MOTORE DI RICERCA (DI AFFARI) - PREOCCUPA NON POCO GLI USA IL VIAGGIO DEL PRESIDENTE DI GOOGLE ERIC SCHMIDT IN COREA DEL NORD - SCHMIDT SI SAREBBE RECATO A PYONGYANG PER “RAGIONI UMANITARIE”, MA SEMBRA SEMPRE PIÙ CHIARO CHE L’OBIETTIVO SIA TASTARE IL TERRENO PER METTERE LE MANI SU UN BUSINESS IN TERRITORI INESPLORATI - GOOGLE POTREBBE SFRUTTARE L’APPARENTE DISTENSIONE IN ATTO FRA LE DUE COREE...

1 - IL VIAGGIO DEL PRESIDENTE DI GOOGLE IN COREA DEL NORD

DAGOREPORT
Da "The Financial Times"
http://on.ft.com/XHXPSV

Suscita più irritazione che imbarazzo la visita del presidente di Google Eric Schmidt in Corea del Nord. Schmidt, a capo di una delle più grandi aziende del mondo, avrebbe raggiunto Pyongyang per ragioni personali, insieme al dirigente Google Jared Cohen, con il quale sta scrivendo un libro sull'impatto sociale di internet.

La spedizione del presidente del motore di ricerca è stata però molto mal vista dagli Stati Uniti, che negli ultimi tempi stanno esercitando pressioni sul governo nordcoreano dopo il lancio da parte di quest'ultimo di un missile in orbita. Gli Stati Uniti, così come gran parte del mondo occidentale, temono che la Corea del Nord si stia preparando a testare i propri armamenti nucleari, e perciò il Dipartimento di Stato americano ha criticato la scelta di Schmidt di recarsi a Pyongyang sostenendo che il momento non fosse il più adatto.

Nonostante recentemente un gruppo alberghiero tedesco, Kempinski, e l'azienda di telecomunicazioni egiziana Orascom fossero sbarcati nel territorio finora inesplorato della Corea del Nord, il viaggio del presidente della casa di Mountain View rimane decisamente insolito.

L'ex governatore del New Mexico Bill Richardson, che guida la spedizione del presidente di Google, ha affermato che il viaggio è in realtà una missione umanitaria che ha lo scopo di ottenere la liberazione di Kenneth Bae, un coreano-americano arrestato nel novembre e da allora detenuto con accuse non meglio specificate. Richardson ha ricordato che il Dipartimento di Stato Usa aveva già fatto rimandare il viaggio nel dicembre scorso, a causa della concomitanza con le elezioni presidenziali in Corea del Sud, e che perciò non era più posticipabile.

Il leader nordcoreano Kim Jong-eun, che è a capo di un paese in cui internet quasi non esiste e in cui la maggior parte dei computer sono connessi solo a una rete intranet nazionale, ha però recentemente parlato in toni distensivi del rapporto col nemico storico del Sud, senza fare accenno minimamente al lancio del missile in orbita né alla sperimentazione nucleare. D'altra parte, anche la neo-presidente sudcoreana, Park Geun-hye, ha annunciato di voler intraprendere un percorso di pacificazione con i vicini settentrionali.

Che Google abbia fiutato una nuova, attraente possibilità di ampliare il suo business?


2 - PERCHÉ GOOGLE VA IN COREA DEL NORD

Caterina Visco per "Daily.Wired.it"

"Il volto di quello che è probabilmente il più importante vettore dell'informazione senza confini al mondo sta andando nello Stato emblema dell'ipercontrollo dell'informazione". Così Victor Cha, già direttore dell'agenzia asiatica del National Secutiry Council durante la seconda amministrazione di George Bush jr e ora consigliere politico al Center for Strategic and International Studies, ha commentato la visita in Corea del Nord del presidente di Google, Eric Schmidt.

Ufficialmente il viaggio è di natura personale e non aziendale: Schmidt accompagnerà l'ex governatore del New Mexico, Bill Richardson, per quella che il politico descrive come " una visita umanitaria privata" con l'obiettivo di chiedere la liberazione di un cittadino statunitense imprigionato nel Paese asiatico. Al viaggio si uniranno anche KA Namkung, consulente di Richardson per le relazioni Usa/Asia e Jared Cohen, direttore di Google Ideas. La visita, spiega il New York Times, non è approvata dal Dipartimento di Stato statunitense.

Anche secondo quanto dichiarato da Richardson a Cbs News, la visita di Schmidt non avrebbe niente a che fare con Google: " Ho invitato io Eric, e lui viaggia da privato cittadino", ha spiegato: " Non è un viaggio targato Google. Incontreremo leader politici, economici e militari e visiteremo alcune università. Non abbiamo il controllo della nostra visita, ci faranno sapere il programma quando arriveremo".

" Non rilasciamo commenti rispetto a viaggi privati", gli ha fatto eco il portavoce dell'azienda californiana, interpellato da Wired.com. Tuttavia, proprio secondo il magazine, " Il viaggio del presidente Schmidt potrebbe rappresentare, per il paese più chiuso del Pianeta, il più forte segnale mai mandato finora della frustrata volontà di apertura del suo leader, il giovane Kim Jong-un".

Infatti, secondo Cha, la visita di quello che è il volto pubblico di Google, non può non avere conseguenze: " Non so se sia una buona opportunità per Google, ma è una buona opportunità per la leadership della Corea del Nord per dare un segnale di apertura al mondo". Cha è convinto infatti che bucare la bolla dell'informazione potrebbe ottenere più risultati che qualunque altra mossa diplomatica nel cambiare il volto del Paese, che presto potrebbe affrontare nuove sanzioni internazionali a causa del suo recente lancio di un razzo a lungo raggio che ha posizionato un satellite in orbita.

Se Google possa fornire la punta necessaria far scoppiare la bolla dipende anche da quanto BigG prevede di guadagnare dallo sforzo. " Google dipende dai soldi che riesce a fare dalle persone che hanno soldi e i nordcoreani n hanno proprio pochi", ha dichiarato a Wired.com Danny Sullivan, fondatore di Search Engine Land.

Certo al momento la distanza tra Mountain View e Pyongyang non è mai stata così grande: su una popolazione di 25 milioni di persone solo 4mila hanno accesso a Internet (solo membri della classe dirigente e solo sotto uno stretto controllo). Inoltre nel Paese la fame è un problema ancora così sentito che avere un computer in casa non è certo una priorità per i cittadini nordcoreani.

Quello di Schmidt potrebbe però essere veramente soltanto un viaggio privato: lui è certo quello che avrebbe più da guadagnare dalla visita: un suo successo, anche minimo, nello stabilire una relazione con il regime potrebbe cementare il suo ruolo di ambasciatore di Google nel mondo. Un ruolo oltremodo importante ora che i rapporti tra BigG e i gli stati europei (e non solo) si fanno sempre più tesi e l'azienda cerca di estendere i suoi tentacoli in mercati ancora inesplorati.

 

ERIC SCHMIDT DI GOOGLE jpegEric Schmidt di Google GoogleLarry Page di GoogleSERGEY BRIN E LARRY PAGEKIM JONG UN KIM JONG UN A CAVALLO

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