LA POSTA IN GIOCO - OBERATE DA 5 MILIARDI DI DEBITI, SURCLASSATE DALLE EMAIL, LE POSTE AMERICANE RISCHIANO IL FALLIMENTO - QUEST’INVERNO POTREBBE ESSERE L’ULTIMO PER I 653MILA DIPENDENTI, MANCANO I SOLDI PER LA PREVIDENZA, E PRESTO MANCHERANNO PER LA GESTIONE ORDINARIA - PROPOSTO AL CONGRESSO UN PIANO DA 20 MLD $ DI TAGLI, OVVERO LICENZIARE 120MILA LAVORATORI E CHIUDERE 3700 UFFICI POSTALI: VALLI A TROVARE PARLAMENTARI CHE VOTANO UN SIMILE TRADIMENTO A MIGLIAIA DI PERSONE E PICCOLE COMUNITÀ, CHE RESTEREBBERO ISOLATE…

Maurizio Molinari per "la Stampa"

Il «Postal Service» nasce prima ancora degli Stati Uniti. Viene creato a Filadelfia nel 1775 dal Secondo Congresso Continentale l'anno prima della Dichiarazione di Indipendenza e il primo titolare è Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori dell'Unione, che vede nei postini un elemento di costruzione della nuova nazione alle prese con la necessità di creare legami fra colonie di cittadini disseminate in terre sperdute.

Quanto avviene in seguito dimostra il valore dell'intuizione di Franklin perché i «postmen» accompagnano l'esplorazione del West, lo sviluppo di canali e ferrovie, entrando nelle vesti più diverse nella cultura popolare in innumerevoli versioni letterarie e cinematografiche, dal romanzo il «Postino suona sempre di volte» di James Cain del 1934 al film «The Postman» con Kevin Costman, del 1997.

Quando dopo gli attacchi dell'11 settembre 2001 l'America scopre la paura delle lettere all'antrace a rischiare di più sono i postini che trasportano buste e pacchi, e la nazione si stringe attorno a loro, identificandoli come degli eroi al pari dei soldati perché rischiano più di altri il contagio-killer.

Ma questo inverno rischia di essere l'ultimo per i 653 mila dipendenti del «Postal Service» perché il bilancio in rosso di 9,2 miliardi di dollari obbligherà il «postmaster» Patrick Donahue a non versare il 30 settembre i 5,5 miliardi dovuti al fondo per le spese mediche dei futuri pensionati e senza un miracolo nei conti nei primi mesi del 2012 mancheranno i fondi per gli stipendi e la benzina per i mezzi portando di fatto all'interruzione della consegna di circa tre miliardi di lettere e pacchi ogni settimana.

Il deficit nasce dalla diminuzione del traffico dovuta all'avvento delle email - meno 22 per cento di spedizioni rispetto al 2006 - all'agguerrita concorrenza dei servizi privati, United Parcel Service e Federal Express, ed all'impatto della crisi economica che si misura anche con il risparmio nelle spedizioni da parte di molte famiglie del ceto medio flagellato dalla disoccupazione.

Con un'ultima, disperata, mossa Donahoe ha varato un piano di drastici tagli per ridurre di 20 miliardi i costi entro il 2015 - rispetto a uscite annuali di 75 miliardi - prevedendo il licenziamento di 120 mila dipendenti, la chiusura di 3700 uffici postali e la cessazione delle consegne durante il sabato.

Ma poiché il «Postal Service» è un'agenzia indipendente del governo che opera sulla base di leggi del Congresso, tale ristrutturazione deve essere approvata da Camera e Senato dove gli eletti di entrambi i partiti sono sulle barricate: la chiusura degli uffici postali viene vissuta come un tradimento da molte comunità locali così come la cessazione delle consegne il sabato complica vita e lavoro di chi vive in luoghi remoti di Stati come il Maine o il Nevada.

Una delle ipotesi di compromesso potrebbe essere trasferire gli uffici postali dentro i maggiori supermercati - come Wal Mart - ma il tempo stringe e l'America rischia di perdere i «postmen».

