LIN-GOTTI TEDESCHI HA UNA VOGLIA MATTA DI “CANTARE” - C’È UNA QUERELA PRONTA A PARTIRE, CHE FARÀ MOLTO RUMORE ANCHE SE LE VOCI SUL DESTINATARIO SI RINCORRONO

Marco Cobianchi per "Panorama"

Dicono che Ettore Gotti Tedeschi, quando ha letto le sue email private inviate al segretario di Papa Joseph Ratzinger, Georg Gänswein, al segretario di Stato Tarcisio Bertone e al deputato Alfredo Mantovano spiattellate sui giornali, abbia reagito con un sorriso. Sembra impossibile, per uno che ha uno dei caratteri più difficili che la finanza italiana ricordi.

Eppure l'ex presidente dello Ior, e rappresentante per l'Italia del Banco Santander, ha sorriso. Perché? Se glielo si chiede lui chiude il telefonino. Poi lo spegne. Non risponde alle email. Praticamente scompare. Anche appostarsi all'uscita della messa del mattino nel centro di Milano, alla quale non manca mai, è inutile. Così bisogna affidarsi alle parole di conoscenti, amici e colleghi con i quali si confida.

Il 24 maggio 2012 Gotti venne dimissionato dalla presidenza della banca del Vaticano su pressione del cardinale Bertone, che a sua volta lascerà l'incarico il 15 ottobre prossimo. L'accusa contro Gotti Tedeschi è infamante: non aver svolto i suoi doveri. Per un banchiere non c'è niente di peggio. Anzi, sì, c'è: Pietro Lasalvia, uno psicoterapeuta, lo esaminò di nascosto nel corso di un rinfresco e, in una perizia, commissionata non si sa da chi ma finita sul tavolo di Bertone, lo definì affetto da «disfunzione psicopatologica».

C'è qualcosa di peggio? Ah, sì: quando qualcuno fece trapelare l'ipotesi che il corvo della Santa Sede fosse lui. Ora, 15 mesi dopo la sua uscita forzata, si scopre la verità. Gotti Tedeschi voleva compiere uno screening approfondito dei conti correnti cifrati dello Ior; voleva collaborare con i magistrati italiani sulla gestione opaca dei soldi, voleva bloccare affari come quelli che hanno portato agli arresti monsignor Nunzio Scarano. Ma venne bloccato da un'inchiesta del pm napoletano Henry John Woodcock, che acquisì 40 mila documenti personali e di lavoro tra cui le email finite sui giornali.

E poco importa se Gotti non è mai stato inquisito da Woodcock né da alcuno dei magistrati che si sono occupati dell'inchiesta riguardante la Finmeccanica. E poco importa che sull'indagine per violazione delle norme antiriciclaggio (relativa al trasferimento da parte dello Ior di 23 milioni alla Jp Morgan in Germania) pesi una richiesta di archiviazione. Quelle email, scritte da un innocente ad altri innocenti e non contenenti notizie di reato, sono state pubblicate.

E allora perché ha sorriso? Qui bisogna raccontare delle confidenze che ha fatto ai suoi amici. La prima racconta che dei quattro consiglieri dello Ior che lo hanno sfiduciato uno solo si è pentito mandandogli questo sms: «Non so che cosa sia successo, ma da quel giorno non vivo più». Ma non si sa chi sia il pentito fra Ronaldo Hermann Schmitz, Carl Albert Anderson, Manuel Soto Serrano e Antonio Maria Marocco, tutte persone che fino a pochi giorni prima di quel 24 maggio 2012 erano a favore dell'«operazione trasparenza».

Gotti Tedeschi avrebbe anche paragonato l'uscita di scena di Bertone al rumore di un tappo che salta dal collo di una bottiglia. «E qualcuno» ha detto a un amico «dovrà vedere che cosa contiene la bottiglia», cioè rovistare senza riguardo per nessuno in una banca che ha prodotto più scandali che utili. Per farlo Papa Francesco ha nominato una commissione incaricata di vigilare sulla trasparenza finanziaria.

