L’ULTIMA GIRAVOLTA DI BOLLORÉ – VIVENDI ERA ENTRATA NEL CAPITALE DI LAGARDERE PER SALVARLA DA "AMBER", MA POI IL FINANZIERE BRETONE HA CAMBIATO IDEA E HA FREGATO IL PATRON (CHE STRANO), FACENDO UN PATTO PROPRIO CON IL FONDO PER CHIEDERE LA CONVOCAZIONE DI UNA NUOVA ASSEMBLEA (CONTRO ARNAULT) – È UN CLASSICO CHE I SUOI NEMICI RICORDANO SEMPRE: ENTRA IN SOCIETÀ COME AMICO INNOCUO E POI LA FAGOCITA DALL’INTERNO E NE PRENDE IL CONTROLLO
Leonardo Martinelli per “la Stampa”
I nemici di Vincent Bolloré lo ricordano sempre: ogni volta il magnate francese entra in una società come amico-salvatore, all'apparenza innocuo. Ma poi la fagocita dall'interno, prendendone il controllo. È quello che ha cercato di fare tramite Vivendi, la media company che controlla, con Mediaset (ma qui le cose si sono complicate e ieri l'azienda da Parigi ha mandato una lettera ai dirigenti del Biscione, che sembra l'offerta di una tregua).
Ed è quello che Bolloré sta facendo ancora mediante Vivendi con il gruppo francese Lagardère, da anni in grosse difficoltà. Ha in dotazione, comunque, asset interessanti, come la casa editrice Hachette, la radio Europe 1 e il settimanale Paris Match. Alla guida vi è Arnaud Lagardère, figlio di Jean-Luc, il mitico fondatore.
E con Arnaud ai comandi, il gruppo ha perso colpi. Ma lui, con appena il 7,3% del capitale, ne mantiene ancora la gestione, grazie allo statuto atipico del gruppo in accomandita per azioni. Dal 2016 ha cominciato a comprare titoli della Lagardère il fondo Amber, ormai al 20%, che all'assemblea generale di maggio ha tentato il ribaltone, per mettere Arnaud in minoranza nel Cda e poi cercare di cambiare lo statuto.
Ebbene, il mese precedente, acquisendo il 10%, Vivendi era entrata nel capitale e, appoggiando poi Monsieur Lagardère in assemblea, lo aveva salvato. Si diceva che Bolloré era intervenuto per amicizia, in ricordo di Lagardère padre. Altri, invece, «annusarono» un nuovo colpo: il gruppo potrebbe interessare a Vivendi e in particolare Hachette, «produttore» di contenuti.
Fra l'altro, subito dopo, Arnaud aveva chiamato in soccorso anche Bernard Arnault, che ha acquisito il 25% della holding familiare dei Lagardère. Bolloré aveva protestato: in ballo entrava un magnate concorrente (pure lui presente nei media) o forse aspettava solo il pretesto per partire all'attacco.
Lo ha fatto puntualmente: è salito al 23,5% del capitale. E ieri a sorpresa Vivendi ha concluso un accordo con Amber. Insieme chiederanno dei rapresentanti nel Cda e la convocazione di una nuova assemblea (che Arnaud può rifiutare, ma Vivendi e Amber sarebbero decisi a ricorrere al tribunale di commercio).
arnaud lagardere con jade foret
Bisogna vedere cosa farà Bernard Arnault, ma Monsieur Lagardère potrebbe perdere il controllo del gruppo e la gestione. Intanto, in quest' afosa estate Bolloré non sembra proprio prendere vacanze.
Dopo che il tribunale di Madrid ha congelato il progetto MediaForEurope, ieri Vivendi ha inviato una lettera ai vertici di Mediaset chiedendo al Biscione di definire un nuovo piano al quale il gruppo di Bolloré potrebbe aderire. Resta, ccomunque, da risolvere il problema delle cause miliardarie per danni intentate da Mediaset sulla vicenda Premium, che innescò lo scontro. Bolloré sta bluffando?
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