al mercato. (...)

Ieri, peraltro è stata una giornata importante anche per la ristrutturazione del debito nelle società a monte della catena di controllo Ligresti. Le banche creditrici di Sinergia-Imco si sono infatti incontrate con l´advisor Leonardo e co (presso la cui sede in un secondo momento si sono recati anche amministratore delegato, direttore generale e presidente di Fonsai) per discutere del piano.

Due le ipotesi sul tappeto: la liquidazione in bonis del gruppo, sulla schema Tassara (tra i nomi dei possibili ristrutturatori si fa quello di Enrico Bondi) oppure la cessione di asset alle banche, a sconto dei debiti. Una parte almeno degli istituti però propenderebbe per una soluzione più drastica, con un concordato preventivo. Sul tappeto c´è anche la richiesta di nuova finanza, fino a 30 milioni, su cui difficilmente il 19 dicembre, giorno del prossimo incontro, ci sarà l´ok delle banche.

 

Giulia Paolo Jonella e Salvatore Ligresti Salvatore Ligresti Emanuele ErbettaFONSAICredit Agricole e Generali logogiuseppe vegasGiancarlo Giannini

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