La commissione ha già ascoltato decine di persone, tra le quali il suo predecessore, Angelo Caloia, ma non Gotti. Probabilmente il sorriso dipende dal fatto che qualcuno teme che Gotti Tedeschi inizi a parlare. Ecco perché sorrideva: perché il bello deve ancora venire.

C'è un dossier di 450 pagine nelle quali l'ex presidente dello Ior non solo risponde punto per punto alle contestazioni che 15 mesi fa sono state alla base della sua uscita, ma che contiene pure documenti sulle trame che, durante la sua presidenza, si sono sviluppate dentro e fuori la banca, con i nomi e i cognomi di chi ha tramato e tradito. C'è una querela pronta a partire, che farà molto rumore anche se le voci sul destinatario si rincorrono.

Tutto fa pensare, insomma, che Gotti Tedeschi non veda l'ora di ristabilire la verità e di suggerire quello che dovrebbe essere il futuro dello Ior: non una banca come è sempre stata, ma piuttosto una società di gestione, una specie di private bank non aperta al pubblico, per diminuire il rischio di finire di nuovo in mezzo agli scandali. Una private bank che serva solo per gestire i patrimoni delle mille realtà della Chiesa.

Ma basta conti correnti, basta assegni, basta conti cifrati e basta operazioni riservate. «Ma la verità... la verità... la vorranno sapere? Lo chiameranno per fargli dire ciò che sa?» si chiede un suo amico, che aggiunge: «Intanto cercano di screditarlo». A un suo amico prete che gli ha chiesto: «Tu, tutti questi che hanno tramato contro di te, li hai perdonati?»,

Gotti ha risposto: «Non posso non aver perdonato, perché non sanno quello che hanno fatto. Peraltro prima del perdono deve esserci il pentimento e solo uno, per ora, si è pentito. Gli altri se la vedranno con la loro coscienza».

 

le mail inviate a Ettore Gotti Tedeschi GOTTI TEDESCHI GIUSEPPE MUSSARI ETTORE GOTTI TEDESCHIgotti-tedeschiETTORE GOTTI TEDESCHI IOR_4BERTONE-BERGOGLIOCALOIA

Ultimi Dagoreport

matteo salvini daniela santanche giorgia meloni renzi giovanbattista giovambattista fazzolari

DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL PROCESSO OPEN ARMS, TURBA QUOTIDIANAMENTE I SONNI DELLA MELONI CON IL “SOGNO DI TORNARE AL VIMINALE” – PER LA DUCETTA, PERÒ, IL RIMPASTO È INDIGERIBILE: TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI, SPECIE IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO PER DANIELA SANTANCHÈ – E COSÌ, ECCO IL PIANO STUDIATO INSIEME A “SPUGNA” FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO PRIMO GRADO, PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? (C’È UNA GROSSA DIFFERENZA NEL CASO VISIBILIA: NON ERA MAI ACCADUTO DI UN MINISTRO ACCUSATO DI AVER TRUFFATO LO STATO IN MERITO A VERSAMENTI ALL’INPS…)

angelo bonelli nicola fratoianni giorgia meloni simona agnes

FLASH – LA DISPERATA CACCIA AI VOTI PER ELEGGERE SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA RAI FA UN’ALTRA VITTIMA: AVS! NICOLA FRATOIANNI SI È ADIRATO PER L’ARTICOLO DI “REPUBBLICA” SUL POSSIBILE INCIUCIONE DELL’ALLEATO, ANGELO BONELLI, CON LA DESTRA. E HA MESSO AL MURO IL LEADER VERDE SBIADITO: NON TI PERMETTERE DI FARE UN’INTESA CON IL NEMICO, O SALTA TUTTO – I RAS MELONIANI DELLA RAI CI AVEVANO GIÀ PROVATO CON GIUSEPPE CONTE E IL M5S, MA LA FRONDA INTERNA DI CHIARA APPENDINO SI È MESSA DI TRAVERSO…

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI, IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO, COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025...

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...