MONTE DEI “BUFFI” DI SIENA – CHE I POLITICI VOGLIONO SALVARE MPS? TE CREDO! LA DISGRAZIATA BANCA TOSCANA È ESPOSTA VERSO DI LORO PER QUASI 60 MILIONI DI EURO! A FINE 2020 IL GRUPPO VANDAVA CREDITI PER MEZZO MILIONE NEI CONFRONTI DI DUE PARTITI, E 59 MILIONI E ROTTI VERSO CONTROPARTI COSIDDETTE “PEP” (PERSONE ESPOSTE POLITICAMENTE) O LORO FAMILIARI. CHI SONO? NON CI È DATO SAPERE (C'È LA PRIVACY...)
Giuliano Zulin per “Libero quotidiano”
Ieri sera il ministro dell'Economia, Daniele Franco, ha spiegato ai partiti com'è la situazione Mps-Unicredit. Da destra a sinistra era partito il pressing per chiedere lumi all'ex super dirigente di Bankitalia su una eventuale fusione che potrebbe portare alla cancellazione della banca senese.
Complici le elezioni suppletive nella città del Palio, che vedono Enrico Letta alla ricerca di una poltrona (un tempo sicura), leader e segretari hanno alzato le barricate in nome della difesa dell'autonomia del Monte. Eppure non si vedono altre soluzioni nel breve periodo per evitare il fallimento di Mps, peggior istituto europeo secondo i recenti stress test operati dai tecnici della Bce. La politica però ci tiene a piazza-re le bandierine, temendo di bruciare consensi.
Ma la politica tiene anche famiglia. Infatti all'ultima assemblea di primavera la banca ha risposto a un'azionista che chiedeva delucidazioni sull'esposizione di Montepaschi nei confronti dei cosiddetti Pep (Persone politicamente esposte), ovvero chi ha ha o ha avuto incarichi pubblici oppure familiari legati appunto a questi cittadini eletti.
Ebbene si scoprono parecchi buchi... I crediti deteriorati provocati a Mps, ovvero prestiti non restituiti, da personalità politiche ammontano a 1,4 milioni di euro e riguardano 39 pratiche di finanziamento non onorate.
LUCIANO D'ALFONSO DANIELE FRANCO LUIGI MARATTIN - AUDIZIONE SU MPS
Complessivamente il Monte è esposto verso i politici per quasi 60 milioni di euro, secondo quanto precisato dallo stesso istituto lo scorso 6 aprile. A fine 2020 il gruppo vantava inoltre crediti nei confronti di due partiti politici per un totale di 500 mila euro e nei confronti di 1.048 controparti cosiddette Pep (appunto Persone politica-mente esposte) per 59,5 milioni, di cui 1,4 di "non performing exposure”, buffi veri e propri.
Apparentemente la situazione è migliorata rispetto all’anno precedente. Infatti nel 2019 i debiti rottamati verso i politici, poiché non restituiti, ammontavano a ben 6 milioni. E all’epoca il gruppo vantava crediti per 68,4 milioni. E l’esposizione verso due partiti, probabilmente gli stessi del 2020, valeva 1,53 milioni. Magari qualcuno ha pagato, bene.
Resta il fatto che rimangono ancora 1048 personalità pubbliche (o loro familiari) che devono restituire un finanziamento. Chi sono, Impossibile saperlo. C’è la privacy da tutelare. Un film andato inonda anche qualche anno fa, quando Libero aveva chiesto di comunicare i nomi degli "sbancati", ovvero delle aziende o delle persone che hanno preso tanto e restituito poco o nulla a Mps, mandando in malora i bilanci della banca.
Non era una richiesta campata in aria, bensì urta legittima domanda di trasparenza dato che il salvataggio pubblico, orchestrato dall'allora ministro Pier Carlo Padoan (ex deputato dem eletto a Siena e attuale presidente di Unicredit), è costato ai contribuenti ben 8,3 miliardi.
Quattrini che magari sarebbero serviti per agevolare imprese e lavoratori. Attualmente i crediti deteriorati del Monte, marci e irrecuperabili, ammontano a quasi 4 miliardi. Per cui i debiti dei politici e di due partiti sono certamente una inezia. Comunque fastidiosa, nel caso in cui i clienti di Mps passassero sotto le insegne di Unicredit: l'istituto di piazza Gae Aulenti certamente andrebbe in pressing verso la "casta" per chiedere di rientrare, rovinando quella consuetudine secondo cui una banca molto vicina alla politica possa chiudere sempre un occhio.
LAURA CASTELLI A PORTA A PORTA
Specie se è controllata dallo Stato, che può usare i contribuenti come bancomat. Un ultimo particolare, di cattivo gusto. La scorsa settimana, prima della proposta di Unicredit, sul caso Mps la viceministra all'Economia, la grillina Laura Castelli, è stata ascoltata dalla Commissione banche, presieduta da Carla Ruocco, altra grillina. Ebbene, l'esponente del governo, dopo aver raccontato cose che già si sapevano - ovvero che la banca è in difficoltà, che bisogna cacciare altri due miliardi circa di aumento di capitale e che la Ue preme affinché lo Stato esca dall'azionariato - ha chiesto di secretare la seconda parte dell'audizione. Cioè, i grillini che volevano le dirette streaming per qualsiasi cosa, hanno nascosto agli italiani il vero stato di salute dell'istituto senese. E noi dovremo fidarci ancora?