RCS DELLE MIE TRAME - FUORI CAIRO E DELLA VALLE, CHI METTERÀ I SOLDI AL POSTO DEGLI AGNELLI/ELKANN SE USCIRANNO DAL ‘CORRIERE’ PER ABBRACCIARE ‘REPUBBLICA’? – SCENARI: GLI AGNELLI ESCONO, MA SI PORTANO DIETRO IL CORRIERONE; LA GAZZETTA DELLO SPORT ALLO SCARPARO DELLA VALLE….

Michele Masneri per “Il Foglio”

 

Rcs come la sora Camilla, Corriere della Sera come la Ferrari. Ancora scenari editoriali. In vista del cda del 18 febbraio del gruppo milanese, ancora Risiko tra Milano, Torino e Roma. Cosa faranno dunque gli Agnelli/Elkann della loro partecipazione nel Corriere? Sul Foglio si è scritto che verrà ceduta, non si è stati smentiti.

elkannelkann


Tocca capire allora i modi e i tempi. Che potrebbero essere diversi da quelli immaginati. Ragionando con fonti agnelliane possiamo arrivare a tre scenari. Primo scenario: John Elkann, di comune accordo con Sergio Marchionne, decide di uscire e basta: in questo caso Torino porta a casa una perdita enorme. Il titolo Rcs in Borsa ieri valeva 0,5 euro (con un crollo notevole, quasi del 10 per cento, di questo parleremo in seguito).
 

carlo de benedetti  eugenio scalfaricarlo de benedetti eugenio scalfari

Sono disposti i torinesi a uscire con una perdita del genere? E chi acquista, in questo caso, il loro 16 per cento? Di sicuro non Urbano Cairo, l' editore molto in ascesa, e unico "del mestiere" nella compagine azionaria Rcs, ma che non ha la forza economica per incrementare la sua posizione. Per inciso, ieri proprio Cairo, che possiede il 4,6 per cento, ha detto che secondo lui i torinesi non usciranno dalla società del Corriere.


Chi altri potrebbe acquistare? Non Diego Della Valle, che non pare certamente intenzionato a incrementare il suo 7,3 per cento. Al Foglio risultano voci di imprenditori e banchieri interessati. Però, anche ammesso che queste siano vere, il tema non è solo di liquidare la quota Fiat (coi denari che andrebbero a Torino); il problema è trovare qualcun altro che investa denari a Milano, cosa molto più difficile.

 

CORRIERE DELLA SERA SUI CORVI E I LORO DOCUMENTI RUBATI CORRIERE DELLA SERA SUI CORVI E I LORO DOCUMENTI RUBATI

Il punto insomma è: chi è disposto a investire? Certo sono cifre da saldi, ai valori attuali Rcs vale sul mercato circa 250 milioni di euro, dunque con - diciamo - meno di 200 milioni si porterebbe a casa la maggioranza, si potrebbe lanciare addirittura un' Opa).
Secondo scenario, meno traumatico: aumento di capitale imminente (altri duecento milioni); gli Agnelli non partecipano e rimangono, la loro quota resta ma viene diluita, anche qui però rimane il problema per Rcs: dove trova il denaro fresco per sostenere la sua attività? Il crollo del titolo degli ultimi tempi starebbe a indicare tra l' altro che il mercato crede a questo aumento di capitale.

mara venier urbano cairo (2)mara venier urbano cairo (2)


Terzo e ultimo scenario, il più affascinante e il più a lungo termine: viene fuori ragionando con un osservatore di cose torinesi. Agli Elkann non piace perdere soldi, inoltre il Corriere in sé è ancora un asset notevole per quanto acciaccato. Ripulito di tutti gli ammennicoli intorno è un gioiello, i conti non vanno male, è ancora uno dei pochi giornali considerati di qualità in Europa.

 

DELLA VALLEDELLA VALLE

Lo leggono nelle ambasciate e nelle cancellerie, è come il Monde in Francia e il Times di Londra. E' un brand, un simbolo del made in Italy (ripulito delle fioriture, come sta facendo il nuovo ad Laura Cioli). E' una Ferrari; e come l' azienda delle auto sportive potrebbe generare valore invece di bruciarlo.

 

Ideona, dunque: gli Agnelli escono, ma si portano dietro il Corrierone: ecco dunque un Corriere scorporato da Rcs e rilanciato. E c' è poi un altro brand notevole in pancia a Rcs; la Gazzetta dello Sport. E qui, ulteriore scenario. Date le "inesistenti" sinergie occorse tra Corriere e Gazza a livello editoriale, dato l' alto tasso di litigiosità tra Elkann e Della Valle, uno scorporo dei "marchi di lusso" di Via Solferino potrebbe portare alla suddivisione tra Corriere ai torinesi e Gazza ai signori delle scarpe.

don pietro vittorelli e john elkanndon pietro vittorelli e john elkann


Un' ipotesi che spianerebbe poi la strada all' altra eventualità, quella più estrema, di fusione tra Corriere e Repubblica, di cui molto si è parlato e che sarebbe anche simboleggiata dal cambio di direttori nei due quotidiani, con Mario Calabresi a Largo Fochetti dalla Stampa. Fantasie? Si vedrà.


Intanto, proprio della Stampa, storico quotidiano agnelliano, si è parlato pure negli ultimi mesi: di una vendita di Itedi, la società che la controlla insieme al Secolo XIX. Tra i possibili acquirenti, il gruppo Caltagirone. Ma almeno questo scenario viene smentito. Stampa e Secolo "non sono in vendita", dicono al Foglio da Exor, la finanziaria di casa. Questa partita almeno è fuori discussione.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…