 

POSTINO AMERICANOMailmanIL POSTMASTER GENERAL DONAHOEPOSTE AMERICANEUFFICIO POSTALE AMERICANO

Ultimi Dagoreport

peter thiel donald trump elon musk

DAGOREPORT – MUSK È IL “DOGE”, MA IL VERO BURATTINO DELLA TECNO-DESTRA USA È PETER THIEL. PER AVERNE LA PROVA BASTA VEDERE LA PARABOLA ASCENDENTE DELLA SUA “PALANTIR” IN BORSA: IN UN MESE, HA GUADAGNATO IL 65% (IL 39 IN UNA SETTIMANA) – COSA POTRÀ FERMARE L’AVANZATA DEI MILIARDARI TECH A STELLE E STRISCE? IL LORO EGO E GLI INTERESSI OPPOSTI. IN QUESTE ORE THIEL HA ASSISTITO AL “TRADIMENTO” DEL SUO EX PUPILLO ZUCKERBERG: È STATA “META” A DIVULGARE IL CASO “PARAGON”. E THIEL HA GROSSI ACCORDI CON L’AZIENDA CHE PRODUCE IL SOFTWARE PER SPIONI GRAPHITE – IL REGALONE A MUSK: CONTROLLANDO I PAGAMENTI DEL PENTAGONO, POTRÀ VEDERE I CONTRATTI DELLE SOCIETÀ CONCORRENTI A SPACEX…

fortunato ortombina barbara berlusconi diana bracco giovanni bazoli teatro alla scala

DAGOREPORT - MA CHE È, LA SCALA O UNO YACHT CLUB? IL REQUISITO PRINCIPALE PER ENTRARE NEL CDA DELLA SCALA SEMBRA ORMAI ESSERE QUELLO DI AVERE UNA "BARCA" DI ALMENO 40 METRI – TRA I GIÀ PRESENTI IN CDA, IL VELIERO DI FRANCESCO MICHELI È LEGGENDARIO, ARREDATO DA QUADRI E DA UN PIANOFORTE A CODA. VACANZE IN BARCA ANCHE PER BAZOLI E MAITE CARPIO CONIUGATA BULGARI - E LE NEW-ENTRY? DIANA BRACCO VELEGGIAVA SU “BEATRICE”, UN'IMBARCAZIONE IN LEGNO DI VALORE STORICO, DA LEI DONATA AL COMUNE DI IMPERIA. BARBARA BERLUSCONI, INVECE, USA IL LUSSUOSO YACHT DI PAPI SILVIO, IL “MORNING GLORY”…

michael czerny kevin joseph farrell bergoglio papa francesco vaticano pietro parolin matteo zuppi

PAPA FRANCESCO COME STA? IL PONTEFICE 88ENNE È TORNATO DAL BLITZ DI 9 ORE IN CORSICA DEL 15 DICEMBRE SCORSO CON UNA BRONCOPOLMONITE CHE NON GLI DA’ TREGUA: COLPI DI TOSSE, IL CONTINUO RESPIRO SPOSSATO, IN COSTANTE MANCANZA D'OSSIGENO - I MEDICI DELLA SANTA SEDE STANNO CURANDO LA BRONCOPOLMONITE CON DOSI MASSICCE DI CORTISONE. E CORRE VOCE CHE LO VOGLIONO PORTARE AL POLICLINICO GEMELLI PER RIMETTERLO IN PIEDI, MA LUI RIFIUTA (PREFERISCE IL FATEBENEFRATELLI) - I CARDINALI FEDELISSIMI DI FRANCESCO (TRA CUI MICHAEL CZERNY E KEVIN JOSEPH FARRELL) SI DANNO MOLTO DA FARE PER LA SALUTE DI BERGOGLIO. E TE CREDO: NELLA CHIESA VIGE UNO SPOIL SYSTEM RADICALE: IL GIORNO IN CUI IL PONTEFICE VOLA NELLA CASA DEL SIGNORE, TUTTE LE CARICHE DELLA CURIA ROMANA DECADONO…

daniela santanche giorgia meloni

LA “SANTA” NON MOLLA – DI FRONTE AL PRESSING SEMPRE PIÙ INSISTENTE DEI FRATELLI D’ITALIA, COMPRESO IL SUO AMICO LA RUSSA, E ALLA MOZIONE DI SFIDUCIA OGGI ALLA CAMERA, LA MINISTRA DEL TURISMO RESTA AL SUO POSTO. E OSTENTA SICUREZZA ANCHEGGIANDO CON PULCINELLA A MILANO. IMMAGINI CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA SEDIA I CAMERATI DI FRATELLI D'ITALIA, CHE CHIEDONO LA SUA TESTA ALLA MELONI. EVIDENTEMENTE, LA “PITONESSA” HA DEGLI ASSI NELLA MANICA SCONOSCIUTI AI PIU', CHE LA RENDONO SICURA DI NON POTER ESSERE FATTA FUORI…