POLO DI CARTA – MONDADORI E RIZZOLI STUDIANO IL POLO DEL LIBRO PER CREARE IL CAMPIONE NAZIONALE DELL’EDITORIA – TUTTI DA STUDIARE GLI EQUILIBRI E LA GOVERNANCE, MENTRE SI IMMAGINA ANCHE LA BORSA
Andrea Montanari per “Milano Finanza”
Quando in un business il leader di mercato cambia strategia e decide di dare una scossa significa che qualcosa sta per cambiare. Che può prendere avvio un significativo processo di cambiamento e rinnovamento. E nel caso di specie, l'annunciato spin-off da parte della Mondadori della divisione Libri ha fatto immediatamente ipotizzare scenari di rivoluzione totale del settore, almeno in Italia. Non per nulla da settimane le banche d'affari stanno lavorando a varie opzioni e progetti tutti ancora da concretizzare.
Ma come già evidenziato da MF-Milano Finanza lo scorso 26 novembre, tutto il mercato si attende un secondo step da parte della casa editrice di Segrate. E questo passaggio fondamentale è rappresentato dalla concentrazione di mercato, dall'aggregazione con altri operatori. Insomma, dalla nascita del campione nazionale del business: quello che è già stato ribattezzato il Polo del libro, il Pdl dell'editoria.
Il principale indiziato al ruolo di partner della Mondadori , indiscusso leader del settore con una quota del 26% sul mercato trade, è la Rcs , ossia il principale rivale con una quota di mercato dell'11,7%. E se a Segrate la newco l'hanno già battezzata ma non costituita formalmente - vi confluiranno le partecipazioni totalitarie in Giulio Einaudi, Edizioni Piemme, Mondadori Education, Mondadori Electa, Sperling&Kufper, oltre al 50% nella Harlequin Mondadori e al 34,9% nella società di distribuzione Mach 2 Libri - in via Rizzoli tutto è da definire.
Anche se da tempo nelle sale operative si suppone che la valorizzazione della divisione Libri sia l'unica vera alternativa al lancio di un secondo aumento di capitale (da 200 milioni) per sanare definitivamente i conti di un'azienda che ha cumulato negli ultimi anni perdite superiori al miliardo.?
In questo senso qualche timido e informale abboccamento tra le due case editrici, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, ci sarebbe già stato. Ovvio che non sarà facile mettere a fattor comune i due business. Anche se problemi di natura concorrenziale e di Antitrust non ce ne saranno, Mondadori e Rcs dovranno innanzitutto studiare la modalità per la costituzione del polo unico.
La formula più semplice e immediata è quella del conferimento della divisione Libri (gestisce i marchi Rizzoli, Bompiani, Marsilio, Adelphi, Fabbri, Bur, Sonzogno, Archinto, Rizzoli Galleria e Rizzoli New York) della società presieduta da Angelo Provasoli e guidata dall'ad Pietro Scott Jovane nella newco impostata a Segrate dal top manager Ernesto Mauri. Se tecnicamente quindi l'operazione sarebbe agevole e diretta, resta da capire come verranno poi calibrati i pesi gestionali interni e come verrà tratteggiata la governance. Perché se si prendono gli ultimi dati disponibili, quelli relativi al 30 settembre scorso, emerge chiaramente la differenza di taglia tra Mondadori Libri e Rcs Libri.
La prima ha un giro d'affari di 238,9 milioni con un margine operativo lordo di 35,8 milioni ed è di gran lunga il business più redditizio dell'azienda presieduta da Marina Berlusconi che proprio su questa divisione vuole concentrare la propria attenzione. Mentre il gruppo di via Rizzoli ha un giro d'affari di 155,4 milioni e un mol post oneri non ricorrenti di 1,3 milioni (sale a 4,2 milioni prima degli stessi oneri straordinari).
Se si prendesse in esame il solo parametro dei ricavi la newco post-conferimento sarebbe controllata da Mondadori al 60%, mentre Rcs sarebbe il partner di minoranza con il 40%. Ma molto probabilmente non saranno queste le eventuali partecipazioni, perché a Segrate vogliono fare pesare la maggiore redditività del business. Mentre in via Rizzoli conterebbero di trovare una diversa forma di valorizzazione della cessione delle attività che consentirebbe di abbattere ulteriormente il debito vicino pur sempre al mezzo miliardo.
Un modo per superare questo scoglio c'è: la quotazione in borsa del campione nazionale del libro con lauti incassi per i due soci. Superato questo scoglio ve n'è un altro più tosto: quella dalla governance.
Un tema che informalmente è già stato affrontato dai vertici delle due società e che ha portato al primo intoppo. Rcs , infatti, punterebbe ad avere la gestione dell'area trade, la più importante, affidandola all'attuale dg della Libri, Laura Donnini, che tra l'altro è stata per oltre un decennio ai vertici delle attività librarie del gruppo di Segrate. La Mondadori , ovviamente, non è disposta a cedere un ruolo così delicato potendo tra l'altro contare sulle competenze nel settore di Riccardo Cavallero e per quel che riguarda la parte Educational su quelle di Antonio Porro.
Ma a cosa servirebbe questo Polo del Libro? In primis a fare economie di scala tra i tanti brand in gestione. Ma soprattutto a tenere testa alla concorrenza, in particolare nell'editoria scolastica, del colosso Pearson e di una Amazon che sta conquistando sempre maggiori quote di mercato non solo sul fronte degli e-book ma proprio nell'area Education. Senza trascurare che un gruppo così forte potrebbe provare ad andare alla conquista di altri mercati in Europa.