MI MANDA BERLINO - LA NOMINA DEL RADIOLOGO GIUSEPPE VITA ALLA PRESIDENZA DI UNICREDIT È UN SIGILLO TUTTO TEDESCO CHE PORTA LA FIRMA DI DEUTSCHE BANK E ALLIANZ (CON LO ZAMPINO DI MEDIOBANCA E DI BIASI) - PER LA SUCCESSIONE A RAMPL, I FONDI ESTERI CHE HANNO INVESTITO A PIAZZA CORDUSIO VOLEVANO UNA NOMINA ‘TEDESCA’ - SCONFITTI PALENZONA, GHIZZONI E IL NEO-AZIONISTA CALTARICCONE CHE AVREBBERO VOLUTO GROS PIETRO…

Michele Arnese per "Il Foglio"

Esce un tedesco, entra il più tedesco dei manager italiani dai solidi e fruttuosi rapporti con Berlino. In casa Unicredit c'è stato un colpo di coda degli azionisti teutonici: hanno dovuto incassare l'uscita di Dieter Rampl, ma sono riusciti a designare alla presidenza del gruppo creditizio Giuseppe Vita, siciliano, 77 anni, laureato in Medicina alla Sapienza di Roma dove ha conseguito la specializzazione in Radiologia, quindi una carriera nella farmaceutica, poi nell'editoria e nelle assicurazioni, e adesso con un futuro da banchiere. Ma non è un novizio del ramo, visto che Vita è stato presidente di Deutsche Bank fino al 2002 ed è attualmente presidente onorario del colosso tedesco del credito.

Dal 2002 è presidente del comitato di sorveglianza del gruppo editoriale Axel Springer di Berlino ed è presidente di Allianz Italia, il braccio nostrano del colosso assicurativo tedesco da dove è arrivato anche Enrico Tomaso Cucchiani, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo. Ma i sostenitori del successore di Rampl non vanno ricercati solo in Allianz e a Berlino: ad appoggiare in maniera determinante Vita sono stati anche i fondi esteri che in Unicredit hanno incrementato il peso dopo il recente aumento di capitale.

A partire dal fondo di Abu Dhabi, di certo gradito alle fondazioni bancarie azioniste di Unicredit, ma dalle chiare relazioni consolidate con la Germania. Il fondo arabo socio dell'istituto di Piazza Cordusio con il 6,5 per cento è presieduto da Khadem al Qubaisi, della famiglia regnante nell'Emirato, ben conosciuto negli ambienti economici di Berlino. Il fondo capeggiato da al Qubaisi, Aabar, è il primo azionista della Daimler. Aabar e Daimler sono inoltre azionisti nella squadra di Formula 1 di Mercedes (Mercedes Gp).

Di sicuro, notano osservatori milanesi, Vita non era in cima alle preferenze delle fondazioni bancarie. E' noto infatti che Cariverona presieduta da Paolo Biasi puntava in prima battuta su altri nomi e la torinese Crt gradiva l'ex presidente dell'Iri e dell'Eni, l'economista Gian Maria Gros-Pietro.

E a Bologna e Modena si preferivano piuttosto i nomi di Angelo Tantazzi e Massimo Tononi. Ma alla fine, come recita il comunicato della banca guidata dall'amministratore delegato, Federico Ghizzoni, il comitato governance e nomine di Unicredit riunito ieri "ha ritenuto che tra le persone selezionate, tutte di alta professionalità, che hanno dato la loro disponibilità" alla presidenza, "quella che meglio risponde al profilo e ai requisiti della carica sia Vita".

La fondazione che si è per prima allineata sul presidente di Allianz Italia è stata, secondo le indiscrezioni raccolte dal Foglio, Cariverona: "Evidentemente il presidente Paolo Biasi - mormorano ambienti veronesi in scarsa sintonia con il presidente della fondazione scaligera - ha avuto garanzie che una vicepresidenza vada al suo candidato Candido Fois, uno dei suoi legali con studio a Venezia. E d'altronde Biasi siede con Vita nel cda di Allianz Italia". C'è anche chi sostiene, tra alcuni azionisti del gruppo creditizio, che ci sia stata una garbata ma chiara moral suasion sui soci dell'amministratore delegato Ghizzoni sul nome del manager italiano più apprezzato in Germania.

Tutti soddisfatti per la designazione, recitano comunque le dichiarazioni ufficiali, compresi gli azionisti privati come il nuovo entrante Francesco Gaetano Caltagirone, accreditato di note e consolidate relazioni con Gros-Pietro.

Tra le novità del prossimo consiglio ci sarà di sicuro un rappresentante del nuovo azionista Caltagirone: nelle liste per il cda che saranno presentate all'assemblea ci sarà il figlio del costruttore, Alessandro. Anche nella partita di Unicredit, comunque, non è stata secondaria Mediobanca. I vertici dell'istituto di Piazzetta Cuccia conoscono e apprezzano le doti e l'esperienza di Vita. Non è un caso che lo abbiano inserito tra i nomi per il futuro consiglio di amministrazione di Rcs.

 

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