del vecchio benetton

BILANCIO DALLA FINESTRA - LEONARDO DEL VECCHIO INCORONA IL SUO BRACCIO DESTRO FRANCESCO MILLERI COME AD DI ESSILUX, COLOSSO DA 63,4 MILIARDI. MA IL GRUPPO HA CHIUSO IL 2020 CON IL CROLLO DEGLI UTILI (-59%) E DEI RICAVI (-17%) - VA MALE ANCHE AI BENETTON: NELLA GALASSIA DI FAMIGLIA (AEROPORTI DI ROMA, ASPI, AUTOGRILL) SONO STATI BRUCIATI 4,5 MILIARDI DI RICAVI - PER ADR HA PESATO IL CROLLO DEL TRAFFICO PASSEGGERI (-76,8%) - I RICAVI DA PEDAGGIO SONO DIMINUITI DEL 24% A 2,79 MILIARDI….

Leonardo Del Vecchio

1 - DEL VECCHIO INCORONA MILLERI IN ESSILUX

Sara Bennewitz per “la Repubblica”

 

Essilux chiude il 2020 con ricavi (-17%) e utili (-59%) in calo, ma con un aumento della solidità patrimoniale, che le fa vedere rosa per il 2021, quando stima di tornare sui livelli del 2019, a prima del virus. Con questi risultati e con quelli che verranno nessuno si meraviglia più che il presidente e primo socio Leonardo Del Vecchio annunci quello che aveva in mente da sempre: il suo braccio destro Francesco Milleri in vista del rinnovo del cda che abolisce la governance paritetica sarà l' ad di un colosso da 63,4 miliardi.

 

FRANCESCO MILLERI

Essilux è la più grande impresa privata tricolore per capitalizzazione e Milleri che fino al 2016, quando ha assunto le prime deleghe in Luxottica, faceva l' imprenditore a tempo pieno sarà il suo timoniere. Classe 1959, il manager esperto di sistemi informatici ha aiutato Del Vecchio a trasformare colosso degli occhiali in un' azienda 4.0, una piattaforma di prodotti, servizi e negozi che ora si appresta a integrare il colosso delle lenti francese Essilor con cui si è fusa nel 2018. Gli analisti scommettono inoltre che entro luglio (quando scadrà l' esclusiva e scatterà la penale da 400 milioni) Essilux riuscirà anche a rilevare i negozi di GrandVision. E con uno sconto rispetto ai 7,2 miliardi pattuiti.

FRANCESCO MILLERI LEONARDO DEL VECCHIO

 

2 - NELLA GALASSIA DEI BENETTON BRUCIATI 4,5 MILIARDI DI RICAVI

Sofia Fraschini per “Il Giornale”

 

Diversificare non basta più. Il Covid ha messo in ginocchio molti settori dell'economia italiana e la galassia Benetton, con le sue controllate, non è stata risparmiata. A pagare caro il prezzo della pandemia sono state, infatti, alcune delle principali società del gruppo che operano nei settori aeroportuale, autostradale e del food and beverage: Aereoporti di Roma (99,34% di Atlantia), Aspi (88% Atlantia) e Autogrill (al 50,1% di Schema34 che è al 100% della holding di famiglia Edizione).

 

luciano benetton toscani

Guardando ai numeri di bilancio 2020 emerge in pieno l'impatto della crisi: la somma dei ricavi persi dalle tre società è di circa 4,5 miliardi. Dati che hanno spinto la galassia Benetton a intraprendere un cambio di passo, espresso ieri anche nel nuovo piano strategico di Atlantia. Un piano che potrebbe permettere un ritorno al dividendo già nel 2021, ha commentato l'ad Carlo Bertazzo dopo un 2020 a secco per i soci.

 

Per Adr la perdita è stata di 143,4 milioni a fronte di un utile di 245,2 milioni e i ricavi operativi da gestione aeroportuale sono crollati a 272 milioni (-71%). Il traffico passeggeri è diminuito del 76,8% con 11,5 milioni di passeggeri transitati a Fiumicino e Ciampino. Aspi, dal canto suo, nel 2020 ha totalizzato 409 milioni di perdite a livello consolidato, peggio del risultato negativo di 268 milioni che era stato raggiunto nel 2019.

 

AUTOGRILL 3

Quanto ai ricavi da pedaggio sono crollati del 24% a 2,79 miliardi. Autogrill, infine, ha archiviato il 2020 con ricavi più che dimezzati da quasi 5 miliardi a meno di 2 miliardi. L'esercizio ha chiuso poi con un risultato netto in perdita per 479,9 milioni da un utile di 205,2 milioni. Un quadro negativo che la galassia Benetton punta a mitigare anche grazie alle nuove linee strategiche.

 

Al di là della trattativa in corso con Cdp per favorire l'ingresso di nuovi soci nel capitale di Aspi (trattativa che potrebbe essere nuovamente rinviata oltre la deadline del 16 marzo per favorire un'intesa economica tra le parti), le nuove direttive strategiche di Atlantia sono incentrate sullo sviluppo dell'attuale portafoglio di partecipazioni; si focalizzano sull'innovazione offrendo nuovi servizi di mobilità; sull'espansione a nuovi business sinergici e su una trasformazione che porti Atlantia ad evolvere da società di gestione a holding di investimenti. Il tutto, avendo sempre come riferimento il mantenimento di un "alto profilo di sostenibilità. Atlantia punta a espandersi in nuove aree sinergiche a quelle attuali: "Urban Smart Mobility", "Transport Terminals" e "Smart Roads".

ATLANTIA AUTOSTRADE

 

Non a caso, il gruppo ha allo studio un fondo di corporate venture capital focalizzato sull'innovazione per la mobilità. Un fondo che offrirà, accanto al feeding, servizi di coaching e go to market a start up innovative nel campo della mobilità, con una dotazione a regime di alcune centinaia di milioni.

 

Sugli aereoporti, Atlantia valuterà anche opportunità di shopping nel settore. Sulle autostrade, per il traffico "è atteso un recupero veloce, come dimostrato nell'estate 2020" e si punta a finalizzare il riassetto di Aspi e a continuare "a rinnovare e sviluppare il portafoglio di Abertis". Positiva la reazione del titolo: +0,94% a 16,18 euro.

Ultimi Dagoreport

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…