BANCHE, NULLA SARA' COME PRIMA - PER CHIUDERE SU UBI, L'OBIETTIVO DI MESSINA E' SUPERARE I DUE TERZI DEL CAPITALE DI UBI (67%) MA OCCORRERA' CONVINCERE (CASH) GLI INVESTITORI ISTITUZIONALI (TRA CUI IL FONDO PARVUS) E I SOCI IMPRENDITORI - E IL RISIKO CONTINUA: MUSTIER (UNICREDIT) CORTEGGIA CASTAGNA (BPM), SU MPS "RIPULITA" PUNTANO BPER (UNIPOL) E BPM - IL MEF DI GUALTIERI PER UN POLO UNICO BPER-BPM-MPS - IL RUOLO DI NAGEL-MESSINA-CIMBRI COME PERNO DEL SISTEMA CONTRO MUSTIER-DEL VECCHIO-CAIRO: NE VEDREMO DELLE BELLE...
1. INTESA-UBI ARRIVA AL RUSH FINALE MONTE PASCHI ASPETTA LO SPOSO
Gian Maria De Francesco per ''il Giornale''
Carlo Messina e victor Massiah
Iniziano oggi le ultime sette sedute di Borsa dell'Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca che si concluderà il prossimo 28 luglio. Dopo le annunciate adesioni di Cattolica, delle Fondazioni Cr Cuneo e Banca del Monte di Lombardia nonché del Sindacato azionisti Ubi, i titoli in mano a Ca' de Sass dovrebbero attestarsi sopra il 20% del capitale del gruppo guidato da Victor Massiah.
Il vero obiettivo, al momento, è superare i due terzi del capitale al fine di convocare un'assemblea straordinaria per la fusione. Per raggiungere il target occorrerà convincere sia gli investitori istituzionali (circa il 45% tra cui i fondi Parvus e Silchester con circa il 16,5% complessivo) che i soci imprenditori.
Proprio a questi ultimi si è rivolto il Ceo di Intesa, Carlo Messina presentando il rinforzo cash di 652 milioni dell'Ops e dichiarando che «hanno rappresentato la base e la storia di Ubi e vogliamo che rimangano azionisti stabili di Intesa».
Un aiuto è giunto anche dal presidente di Fondazione CrCuneo, Giandomenico Genta, che non solo ha apportato il 5,9% ma ha anche dichiarato di «aver contribuito a far sì che tutti coloro che vogliono aderire ricevano la soddisfazione che meritano».
Un altro argomento a favore di Intesa è costituito dalle osservazioni dell'Antitrust che, approvando l'Ops, ha bollato come «ipotesi di lavoro» i progetti di aggregazione di Ubi con altri istituti, argomento invocato da Massiah come deterrente. Il tema del risiko resta, però, centrale in tutto il settore bancario italiano invitato dal capo della Vigilanza Bce, Andrea Enria, a «considerare queste operazioni» per fronteggiare l'indebolimento del quadro macroeconomico causato dalla pandemia. E non si può dire che i top banker del nostro Paese non si stiano muovendo.
Anche Unicredit non sarebbe indifferente ai processi in corso. L'ad Jean-Pierre Mustier avrebbe incontrato, secondo quanto riferito dal Gazzettino, il capo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna.
Formalmente il numero uno di Piazza Gae Aulenti ha sempre smentito l'interesse per l'M&A in quanto la banca è concentrata sul piano industriale focalizzato sulla digitalizzazione.
La mossa di Intesa su Ubi, se l'Ops avrà successo, potrebbe essere un gamechanger e, di certo, tutti stanno iniziando a guardarsi intorno. Proprio Castagna, in un incontro svoltosi a giugno con gli analisti di Equita, aveva sottolineato che il gruppo di Piazza Meda è incentrato su una «ulteriore razionalizzazione del real estate» (con cessioni per un altro miliardo sui 3,6 miliardi previsti dal piano) e un'ulteriore riduzione dei costi operativi.
Azioni prodromiche ad arrivare «in perfetta forma» a un'aggregazione. Lo stesso discorso vale per il Monte dei Paschi sul quale il Tesoro ha confermato la dismissione del 68,2% entro il 2021.
Rocca Salimbeni giovedì scorso ha nominato advisor per «valutare le alternative strategiche» Mediobanca, già consulente di Intesa su Ubi. Una volta che l'ad Guido Bastianini avrà dato corso alla scissione del veicolo per gli Npl ad Amco, il nuovo Monte sarà pronto per le nozze.
E la presenza di Mediobanca fa pensare a Bper, già destinata a rafforzarsi con i 532 sportelli Ubi che Ca' de Sass si è impegnata a cedere.
L'altra strada porta a Milano, considerato che l'ex Cfo Andrea Rovellini è ritornato al Banco Bpm e che nelle scorse settimane ci sarebbe stata qualche interlocuzione tra top manager. Ultima ma non meno importante PopSondrio. Con la sentenza della Corte Ue che conferma l'obbligo di trasformarsi in spa, anche in Valtellina sarà risiko.
