1- PASSERA E BERNABÈ RIUSCIRANNO A FAR SPOSARE POSTE ITALIANE E TELECOM ITALIA? 2- LE POSTE SONO IN BUONA SALUTE (UN MILIARDO DI UTILE L’ANNO ALLO STATO) E POTREBBERO DIVENTARE AZIONISTA DI TELECOM NEL MOMENTO IN CUI GLI ALTRI SOCI (PRIMA DI TUTTI TELEFONICA) SI DICHIARASSERO INDISPONIBILI A VERSARE ALTRO SANGUE 2- BASTERANNO LE NUOVE AMICIZIE CON CASINI & CESA E GLI AVVICENDAMENTI AL VERTICE DEL COLOSSO DRS PER INGRAZIARSI OBAMA, A STABILIZZARE LA DOPPIA CARICA DI ORSI AL VERTICE DI FINMECCANICA? NO. NEL MIGLIORE DELLE IPOTESI, ORSI TERRÀ LA PRESIDENZA. COME AD, GRILLI VUOLE IL NUMERO DUE DI FINMECCANICA, ALESSANDRO PANSA 3- ARIA NUOVA NEI GIORNALI: MARIO SECHI MOLLA “IL TEMPO”, MULÈ PRENDE IL POSTO DI FEDE AL TG4 E A “PANORAMA” SI PARLA DI UMBERTO BRINDANI CHE HA RILANCIATO “OGGI” 4- NÉ CALENDA NÉ STEFANO PARISI, L’AUTORE DEL MANIFESTO DI BOMBASSEI È GIORGIO USAI

1- ORSI ADDIO A FINMECCANICA - PASSERA E BERNABÈ RIUSCIRANNO A FAR SPOSARE POSTE ITALIANE E TELECOM ITALIA?
Quando ieri pomeriggio verso le 17,30 Giuseppe Orsi e i top manager di Finmeccanica hanno sentito le parole pronunciate da Monti allo Stock Exchange di Londra in cui smentiva seccamente l'ipotesi di svendere le più grandi imprese pubbliche italiane, al settimo piano di piazza Monte Grappa si è tirato un sospiro di sollievo.

Il pallore chiaramente dipinto sul volto del premier italiano dopo la sua massacrante spedizione londinese, non gli ha impedito di chiudere con parole ferme le tante ipotesi di spezzatino che sono circolate da quando Orsi ha preso il posto di Guarguaglini. E qualcuno, per sollevare l'atmosfera, ha ricordato che al manager piacentino nel giugno 2010 Sua Maestà la Regina ha conferito l'onorificenza di Commander of the British Empire.

Sarà un puro caso ma dal quartier generale di Finmeccanica dove sono state cancellate le macchie di sangue dopo lo scontro con la coppia Guarguaglini-Grossi, ieri per tutta la giornata il Gruppo ha sparato una raffica di comunicati per sottolineare gli ultimi successi nel mondo.

È chiaro che dopo la parola d'ordine del silenzio che Orsi aveva intimato prima di Natale adesso è arrivato il momento di dare fiato alle trombe e questo ruolo ricade soprattutto sulle spalle di Marco Forlani, il diligente direttore relazioni esterne che dicono sia un po' intristito per l'arrivo di un consulente napoletano che ha ricoperto lo stesso ruolo di Forlani ai tempi della gestione di Fabiano Fabiani.

Resta il fatto che le trombe hanno squillato annunciando il possibile ingresso di Finmeccanica nel colosso aeronautico Airbus e l'acquisizione di nuovi contratti per 200 milioni da parte di AgustaWestland e Drs Technologies, l'azienda americana acquistata nel maggio 2008 per 5,2 miliardi di dollari.

Come se non bastasse sempre ieri Finmeccanica ha fatto circolare la voce che avrebbe chances per vincere la gara degli addestratori di Israele e che la francese Safran, un'azienda operante nella difesa e nello spazio, sarebbe in procinto di acquistare Avio sborsando 3,3 miliardi di euro.

Queste notizie sono però piccola cosa rispetto all'annuncio che Orsi e i suoi collaboratori sperano di dare nei prossimi giorni sulla vittoria nella gara da 10 miliardi di euro per i 126 aerei che sta per chiudersi in India dove gli avversari più temibili sono i francesi di Dassault.

Le trombe sono più sommesse rispetto alla rivoluzione che il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica sta portando avanti a livello del management. Oltre al rumor che dà in uscita dal Gruppo Giovanni Bertolone, ex-amministratore di Alenia Aeronautica e direttore centrale Operazioni, si dice che presto sarà spedito a Mosca Paolo Pozzessere, il direttore commerciale che ha dovuto dimettersi dalla sua funzione dopo l'inchiesta di Napoli sui ricatti a Berlusconi in cui si è chiacchierato molto della modella Castaneda e di un contratto da 180 milioni a Panama.

I rumors più forti arrivano però dall'America perché nei circoli di Washington gira insistente la voce che Orsi vorrebbe fare un gran ribaltone al vertice della controllata Drs. In questo caso a farne le spese sarebbe Mark Newman, il manager che è entrato nel colosso americano delle armi nel 1973 e nel '94 è diventato presidente e amministratore delegato. Al suo posto potrebbe arrivare Bill Lynn, ex-sottosegretario alla Difesa e questa mossa servirebbe a Finmeccanica per recuperare terreno nei confronti dell'Amministrazione americana che nei giorni scorsi ha dato un taglio secco ai fondi destinati al Pentagono.

