MUSK PENSA AI SUOI AFFARI. PER QUESTO È SCESO IN CAMPO PER TRUMP – IL MILIARDARIO SUDAFRICANO HA TWITTATO IN SUPPORTO AL TYCOON, SUBITO DOPO L’ATTENTATO, ANNUNCIANDO UNA SUPER DONAZIONE AL COMITATO REPUBBLICANO - SPERA CHE “THE DONALD”, UNA VOLTA ALLA CASA BIANCA, SCATENI UNA GUERRA ALLE AUTO ELETTRICHE CINESI, COSI’ DA FAVORIRE TESLA – MUSK PUNTA ANCHE AD AVERE UNA CORSIA PREFERENZIALE NEL DOMINIO DEI CIELI CON I SATELLITI DELLA SUA STARLINK…
Estratto dell’articolo di Claudio Antonelli per “La Verità”
Trascorsi pochi istanti dall’attentato a Donald Trump, il genio di Tesla, X e Starlink ha subito pubblicato due post. In uno Elon Musk annuncia ciò che molti immaginavano: il pieno endorsement al candidato dei repubblicani. Nell’altro tweet attacca il comparto della sicurezza nazionale incaricato di garantire l’incolumità di partecipa alla corsa elettorale.
Musk rilancia l’intervista della Bbc, che ha poi fatto il giro del mondo, secondo cui più di un testimone avrebbe avvisato la polizia di un uomo munito di fucile in procinto di salire sul tetto. […]
Non solo, Musk ha tirato una linea su quello che probabilmente sarà il futuro dei social. Un inno allo stop alla censura, in linea con il recente scontro tra X e Bruxelles. La scorsa settimana Musk aveva accusato i vertici della Commissione di aver proposto un losco accordo. Bloccare le multe e le sanzioni e in cambio nel silenzio e senza nessuna ufficialità moderare (tradotto censurare) i post scomodi.
È chiaro che con l’endorsement, Musk in caso di vittoria repubblicana si guadagna il ruolo di unico interlocutore tra governo e piattaforma social. Sospettiamo non solo negli Usa ma pure all’estero.
steve bannon elon musk donald trump
La mossa di Musk è però tutt’altro che idealistica. Ricordiamo che il vero business del suo gruppo sta nella mobilità e, ancor di più, nello spazio. Nel primo caso, il patron di Tesla sa che chi guiderà il prossimo giro alla Casa Bianca influenzerà anche il futuro delle sue quattro ruote elettriche. Negli ultimi mesi Trump è stato molto critico in relazione a questo modello di transizione green, ma al tempo stesso è l’uomo che dalla sala ovale può alzare il tiro dei dazi. Soprattutto contro la Cina.
A beneficiare più di tutti sarebbe Tesla, che fino ad ora è riuscita a navigare anche nel mare della concorrenza asiatica, raggiungendo però un livello di saturazione del mercato preoccupante. Insomma, il secondo mandato di Trump pur riportando il motore termico in auge sarebbe comunque molto più favorevole per Tesla che per le altre case elettriche. Già questo punto vale parecchi miliardi.
Ma la realtà è che il progetto di Musk è molto più ampio e coinvolge sempre il business dei dati nel mondo delle telecomunicazioni e dei satelliti. SpaceX, il conglomerato dello spazio in mano al tycoon, prevede di arrivare a circa 42.000 satelliti in orbita per collegare in banda larga tutto il globo.
Per capire la portata del progetto basti pensare che a oggi sono circa 6.000 i satelliti targati Starlink già «piazzati» e che a fine anno diventeranno 8.000. Siamo davanti a una possibile svolta epocale consentita anche dal passaggio dai satelliti geostazionari a quelli di nuova generazione. I primi sono posizionati a circa 36.000 chilometri dalla Terra e offrono un’ampia copertura con forti limiti dovuti però all’elevata latenza (il tempo impiegato dai dati per raggiungere la destinazione indicata) e una bassa capacità di banda.
I secondi invece sono a una distanza compresa tra 160 e 1.000 chilometri sulla Terra e questa vicinanza riduce drasticamente il tempo dei segnali per viaggiare da e verso il satellite. L’obiettivo è creare un link che colleghi tutti i 42.000 satelliti programmati attraverso i Laser Inter-Satellite Link (Lisl), che svolgono un ruolo cruciale nella creazione di una rete efficiente. […]
ELON MUSK - ILLUSTRAZIONE WALL STREET JOURNAL
In questa ottica va inserito, per quanto riguarda l’Italia il simil contenzioso avviato con Tim. In realtà il tassella della nostra Penisola è tra i più importanti ma comunque un ingranaggio della grande visione. Con Trump alla Casa Bianca e un sostegno ancor più forte da parte del Pentagono comincia a essere verosimile un esito positivo a quello che solo fino a cinque anni fa era una idea visionaria.
Se Musk riuscisse nella corsa allo spazio gli Usa avrebbero un triplo vantaggio. Primo eviterebbero che nel 2040 la Cina possa fare un salto generazionale militare. Secondo vantaggio, rivoluzionerebbero una volta per tutte la dottrina militare creando un solo percorso che va sotto il nome di duale. E, infine, terzo grande vantaggio potrebbero da soli controllare le comunicazioni attorno al globo. E per controllare intendiamo sia in entrata che in uscita.
[…] Ovviamente, Musk ha tutta la convenienza a fungere da sparring partner di Trump. Quando e se il probabile prossimo presidente degli Stati Uniti deciderà di litigare con Bruxelles (sempre che la prossima Commissione non stravolga le scelte della precedente) per i dazi e per le imposte in arrivo sull’acciaio e in generale contro le emissioni di CO2, Musk potrà sventolare X contro le norme del Digital service act e del Digital market act che sembrano fatte apposta per imbrigliare le piattaforme.
Senza contare l’Ia act (la legge che regola l’intelligenza artificiale) approvato ora e in funzione fra due anni. […]