“REPUBBLICA” AMA LUCHINO –CHE INTERVISTA AFFETTUOSA! “CON MARCHIONNE ABBIAMO AVUTO DELLE INCOMPRENSIONI A CAVALLO DEL WEEK-END” (MA VA? NON CE N’ERAVAMO ACCORTI) – ALITALIA “È UNA POSSIBILITÀ” (SMACK SMACK!)
Paolo Griseri per “La Repubblica”
Avvocato Montezemolo, che cosa significa un cambio d’epoca?
«Obiettivamente credo che sia finito un ciclo molto importante. E grazie alla forza della nostra azienda se ne può aprire uno nuovo con la quotazione di Fca. Questo ci riempie di orgoglio ».
Com’era iniziato il ciclo?
«Nel 1991 mi chiamò Enzo Ferrari. Mi disse: “Caro Montezemolo, avrei bisogno di un giovane come lei. Sa non vinciamo il campionato dal 1973”. Allora erano trascorsi 18 anni. Molti più che dal 2008 a oggi.. ».
Come riusciste a tornare a vincere allora?
«Bisogna ringraziare uomini come Jean Todt. E un pilota straordinario come Michael Schumacher. Con loro abbiamo condiviso momenti difficilissimi. Non si riusciva a vincere e anche allora le critiche da Torino non mancavano. Poi sono arrivati gli anni meravigliosi delle vittorie».
Quale Ferrari lascia al suo successore?
«Esco da un’azienda che spero chiuda quest’anno con risultati economici importanti. Sono orgoglioso di lasciare i cassetti pieni di progetti e tutte le premesse per rilanciare un nuovo ciclo in Formula 1».
Che cosa avete sbagliato nella squadra corse?
«Abbiamo sottovalutato i cambiamenti nelle power unit e non abbiamo previsto le conseguenze dei regolamenti che non ti permettono di modificare il sistema motore durante la stagione per migliorarlo. Con Sergio Marchionne abbiamo avuto delle incomprensioni a cavallo del week-end. E certo la rottura dell’unico motore nella stagione con la fermata di Alonso non ci ha aiutato a capirci meglio».
Quanto è importante per le vendite e il brand il fatto di vincere in pista?
«Non c’è un rapporto diretto tra vittorie su pista e vendite. Lo dimostra il caso dell’America. Il 13 ottobre celebreremo i 60 anni di presenza di Ferrari sul mercato americano. Negli Usa la Formula 1 sanno a malapena che cos’è. Eppure per lunghissimo tempo è stato il nostro mercato principale».
Teme che nella nuova Fca la Ferrari cambi pelle, di venti americana?
«Una Ferrari americana la stiamo preparando davvero per le celebrazioni dei sessant’anni. E’ un modello esclusivo, prodotto in dieci soli esemplari e costerà oltre due milioni di euro».
Ha dei rimpianti?
«Sono orgoglioso dei piloti che sono stati con noi e ci hanno regalato le soddisfazioni di questi anni. Il rimpianto è quello di non aver prestato la necessaria attenzione al power system in quest’ultimo periodo».
Che cosa farà ora Luca di Montezemolo? Passerà dalle monoposto agli aerei di Alitalia?
«Per ora è importante continuare a lavorare. Prima del mio ultimo giorno di scuola, che sarà il 13 ottobre, ho ancora molte cose da fare. Al prossimo salone di Parigi presenteremo una nuova spider speciale. E poi voglio dedicarmi alla famiglia, portare a scuola mio figlio di quattro anni. Queste oggi sono le mie priorità. Quella di Alitalia è una possibilità. Vedremo».
Che cosa le resterà di questi anni nel gruppo Fiat?
«L’orgoglio di avere portato alla vittoria la Ferrari e l’onore di aver fatto il presidente di Fiat in un momento in cui l’azienda aveva i piedi nel baratro. E solo Sergio e io sappiamo quanto siano stati difficili quei giorni»