FISH AND CHIPS - MARIO DRAGHI STA LAVORANDO PER CONVINCERE INTEL A COSTRUIRE UN IMPIANTO DI PRODUZIONE DI MICROCHIP IN ITALIA. IL PROBLEMA È DECIDERE DOVE: CI SONO DUE GRANDI REALTÀ DELL’INDUSTRIA TECH ITALIANA IN CAMPO: MIRAFIORI IN PIEMONTE E L’ETNA VALLEY IN SICILIA. GIORGETTI AVEVA DEFINITO IDEALE LO STABILIMENTO TORINESE, MA AL SUD MUGUGNANO…
1 - MICROCHIP INTEL, ARRIVA L’IMPIANTO. MA IL SUD MUGUGNA
Francesco Bechis per www.formiche.net
Tutti pazzi per i microchip. Ci saranno vinti e vincitori nella contesa tutta italiana per accaparrarsi il nuovo maxi-stabilimento dell’americana Intel. Dopo mesi di trattative dietro le quinte è arrivata la conferma ufficiale: il governo Draghi sta lavorando per convincere Intel, colosso tech della California e primo produttore americano di microchip, a costruire in Italia un impianto di produzione.
Come anticipato da Reuters, si tratta di un “impianto di packaging” che lavorerà a contatto con l’altro grande sito di produzione pronto a nascere in Germania, probabilmente a Dresda. Un investimento dal valore stimato di 4 miliardi di euro che potrebbe dar vita a 1000 posti di lavoro.
L’occasione fa gola a due grandi realtà dell’industria tech italiana: Mirafiori in Piemonte, l’Etna Valley in Sicilia. Da mesi entrambe sono in cima alla lista delle aree dove dovrebbe sorgere la mega-factory di chip. E se i negoziati in corso fra il governo italiano e la compagnia guidata da Pat Gelsinger sono realtà, ancora non è stata rivelata la destinazione finale dell’investimento.
Un indizio è arrivato di recente dal ministro che più di tutti sta seguendo il dossier: il titolare del Mise e vicesegretario della Lega Giancarlo Giorgetti. Già ad agosto aveva definito “ideale” lo stabilimento di Mirafiori, anche alla luce del necessario coinvolgimento di Stellantis. Endorsement accolto da reazioni opposte, con un fronte trasversale ad accusare il ministro di un giudizio di parte a favore di Torino.
GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI
Giorgetti da parte sua ha chiarito a più riprese che la partita dell’impianto Intel riguarda anzitutto “il sistema Italia”. Ma il vantaggio piemontese sull’area siciliana, che già ospita una fabbrica del produttore di chip italofrancese Stmicroelectronics e raddoppierà con un altro impianto a Catania per i chip in carburo di silicio finanziato dal Recovery plan, continua a far discutere.
Perfino dentro alla Lega: a settembre l’eurodeputata siciliana Annalisa Tardino ha messo le mani avanti, “non c’è nessun Nord contro Sud quando si parla di sistema Paese”. Al coro si è unita una parte del centrodestra.
Primo fra tutti il governatore della Sicilia in quota Fdi, Nello Musumeci, convinto che bisogna evitare “la solita logica che privilegia il Nord a discapito del Sud”. A metà ottobre il deputato leghista Alessandro Pagano ha cercato di gettare acqua sul fuoco: “Nessun investimento della multinazionale Intel per la costruzione dei microchip in Etna Valley è stato dirottato nell’Italia del Nord”.
Venerdì scorso, durante un convegno dell’Angi al Senato, un altro assist alla causa etnea è partito da Adolfo Urso, presidente del Copasir: per non diventare “utilizzatori di tecnologia altrui”, l’imperativo è “investire in Italia, ad esempio nell’Etna Valley per quanto riguarda la produzione di semiconduttori”, ha detto il senatore di Fdi.
Insomma, nella vicenda Intel diplomazia e politica si intrecciano senza soluzione di continuità. I semiconduttori, ha detto in Parlamento il premier Mario Draghi, sono “una sfida decisiva per raggiungere l’autonomia tecnologica europea”. Sono anche però un’occasione d’oro per rilanciare l’industria e il manifatturiero di intere regioni.
MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI
Ecco spiegato il lavoro di squadra del torinese fra regione, comune e categorie produttive. Un documento di una trentina di pagine è già atterrato sulle scrivanie di Draghi, Giorgetti e del sottosegretario Gilberto Picchetto Fratin. Numeri, stime e tabelle per dimostrare la bontà della candidatura piemontese, insieme a una lista delle aree pronte per ospitare l’impianto Intel. In pole, come da pronostici, c’è anche Mirafiori con i suoi 350.000 metri quadri.
Al Mise per il momento le bocche restano cucite. Giorgetti è appena rientrato da una missione di cinque giorni negli Stati Uniti, tra incontri istituzionali e faccia a faccia con possibili investitori. C’è stato spazio anche per un confronto con Intel, in attesa di una nuova visita di Gelsinger a Palazzo Chigi nelle prossime settimane.
2 - LA FABBRICA INTEL VERSO L’ITALIA, GIORGETTI RILANCIA MIRAFIORI E SPUNTA ANCHE L’EX THYSSEN
Claudia Luise per www.lastampa.it
È una partita difficile, ma il Piemonte prova a far valere le sue carte, non solo sui siti adeguati ma soprattutto sulle capacità tecniche e la filiera che potrebbe supportare la produzione. La vicenda Intel sembra accelerare e anche se non è pensabile si chiuda in pochi giorni, arriva la conferma che ci sono movimenti.
È stato il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, in visita negli Usa, a confermare che Intel potrebbe scegliere l’Italia per un nuovo impianto di assemblaggio di microchip. «La trattativa c’è, abbiamo avuto una serie di incontri, ma la riservatezza aiuta in questi casi», ha detto il responsabile del Mise.
Prudente il viceministro Gilberto Pichetto: «Si vedrà se c’è un’accelerazione quando Giorgetti ritornerà dalla sua visita istituzionale. La Regione Piemonte ha mandato altre ipotesi di localizzazione e Intel valuterà in base alle disponibilità trasmesse».
«Abbiamo una catena di fornitori nei semiconduttori che non ha eguali in Italia ed è per questo che ci candidiamo ad ospitare Intel. Anche su questo dossier abbiamo svolto un eccellente lavoro di squadra», dice l’assessore alle Attività produttive, Andrea Tronzano. Intanto il ministro ha sottolineato che società come Intel non cercano solo sgravi ma anche un ambiente di innovazione che fa la differenza.
Un assist al Piemonte che nel dossier raccoglie le aziende coinvolte nella filiera e sottolinea l’importanza del Politecnico e del suo incubatore I3P, risultato il migliore pubblico al mondo. In particolare sono 17 aziende, che vanno dai laboratori per i test e le analisi all’ingegneria del vuoto, tra cui Tuv Italia, Spea, I.S.C.M, Elettrorava, Memc Electronic Materials e Siad. Il Piemonte ha inserito opzioni per la scelta dell’area togliendo l’ex stabilimento Olivetti di Scarmagno, prenotato da Italvolt. Fermo restando che Mirafiori sembra essere la scelta preferita dal Mise che l’ha proposta, la Regione ha individuato due aree per accogliere la parte produttiva e in cui è possibile costruire uno stabilimento da zero: a Galliate, vicino Novara, che ha il vantaggio di fonti d’acqua vicine e una seconda area a Sud di Vercelli, vicino a Larizzate.
GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI LEGGONO DAGOSPIA
Altre otto aree sono state identificate solo per il back end, cioè l’impacchettamento dei chip, e hanno dimensioni variabili. Tra queste c’è l’ex ThyssenKrupp di corso Regina Margherita e l’ex Pininfarina di San Giorgio Canavese e Bairo. Ma oltre al Piemonte, è in corsa Catania dove già opera StMicroelectronics. La fabbrica potrebbe dare lavoro a oltre 1.000 persone. E il governo starebbe cercando di convincere Intel proponendo agevolazioni sul costo d i energia e lavoro. L’obiettivo sarebbe chiudere l’intesa entro fine anno. Secondo l’agenzia Reuters, l’investimento, con una quota di contributo pubblico, ammonterebbe ad almeno 4 miliardi, che potrebbero raddoppiare sulla base delle dimensioni che assumerà la presenza di Intel in Europa. La produzione dei componenti sarà concentrata in Germania, con ogni probabilità a Dresda.