CHI ARRIVA AL TESORO, TROVA UN TESORO – LA MANUTENCOOP DI BOLOGNA, COINVOLTA NEL’INCHIESTA SU EXPO 2015, SPERA DI AGGIUDICARSI IL RICCO BANDO DI GARA DEL MINISTERO - CHI È LEVORATO, L’OLIGARCA ROSSO CHE HA CREATO IL GIGANTE DELLE COOP

1. IL TESORO DELLE COOP È AL TESORO
Stefano Sansonetti per "il Giornale"

Tesoro di appalti, sembra il caso di dire. È proprio dalle parti del ministero di via XX Settembre che spunta fuori una delle maggiori fonti di business per Manutencoop. Un canale da sempre poco pubblicizzato, che però fa affluire alle casse della cooperativa rossa della zona di Bologna, finita nel vortice dell'appaltopoli di Expo 2015, una montagna di soldi. Numeri da capogiro, che rischiano di far sembrare marginali le cifre delle commesse entrate nel mirino dalla procura di Milano che sta indagando su alcune operazioni legate all'Esposizione.

Per capire quali e quanti affari faccia Manutencoop con il ministero dell'Economia bisogna partire dalla Consip, la società del Tesoro che si occupa di approvvigionamento di beni e servizi per la pubblica amministrazione. In questo caso non parliamo di inchieste in corso, ma di fiumi di denaro pubblico che scorrono alla grande.

Nel settembre del 2013, con Fabrizio Saccomanni al timone del dicastero, la cooperativa presieduta da Claudio Levorato ha messo a segno un colpo non da poco. La Consip, a seguito di una procedura di gara, le ha infatti aggiudicato tre lotti geografici di un maxi appalto per servizi di pulizia nelle scuole. Il valore massimo dei lotti incassati da Manutencoop è della bellezza di 294 milioni di euro.

Che poi le coop rosse, quando si muovono, lo fanno spesso in compagnia delle «colleghe». All'interno dello stesso pacchetto, per esempio, ancora 3 lotti sono stati assegnati a un'altra affiliata alla Legacoop, ovvero Cns-Consorzio nazionale servizi (sempre di Bologna), che in base ai valori massimi riportati nella documentazione di gara può portarsi a casa fino a 415 milioni di euro. Ma attenzione, perché non è certo finita qui.

Finora infatti la Consip, guidata dall'ad Domenico Casalino,ha aggiudicato 10 lotti sui 13 complessivi (di cui 6, come abbiamo visto, a coop rosse). Gli altri tre rimasti in lizza valgono altri 460 milioni. E c'è da scommettere che Manutencoop e Cns siano pronte a giocarsi ancora una volta le loro carte. Da rilevare che lo schema è quello della convenzione: le aziende vincitrici stipulano con la società del Tesoro un accordo a valle del quale verranno attivate le forniture da parte delle singole amministrazioni (in questo caso le scuole). Per questo si parla di valori massimi dei lotti.

ARRIVA PADOAN
Il fatto è che il piatto è molto più ricco di quanto si possa immaginare. A fine febbraio 2014 si è insediato il governo di Matteo Renzi, con Pier Carlo Padoan al timone del ministero dell'Economia. A metà marzo la Consip ha predisposto uno dei bandi di gara più costosi nella storia della pubblica amministrazione: 2,7 miliardi di euro per il cosiddetto facility management , ovvero la manutenzione degli immobili di Stato. Il tutto per una durata della convenzione di 36 mesi.

In questo caso la partita è ancora apertissima, visto che la procedura è stata appena attivata. Ma si può riuscire a individuare chi ambisce a metterci le mani sopra. Basta andare a vedere che si è aggiudicato la supercommessa nell'edizione precedente del facility management , sempre organizzata dalla Consip. Ebbene, c'è naturalmente Manutencoop, che nel maggio del 2012 ha messo in cascina il lotto Toscana-Umbria per 70,5 milioni di euro.

Anche in questo caso, naturalmente, gli altri raggruppamenti vincitori pullulavano di coop rosse: il lotto Emilia Romagna-Liguria è andato alla Coopservice (91,5 milioni),il lotto Lazio-Sardegna ancora alla Cns (52 milioni) e quello Abruzzo-Marche alla Copma (69,5 milioni). Certo, va detto che la Consip ha come obiettivo principale quello di spuntare risparmi per le pubbliche amministrazioni attraverso il suo sistema di bandi. Ma qui interessa proprio far vedere quali società alla fine riescono a mettere le mani sulle fette della torta.

E che dire della supercommessa Consip per il global service energetico? Si tratta di un bando da 8 lotti geografici per la fornitura di servizi tecnologici ed energetici ad Asl e ospedali italiani. In palio un valore massimo di 679 milioni di euro. Il solito piatto ricco, nel quale Manutencoop nel gennaio del 2013 è riuscita a infilarsi aggiudicandosi un lotto da 81,6 milioni di euro.

Anche qui,peraltro, replicando l'accoppiata vincente. Un lotto da 163 milioni, infatti,è andato all'altra coop rossa Cns. Insomma, se non è una cuccagna poco ci manca.Dalla quale Manutencoop incassa un bottino davvero consistente. Se si sommano i singoli lotti delle maxicommesse assegnate dalla Consip ai raggruppamenti in cui era presente la coop di Levorato (pulizia scuole, facility management e global service energetico) scopriamo che il gruppo può incassare fino a un massimo di 446 milioni di euro. Altro che Expo.