La domanda che gira ai piani alti di Finmeccanica è questa: basteranno gli squilli di tromba e gli avvicendamenti dei manager a stabilizzare la doppia carica di Orsi al vertice di Finmeccanica? La risposta è difficile e forse arriverà soltanto nei prossimi mesi, ma ci sono alcuni indizi che fanno pensare.

Tanto per cominciare sembra che al superministro dell'Economia, Corradino Passera, le linee del piano industriale che Orsi gli ha sottoposto ipotizzando il dimagrimento di alcune aziende anche a costo di licenziamenti, non siano piaciute. Addirittura, c'è qualcuno che nei corridoi del ministero di via XX Settembre parla di un consulto tra Passera e Franchino Bernabè per tastare la disponibilità del manager di Telecom a prendere il posto di amministratore delegato lasciando a Orsi la sola carica di presidente.

A quanto si sussurra Franchino avrebbe opposto un netto diniego sostenendo di avere altri progetti per uscire vittorioso dalle paludi incerte di Telecom. Una strada l'avrebbe indicata nella privatizzazione delle Poste (ammesso che avvenga) che sono solide, hanno la Banca del Sud, versano un utile di 1 miliardo l'anno allo Stato e gestiscono una piccola fetta della telefonia mobile. Le Poste sono comunque in buona salute e potrebbero entrare dentro Telecom diventando azionista nel momento in cui gli altri soci (prima di tutti Telefonica) si dichiarassero indisponibili a versare altro sangue nell'azienda italiana.

Non finisce qui: oltre a questa voci che circolano sempre nei corridoi del ministero, c'è chi continua a sottolineare il feeling tra l'ex-direttore generale oggi viceministro Vittorio Grilli e Alessandro Pansa, il numero due di Finmeccanica che il Tesoro ha voluto inserire anche nel consiglio di amministrazione della società.

Grilli è un fautore accanito delle privatizzazioni che ha vissuto la stagione gloriosa del '92 quando con Ciampi e Draghi di spezzatini se ne fecero tanti a prezzi di saldo. È chiaro che dopo l'intervento di ieri del "Full Monti" (come lo ha definito il "Financial Times" seguendo le orme di Dagospia) le ipotesi di spezzatini per Finmeccanica come per Eni ed Enel diventeranno attuali soltanto quando si aprirà la pagina delle privatizzazioni.

E qui qualcuno aggiunge che Pansa, d'intesa con Orsi, avrebbe già comunque messo in pista Goldman Sachs, la protagonista più nota nelle operazioni italiane del trio Ciampi-Draghi-Grilli.

Come si può capire ci sono molte ragioni per cogliere qualche tremolio sotto la poltrona di Giuseppe Orsi che peraltro non può più contare sull'appoggio della Lega anche se da parte dell'Udc di Cesa e Casini continuano ad arrivargli segnali incoraggianti. Non a caso uno dei suoi interlocutori preferiti per orientarsi nella giungla dei partiti è l'ex-senatore Franco Bonferroni, il politico che a novembre ha lasciato il Comitato di controllo interno di Finmeccanica per il presunto scandalo dei 200mila euro portati al tesoriere dell'Udc.

2- ARIA NUOVA NEI GIORNALI
Grandi manovra nel mondo dell'informazione. Mario Sechi sarebbe in partenza dalla guida del "Tempo" e l'editore starebbe cercando il suo sostituto. Impresa non facile per il vecchio editore Bonifaci visto che, anche con l'ultimo restyling, le copie non sono aumentate e la pubblicità diminuisce.

Inoltre con il nuovo stato di crisi il numero dei giornalisti si assottiglia ancora per via dei prepensionamenti. Cambio di guardia anche a Panorama. Giorgio Mulè viene dato in partenza per il Tg4 perché a Mediaset sarebbe prevalsa la linea di pensionare finalmente l'ottantenne Emilio Fede. Al posto di Mulè a Panorama si parla di Umberto Brindani che ha rilanciato "Oggi" e quindi sarebbe il candidato ideale per far riprendere copie e autorevolezza all'ex corazzata mondadoriana ormai surclassata da "Chi".

3- BOMBASSEI ALLA CAMOMILLA
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che gli uscieri di Confindustria dopo 24 ore di ricerche approfondite hanno trovato il nome dell'autore del manifesto-camomilla con cui Alberto Bombassei si è candidato al posto della Marcegaglia.

Non si tratta di un ragioniere della Brembo e nemmeno di Carlo Calenda, il manager vicino a Montezemolo. Né tantomeno Stefani Parisi, gran supporter del "Bomba".

L'autore è Giorgio Usai, l'uomo che a settembre si è dimesso da Confindustria dove ricopriva la carica di direttore per le relazioni industriali ed era il braccio destro di Bombassei nella lotta "dura e pura" contro la Cgil. A convincerlo di lasciare la carica fu la presidente Marcegaglia che stanca dell'oltranzismo anti-sindacale aveva messo accanto al 62enne pistoiese Usai una guardia del corpo "professionale" di nome Pierangelo Albini".

 

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