2. UNICREDIT CORTEGGIA BANCO BPM E NEL RISIKO ENTRANO BPER E MPS
Rosario Dimito per ''Il Messaggero''
Nulla sarà più come prima.
L' affondo di Intesa Sanpaolo su Ubi, ormai quasi certamente in porto dopo il ritocco di 0,57 euro per azione, cambia la fisionomia del mondo bancario in un contesto economico e sociale sconvolto dalla pandemia.
«L' operazione notificata potrebbe essere suscettibile di avere un impatto sistemico sul più ampio ambito nazionale», ha sentenziato l' Antitrust nel via libera alla concentrazione. Dietro il nuovo colosso qualcosa deve accadere anche per la spinta della Bce, che sollecita Unicredit, Banco Bpm, Bper (nonostante il balzo dimensionale con le filiali Ubi), ma anche Mps dal quale lo Stato fra un anno e mezzo deve uscire.
Si aprirà una nuova fase del consolidamento in un contesto precario, con imprese e famiglie allo stremo, Pil in caduta libera, disoccupazione alle stelle, prospettive nebbiose anche a causa di un' Europa che continua a marciare a più velocità e in uno scenario di tassi a zero divenuto una lama a doppio taglio.
La ripresa resta affidata alle banche che in Italia sono solide e potranno superare gli stress test della recessione. Giocoforza, il nuovo gigante Intesa-Ubi accelera il risiko per mettere gli istituti nelle condizioni di reggere il peso della ripresa economica ma anche della sfida tecnologica del fintech che, in un arco di pochi anni, porterà online l' intermediazione finanziaria.
Per l' Antitrust l' Ops di Intesa Sp ha infranto la sostanziale simmetria fra Ca' de Sass e Unicredit con rischi per la concorrenza alleviati dalla cessione dei 532 sportelli a Bper.
Ma la simmetria potrebbe ripristinarsi con una contromossa di Unicredit che, di là delle reiterate dichiarazioni di Jean Pierre Mustier - ancora ieri al quotidiano economico di Zurigo Finanz und Wirtschaft il banchiere francese ha ribadito di non avere in animo un nuovo m&a perché concentrati sulla trasformazione digitale - qualcosa nel grattacielo Gae Aulenti si sta muovendo.
E delle possibili mosse del risiko se ne sarebbe parlato informalmente a lato del cda Unicredit di martedì 7, segnando una svolta perchè l' attenzione ora sarebbe rivolta al mercato domestico, dopo le ipotesi SocGen, Commerz, Lloyds, Ing.
LA RETE DI NAGEL
Un possibile target nel consolidamento sarebbe Banco Bpm, terzo gruppo per attivo e filiali, con presidi significativi in Lombardia e Nord Est, aree dove Unicredit ha maglie molto larghe. Per valutare possibili sviluppi, tre settimane fa ci sarebbero stati due incontri distinti, avvenuti a qualche giorno di distanza, sui quali va registrato il no comment delle parti. Il presidente di Unicredit Cesare Bisoni avrebbe invitato Massimo Tononi, mentre Mustier avrebbe ricevuto Giuseppe Castagna. Va subito annotato come, rispetto all' Ops di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca, l' approccio di Unicredit appaia friendly.
Colloqui informali nei quali, da quanto trapelato, si sarebbe accennato a possibili evoluzioni tra i due istituti. Mustier avrebbe fatto cenno all' ipotesi di riassetto organizzativo del gruppo in cantiere da almeno un anno con la nascita della subholding italiana sotto la quale verrebbero trasferite le partecipazione estere. Alla holding continueranno a far le 2.700 filiali italiane.
ROBERTO GUALTIERI CARLA RUOCCO
Secondo i piani di Mustier, nell' eventualità che il Banco (1.750 sportelli) dovesse accettare l' aggregazione, sarebbe questa la strada da seguire per consolidare il secondo gruppo bancario. Siccome le poltrone hanno il loro peso, se la fusione si potesse fare in pochi mesi, la poltrona di presidente sarebbe vacante: Bisoni è indisponibile per un altro mandato.
Poltrone o no, in Piazza Meda, sfumata la possibilità di un matrimonio con Ubi proposto da quest' ultima per sfuggire all' abbraccio di Intesa, ci sarebbero altre due ipotesi sul tavolo, in un gioco a incastro che rischia di creare un ingorgo nel risiko italiano. Potrebbe esserci la carta Bper, di cui Unipol è il socio forte che ne vuol fare il terzo polo italiano, subito dopo aver assimilato il boccone delle filiali di Intesa e poi, nonostante le smentite ufficiali, quella di Mps verso il quale potrebbe in qualche modo fare rotta anche Bper.
Poi c' è una quarta ipotesi, che al Tesoro si vorrebbe esplorare per creare un polo unico fra Banco Bpm, Bper e Mps. In questo gioco di specchi si aggira Mediobanca: l' ad Alberto Nagel è diventato advisor di Intesa Sp, di Mps, ed è in buoni rapporti con Carlo Cimbri, ad di Unipol ma anche con Tononi. Rapporti freddi invece con Mustier. E nelle aggregazioni i rapporti personali hanno influenza, possono costituire il collante.