NEGLI STATES VANNO A RUBA I BOND ITALIANI - EMISSIONI TEDESCHE AL PALO: RENDIMENTI TROPPO BASSI - FLOP DELLA DVD BANK DI FRANCOFORTE: A VUOTO L’OFFERTA DI UN BOND DA 500 MILIONI DI DOLLARI - GLI INVESTITORI USA PREMIANO L’EMISSIONE SENIOR DI INTESA SANPAOLO DA 3,5 MILIARDI DI DOLLARI CHE HA RACCOLTO ORDINI PER 11 MILIARDI - IL TITOLO A 5 ANNI DI DVD BANK OFFRIVA 250 PUNTI SUL TREASURY RISPETTO AI 310 DI INTESA…
Mara Monti per il "Sole 24 Ore"
Il clima sui mercati sta girando con decisione a favore dei Paesi periferici. E a pagarne le conseguenze sono gli emittenti tedeschi. I quali con i tassi bassi cominciano a riscontrare difficoltà quando si tratta di collocare bond agli investitori americani. à successo alla Dvb Bank, l'istituto tedesco con sede a Francoforte, che lunedì scorso non è riuscito a piazzare un bond da 500 milioni di dollari, vedendosi costretto a posticipare il deal.
A giocare a sfavore dell'emissione, la seduta particolarmente affollata, con il mercato che aveva dovuto digerire carta per 18 miliardi di dollari. Come l'emissione senior di Intesa Sanpaolo da 3,5 miliardi di dollari che da sola aveva raccolto ordini per 11 miliardi di dollari e il jumbo bond da 6 miliardi di dollari dell'istituto a stelle e strisce Bank of America. L'unica a non trovare investitori interessati al bond è stata la banca tedesca, un caso più unico che raro vista la vivacità del mercato corporate in questi giorni.
LE SCELTE DEL MERCATO USA
A giocare a sfavore dell'istituto tedesco, sono state soprattutto le condizioni del bond, ritenute dagli investitori poco competitive: il titolo a 5 anni era destinato ad offrire 250 punti base sul Treasury di identica scadenza contro i 310 punti base offerti, ad esempio, dalla tranche a 5 anni di Intesa Sanpaolo. In Germania, il bond di Dbv Bank scadenza agosto 2017 scambia sul secondario l'equivalente di 123 punti base sul Treasurys Usa.
«Gli investitori americani non sono disposti a pagare livelli così bassi, l'emittente può tentare il collocamento su un altro mercato», ha commentato con disinvoltura un gestore statunitense.
Si dirà : il bond dell'emittente italiano è più rischioso e quindi deve rendere di più. Già , ma in un contesto in cui gli investitori sono alla disperata ricerca di rendimenti, arrivati al punto di esporsi pesantemente sui junk bond pur di strappare qualche centesimo in più, negli Usa i bond italiani sono preferiti a quelli tedeschi. Uno scenario impensabile fino a qualche settimana fa.
CACCIA AI RENDIMENTI
La ricerca spasmodica di "rischio" ha spinto lo spread dei junk bond a 477 punti base, il livello minimo dal maggio 2011. Soltanto un mese fa lo spread era al 523 punti base, un movimento che riflette la forte domanda per bond rischiosi, ma remunerativi. Lo stesso vale per il rendimento che ha toccando nuovi minimi al 5,78% dell'indice Barclays.
Secondo i gestori, quest'anno sarà difficile rivedere le performance a due cifre del 2012 mentre non si andrà oltre il 5-7 per cento. «Al momento, il rendimento dei junk bond è il più attraente sul mercato e tutti vogliono comprarli», ha commentato Kathy Jones del fondo Charles Schwab. Ma è anche un rischio se i tassi tornano a salire. La ricetta? Secondo il gestore il modo migliore per proteggersi contro l'eventuale rialzo dei tassi di interesse è concentrarsi sulle scadenze brevi.
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