CHE CONTRAPPASSO PER PENATI - L'ECONOMISTA A CAPO DEL FONDO ATLANTE VIENE BACCHETTATO DA ''REPUBBLICA'', LO STESSO GIORNALE SU CUI LUI CRITICAVA LE 'OPERAZIONI SISTEMICHE' CHE DISTORCEVANO IL MERCATO: VENETO BANCA E POP.VICENZA FANNO 'DUMPING' SULLE BANCHE CHE SI SONO SVENATE PER SALVARLE, APPLICANDO DEI TASSI FUORI MERCATO
Leo Soto per www.formiche.net
Strano destino per Alessandro Penati, l’economista turbo liberista alla testa del fondo Atlante. In questi giorni il numero uno di Quaestio sgr, braccio operativo del fondo di sistema pubblico-privato orchestrato da un lato per rilevare le dissestate Veneto Banca e Popolare di Vicenza e dall’altro per comprare uno stock delle sofferenze del Monte dei Paschi di Siena, si vede al centro delle polemiche. Beninteso, nulla di personale. Anzi. La stima per il suo rigore accademico non è per nulla messo in discussione. Ma certo su prime mosse e operatività del fondo Atlante discussioni, dibattiti e critiche non mancano.
LA BACCHETTATA DI REPUBBLICA
Quella più a sorpresa arriva oggi da Repubblica, proprio il quotidiano dove fino a pochi mesi fa Alessandro Penati non esitava a stimmatizzare operazioni sistemiche, concorrenze sleali delle società statali, manovre delle fondazioni bancarie sempre viste come una sorta di longa manus di politici e partiti. Il quotidiano diretto da Mario Calabresi, con un fondo di Fabio Bogo, che cura l’inserto Affari&Finanza, si lascia andare a un rilievo non di poco conto sull’azione del fondo presieduto da Penati.
DUMPING CREDITIZIO?
Che cosa si legge nell’editoriale dell’inserto economico e finanziario del lunedì del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari? Secondo Bogo, la Popolare di Vicenza e Veneto Banca – i due istituti rilevati dal fondo Atlante – stanno “facendo raccolta sul mercato con una sorta di dumping sugli interessi corrisposti ai correntisti”. Ohibò. “Con il risultato – aggiunge l’editoriale di Affari&Finanza – che i tassi sensibilmente più elevati della norma stanno causando un esodo della clientela da quelle stesse banche che hanno finanziato Vicenza e Veneto Banca”.
REP PIU’ LIBERISTA DEL LIBERISTA PENATI
Poffarbacco. Una tostissima critica che giunge dunque – leggendo Repubblica – da chi ha dato vita al fondo Atlante, ossia dalle maggiori banche, dalle fondazioni riunite nell’Acri, dalla Cdp, dalla Sga già Banco di Napoli e da Poste (il peso del Tesoro, tramite società a controllo statale non è indifferente, come ricostruito da Formiche.net). E una eterogenesi dei fini – secondo i critici – rispetto a chi, come Penati, ha bacchettato per anni, anzi per decenni, il dumping delle società statali o a partecipazione pubblica, e che ora – secondo quanto scrive Repubblica – ha in corso una sorta di concorrenza sleale sui tassi contro i maggiori istituti di credito.
GLI SBUFFI DI GUZZETTI
Sarà anche per questo motivo che ha sbuffato anche nei giorni scorsi nei riguardi di Atlante anche il numero uno dell’Acri, Giuseppe Guzzetti? Il presidente dell’associazione che riunisce e rappresenta le fondazioni bancarie ha criticato però più che altro è stato restio a partecipare al fondo Atlante. Ma nelle parole di Guzzetti si rintracciano anche perplessità su quanto finora realizzato dal fondo rispetto alle aspettative, anche sul fronte delle sofferenze.
CHI C’E’ NEL MIRINO DELL’ACRI
Si ricorderanno, infatti, le parole pronunciate da Guzzetti lo scorso aprile: Con il Fondo Atlante “è finita la cuccagna” da parte degli speculatori “di portare via le nostre sofferenze al 18-20%” e così “fare l’affare del secolo”. Negli scorsi giorni il presidente dell’Acri non ha usato giri di parole contro chi non sta sostenendo a sufficienza e come atteso il fondo presieduto da Penati: Atlante? E’ uno strumento buono lasciato al suo destino Guzzetti, presidente dell’Acri, l’associazione delle Fondazioni che hanno messo 536 milioni in Atlante ha un rammarico: “Retrospettivamente avrei fatto meglio a non partecipare”.
PATUELLI PADOAN GUZZETTI VISCO
Il motivo? “Bisognava dare un pacco di miliardi ad Atlante per creare il mercato delle cartolarizzazioni e rompere l’oligopolio delle cinque grandi banche americane che comprano sofferenze a 13-17 centesimi”. I colpevoli? “Ci sono due banche straniere in Italia, Credit Agricole e Bnp Paribas, che non hanno fatto la loro parte”. A chi gli chiede del comportamento delle assicurazioni, Guzzetti risponde: “Chi si è comportato bene è stata Allianz, con serietà”. Un buffetto indiretto alle Assicurazioni Generali?