CHI PAGA E CHI GUADAGNA – NEL 2022 LA SOMMA DEI PROFITTI DELLE SOCIETÀ QUOTATE A PIAZZA AFFARI SI AVVICINERÀ A 70 MILIARDI DI EURO. TUTTO “MERITO” DEI RINCARI ENERGETICI CAUSATI DALLA GUERRA IN UCRAINA E DAI RIALZI DEI TASSI, CHE GONFIANO DEL 37% I PROVENTI ANNUI DI GRUPPI ENERGETICI, BANCHE E INDUSTRIE – INTANTO IL GOVERNO MELONI QUEST'ANNO INCASSERA’ APPENA 2,7 MILIARDI DALLA TASSAZIONE DEGLI EXTRAPROFITTI. BRICIOLE RISPETTO ALLA VALANGA DI UTILI E DIVIDENDI CHE ARRIVA DALLE TASCHE DEI CONSUMATORI…
Estratto dell’articolo di Nicola Borzi per “il Fatto quotidiano”
Rincari stellari dell’energia, la botta di inflazione, immediatamente “girata” ai consumatori attraverso i listini, e rialzo dei tassi d’interesse. Così il 2022, nonostante sia stato un anno da dimenticare per le azioni quotate alla Borsa di Milano il cui indice ha chiuso con un ribasso del 12%, regalerà come consolazione una montagna di utili e, a cascata, di dividendi. A fine 2022 si è avvicinata a 70 miliardi la somma dei profitti delle società quotate a Piazza Affari, secondo le stime della società di analisi Intermonte. Un valore record che vale il 4% del prodotto interno lordo nazionale e che è cresciuto del 37% rispetto al 2021.
Tutto “merito” degli extraprofitti generati dalla guerra della Russia contro l’Ucraina, che ha dato un brutale colpo di acceleratore al carovita e ha causato la decisione della Bce di aumentare i tassi d’interesse.
Se si guarda all’andamento dei listini di Borsa, l’anno che si è chiuso da poco ha registrato la peggiore performance sulla distanza dei 12 mesi dal 2018, quando l’indice era calato del 16,1%, e la seconda peggiore negli ultimi dieci anni. Tutto male dunque? Dipende per chi […]
Secondo le prime stime, quest’anno gli azionisti di Piazza Affari tra cedole e riacquisti di azioni dovrebbero incassare circa 36 miliardi, il 2,1% del Prodotto interno lordo. A dare impulso al record di extraprofitti è il gigante nazionale dell’energia, Eni, che ha trainato i risultati del comparto energetico, il settore che svetta tra tutti con risultati più che quadruplicati durante il 2022.
I risultati annuali saranno resi noti al mercato solo il 23 febbraio, ma secondo la media delle previsioni degli analisti l’utile lordo del “cane a sei zampe” dovrebbe toccare i 22,6 miliardi (erano 11,1 nel 2021, raddoppierebbero) e quello netto dovrebbe raggiungere i 13,4, il 120% in più dei 6,1 del 2021.
[…] Ma a brindare sono anche le banche quotate. Il campione nazionale Intesa Sanpaolo ha chiuso il 2022 con un utile di 5,5 miliardi, il 31,6% in più dei 4,18 miliardi di profitti registrati nel 2021. Banco Bpm a fine anno ha segnato un utile netto di 702,6 milioni, in crescita del 23,5% rispetto ai 569 milioni del 2021.
Il vero record è quello di UniCredit che sotto la sferza dell’Ad Andrea Orcel ha chiuso il 2022 con utili per 5,2 miliardi, tre volte e mezza gli 1,5 miliardi di profitti del 2021, un miliardo e mezzo oltre le attese degli analisti, con il record dell’ultimo decennio che consentirà di distribuire agli azionisti tra dividendi e riacquisto di azioni proprie ben 5,25 miliardi, con un aumento del 40% (1,5 miliardi) rispetto al payout (la somma di dividendi e riacquisti di azioni proprie) del 2021.
A gonfiare gli extraprofitti delle banche è stato un insieme di fattori. Innanzitutto l’aumento del margine di interesse, dato in soldoni dalla differenza tra i tassi (irrisori) che le banche pagano ai clienti sui loro conti correnti e quelli che incassano sui prestiti e sui mutui a tasso variabile. Valori decollati dopo la raffica di aumenti decisa negli ultimi mesi dalla Bce che il 2 febbraio ha alzato il costo del denaro nell’Eurozona di altri 50 centesimi, portando i tassi di riferimento al 3%, ai massimi dal 2008.
Poi c’è la pioggia di rincari sui costi di gestione dei rapporti bancari: secondo una recente rilevazione di Osservatorio ConfrontaConti.it e SosTariffe.it, nel 2022 il costo di un conto corrente bancario è salito in media dell’8%, con un salasso aggiuntivo di 132 euro annui per ogni correntista […]
giancarlo giorgetti giorgia meloni
Una pioggia di denaro nei conti delle imprese e nelle tasche degli azionisti alla quale gli Stati cercano di attingere attraverso la tassazione degli extraprofitti, sinora con scarso successo. Per il 2023 l’Italia applicherà un’imposta una tantum del 50% sul reddito d’impresa del 2022 superiore di almeno il 10% alla media 2018-21: il governo Meloni conta di incassare circa 2,565 miliardi, ma a metà dicembre aveva dovuto annunciare che il gettito dell’imposta sugli extraprofitti era di appena 2,7 miliardi rispetto ai 10 attesi. […]
Briciole, rispetto alla valanga di utili e dividendi che viene dritta dritta dalle tasche dei consumatori e dei clienti delle società bancarie, energetiche e industriali […]
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