UN MONTE DI CREDITI (DETERIORATI) – LA BCE HA DATO IL VIA LIBERA ALLA SCISSIONE DI MPS, CHE PREVEDE LA CESSIONE DI 8,1 MILIARDI DI “NPL” – L’AUTORIZZAZIONE DI FRANCOFORTE È LEGATA A UNA SERIE DI CONDIZIONI: LA PRIMA È CHE ROCCA SALIMBENI EMETTA BOND PER ALMENO 250 MILIONI DI EURO – IL TESORO HA CHIESTO DI RINVIARE IL PIANO DI USCITA “IN ATTESA CHE SI PERFEZIONI” LA SCISSIONE
La Bce ha dato il via libera alla scissione di Mps. Una scissione che prevede la cessione di 8,1 miliardi di crediti deteriorati e che genererà un fabbisogno di capitale stimato in almeno 700 milioni. Al derisking è subordinato anche il piano di uscita del Tesoro, che il Mef ha chiesto di rinviare rispetto alla scadenza originaria di fine 2019 “in attesa che si perfezioni” la scissione degli npl, con “obiettivo finale di creare le condizioni” per rendere Mps una candidata al consolidamento del sistema bancario.
L'autorizzazione di Francoforte è legata a una serie di condizioni. La prima è che Mps emetta, prima dell'efficacia dell'operazione, bond per almeno 250 milioni, ammissibili per l'inclusione nel patrimonio di base di classe 2 (Tier2) per l'intero importo nominale o a fornire alla Bce una prova adeguata dell'impegno vincolante, da parte di uno o più investitori di adeguato standing (inclusi, se del caso, qualsiasi ente pubblico o entità affiliata), a sottoscrivere, entro il 31 dicembre 2020, il Tier2.
La seconda è la vigenza di un decreto legge o un decreto legislativo ovvero una legge ordinaria alla data di efficacia della scissione, che accantoni i fondi pubblici necessari per la sottoscrizione di strumenti di capitale emessi a condizioni di mercato da qualsiasi società pubblica italiana e consentire al Mef di sottoscrivere, nei limiti dei fondi pubblici accantonati, fino al 70% dell'importo degli strumenti di capitale emessi per ripristinare il rispetto da parte di Banca Mps dei requisiti patrimoniali complessivi, fermo restando che almeno il 30% del relativo importo deve essere sottoscritto da investitori privati”.
Ultima richiesta è di fornire alla Bce, prima della data di efficacia della scissione, almeno tre “comfort letter”, emesse da diverse banche d'investimento non oltre 20 giorni prima della data di esecuzione della scissione, confermando che, secondo le rispettive analisi e stime, la banca sarebbe ragionevolmente in grado di fare sottoscrivere da investitori privati almeno il 30% dell'importo degli strumenti Tier 1 aggiuntivi potenzialmente emessi”. Scontata, infine, l'approvazione della scissione da parte dell'assemblea straordinaria di Mps. Il Cda ha deciso di informare la Bce dell'assenza di osservazioni sul provvedimento e di attendere la “final Decision”.