PANICO ALLA VICENTINA – IL PROCURATORE CAPO DI VICENZA ANNUNCIA ALTRI INDAGATI NELL’INCHIESTA SULLA BANCA POPOLARE – E IL PATRÒN GIANNI ZONIN STUDIA TEMPI E MODI DELL’USCITA DI SCENA
1. I PM: “FORSE ALTRI INDAGATI NEL CDA” IL LEGALE DI ZONIN: “STUDIA L’ADDIO”
Vittoria Puledda per “la Repubblica”
ANTONINO CAPPELLERI PROCURATORE CAPO DI VICENZA
La procura di Vicenza vuole fare in fretta e punta a indagini concentrate in un mese, per dipanare la vicenda della Popolare. Da qui ad allora non è escluso però che ci possano essere nuovi indagati, alla luce degli accertamenti in corso (le perquisizioni sono state eseguite dalla GdF di Roma e di Vicenza), ha spiegato il procuratore di Vicenza Antonino Cappelleri. «Non è escluso che qualche altro appartenente del cda venga indagato», ha detto il magistrato.
Gli avvisi di garanzia per le ipotesi di aggiotaggio (unite al finanziamento dei soci per l’acquisto di azioni della banca) hanno raggiunto sei esponenti dell’istituto, a partire da Gianni Zonin. «Il presidente ha detto che non vuole proseguire - ha dichiarato il suo legale, Enrico Ambrosetti - il fatto che si dimetta è solo questione di modi e di tempi».
Intanto i movimenti in difesa dei consumatori affilano le armi: «Stiamo preparando, anche con Federconsumatori, un esposto alla magistratura affinché accerti le responsabilità anche di Consob e Banca d’Italia spiega Elio Lannutti, presidente di Adusbef - alla Popolare di Vicenza tra aumenti di capitale, perdite e azioni congelate il danno supera i 6 miliardi».
antonio patuelli premia gianni zonin
Alcuni di questi costi sono probabilmente ancora nell’ombra: basti pensare che il taglio del 23% del valore delle azioni, deciso ad aprile, non tiene conto della riduzione del patrimonio netto, risultato dalla semestrale. Attualmente quindi la Popolare di Vicenza esprime un rapporto prezzo/patrimonio netto pari a 1,6 volte, il doppio e anche più della media delle popolari quotate. Il che significa che quei 48 euro per azione sono ancora ben lontani da esprimere valutazioni in linea con il mercato.
«Stiamo raccogliendo adesioni per una class action contro la banca, spiega Jacopo Berti, capogruppo alla regione Veneto del Movimento Cinque stelle - noi riteniamo che possano esserci conseguenze penali più ampie di quelle ipotizzate finora».
Gli inquirenti stanno lavorando, tra l’altro, sulle presunte irregolarità riguardo alle operazioni di acquisto di azioni della Popolare, dietro finanziamento, per 974 milioni di euro mentre ad altri soci sarebbe stato garantito il riacquisto, per circa 300 milioni.
2. BANKITALIA: GONFIATE GIÀ DAL 2001 LE AZIONI DELLA POPOLARE VICENZA
Gianluca Paolucci per “la Stampa”
Gli ex manager della Popolare di Vicenza hanno avviato un’azione legale contro la banca. Mentre in un rapporto ispettivo del 2001 Bankitalia già sottolineava la sopravvalutazione delle azioni della banca.
Samuele Sorato, Andrea Piazzetta e Emanuele Giustini, rispettivamente ex direttore generale e amministratore delegato e vice dg per le aree finanza (Piazzetta) e mercati (Giustini), hanno avviato un contenzioso giuslavoristico dopo essere stati allontanati dal vertice della BpVi, secondo quanto ricostruito. L’addio aveva coinciso con l’ispezione della Bce aveva svelato una serie di irregolarità nella concessione dei prestiti e nella sottoscrizione delle azioni della banca. Le stesse operazioni finite nel mirino della procura di Vicenza, che ha indagato oltre ai tre ex manager anche il presidente Gianni Zonin e i consiglieri Giuseppe Zigliotto e Giovanna Maria Dossena.
Sorato si è dimesso il 12 maggio: il comunicato della banca che ne dava notizia riportava i reciproci «ringraziamenti» del manager e del cda. Qualche settimana dopo l’addio di Piazzetta e Giustini: «Risoluzione consensuale dei rapporti di lavoro», diceva in questo caso il comunicato della banca. Augurando ai due «un prospero futuro professionale».
SAMUELE SORATO BANCA POP VICENZA copia
Sul versante delle indagini, la Guardia di Finanza (il Nucleo speciale valutario di Roma e il nucleo tributario di Vicenza) ha iniziato l’esame della corposa documentazione acquisita durante martedì. Nel fascicolo era già presente invece la relazione ispettiva di Bankitalia del 2001. Il rapporto finale degli ispettori recita tra l’altro che «le modalità di determinazione annuale del prezzo di emissione e di rimborso delle azioni sociali fissato per il 2001 in lire 85.196 (euro 44) non sono ispirate a criteri di oggettività ma esprimono il risultato di un compromesso di valutazioni di singoli consiglieri, discoste dai conteggi della direzione amministrativa che già inglobano nel valore, in aggiunta al patrimonio netto, componenti addizionali in parte stimate». Il rapporto sottolinea anche l’inadeguatezza dei controlli da parte del collegio sindacale.
E sottolinea come per convincere i nuovi soci a sottoscrivere le azioni venisse prospettata loro una crescita costante dell’investimento effettuato anche per «la necessità di gestirne il consenso». Il documento segnala anche il ruolo dominante all’interno del consiglio del presidente Zonin. Con l’unica eccezione - allora - di un consigliere, l’avvocato Gianfranco Rigon, tutto il cda risultava allineato sulle posizioni del presidente. Intanto, il prossimo Assiom Forex - che avrebbe dovuto tenersi a Vicenza nel 2016 in occasione dei 150 anni dalla fondazione dell’istituto - ha annunciato che cambierà sede.