2. LEVORATO, L'OLIGARCA ROSSOCHE HA CREATO IL GIGANTE DELLE COOP
Teodoro Chiarelli per "La Stampa"

L'oligarca rosso non parla. Claudio Levorato, il sessantacinquenne boss di Manutencoop, colosso delle cooperative di servizi finito nelle mire della procura milanese, non si fa vedere. Ieri era ufficialmente a Modena per un comitato esecutivo.

Chiuso nel suo fortino di Zola Predosa, periferia industriale di Bologna, si trincera da giorni dietro uno scarno comunicato. «Manutencoop Facility management precisa di ritenersi del tutto estranea alle ipotesi di reato, avendo sempre operato con la massima trasparenza nel settore degli appalti pubblici».

Per i magistrati milanesi, invece, Levorato è indagato per turbativa d'asta e rivelazione di segreto d'ufficio, in quanto avrebbe beneficiato - come membro del pool di imprese candidate alla Città della Salute - dell'aiuto di Antonio Rognoni a predisporre l'offerta più vincente possibile. Il pm aveva addirittura chiesto gli arresti domiciliari, ma il gip Antezza ha scritto che non ci sono esigenze cautelari, confermando però il quadro dell'accusa.

Uno smacco, comunque, per uno degli uomini d'oro del sistema cooperativo, uno degli oligarchi che governano colossi come Unipol (di cui Levorato è consigliere di amministrazione ininterrottamente dal 1995), Cir, Cmc, Coop Estense, l'acciaccata Coopsette, Unicoop Firenze, che di trasparenza, correttezza ed etica degli affari discetta da anni.

Tanto da avere voltato le spalle a quel Giovanni Consorte, di cui era considerato un fedelissimo, dopo lo scandalo della scalata di Unipol a Bnl, dichiarando in un'intervista che aveva tradito dal punto di vista etico la fiducia dei compagni.

Ma la ruota, evidentemente gira. Come proprio Consorte non ha mancato di far notare con pronto sarcasmo. Beghe da post comunisti in salsa felsinea? Mica tanto e comunque non solo. Levorato non è un manager qualunque nell'universo Coop.

È uno di quelli che conta davvero, e non solo a Bologna e dintorni. Tanto da essere stato un serio candidato alla successione di Giuliano Poletti in LegaCoop, dopo la chiamata di quest'ultimo nel governo Renzi.

Tanto per cominciare è al vertice di Manutencoop. Solo il mitico Turiddo Campaini, che di primavere alla guida di Unicoop Firenze ne ha collezionate 40, lo batte. Poi ha avuto un ruolo decisivo nell'assalto di Unipol a Fonsai. Anche se non si è dimostrato un mostro di coerenza. Quando arrivò la proposta di Mediobanca fu categorico: «Manutencoop non distoglierà risorse dal proprio core business».

Pochi mesi dopo, invece, Levorato dà ordine di mettere mano al portafoglio, e Manutencoop sottoscrive le quote anche delle altre coop che si tirano indietro, inneggiando all'operazione strategica. Non possiamo lasciare tutta quella gente per strada, fu l'accorato appello.

Problema che non si è posto, accusano i sindacati, quando si è trattato di avviare le pratiche di licenziamento per 133 lavoratori di Manutencoop Private Sector Solution in seguito al venir meno di una commessa Telecom.

Resta il fatto che Levorato è tutt'altro che una persona banale. Originario di Pianiga in provincia di Venezia, sposato, due figli, a Bologna dai primi anni Sessanta, ex militante del Pci, divenne presidente di Manutencoop quando la cooperativa, fondata nel 1938 da 16 operai degli appalti ferroviari, aveva qualche centinaio di dipendenti e operava soltanto nell'area di Bologna.

In trent'anni ne ha fatto un colosso da 18.500 lavoratori e 1,080 miliardi di euro di fatturato (ultimo bilancio 2013). Sotto la sua guida Manutencoop diventa la società leader in Italia e fra le prime in Europa nel «facility management».

Sull'onda delle seduzioni finanziarie del rinnegato Consorte, Levorato ha per alcuni anni coltivato l'ambizione di sbarcare in Borsa, esempio originale di cooperativa con azionisti privati.

Obiettivo sfiorato e fallito proprio sul traguardo: il 31 gennaio 2008 il via libera della Consob al prospetto informativo, il 4 febbraio lo stop all'operazione di fronte all'evidenza che la bufera sui mercati finanziari aveva ormai cambiato scenari e prospettive.

In un'intervista, parecchio tempo fa, Levorato disse che è importante la responsabilità sociale delle coop e del movimento che rappresentano, stigmatizzando la figura del «padre-padrone» in azienda. Da buon oligarca rosso lui regna da trent'anni e, assicurano amici e nemici, non ha nessuna intenzione di smettere.

 

 

 

claudio levorato manutencoop Consip-marchioMATTEO RENZI E PIERCARLO PADOAN SACCOMANNI E LETTA unipol giovanni consorte 001 lapTURIDDO CAMPAINI jpegGiuliano Poletti

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