DOPPIO SCHIAFFO PER I LIGRESTOS (E NAGEL GODE) - PER IL GIUDICE IL “PAPELLO” CON LE RICHIESTE DI LIGRESTI A NAGEL NON HA VALORE GIUDICO E POI SEQUESTRATI, A FINE CONSERVATIVO, 120 MILIONI AI FIGLI DI DON TOTO’

Fabrizio Massaro per il "Corriere della Sera"

Segna un punto importante a favore di Unipol la causa civile di responsabilità contro la famiglia Ligresti per la passata gestione di Fonsai. Ieri il giudice Angelo Mambriani ha disposto il sequestro conservativo di 120 milioni a carico di Salvatore, Giulia e Jonella Ligresti e degli ex manager Fausto Marchionni e Antonio Talarico.

Ma nelle 110 pagine dell'ordinanza del tribunale di Milano è contenuta anche la prima valutazione di un magistrato sul «papello», cioè sul documento sottoscritto da Salvatore Ligresti e siglato dall'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, il 17 dicembre 2012. Ed è un punto altrettanto importante a favore di Nagel, indagato dalla Procura di Milano per ostacolo alla vigilanza per l'occultamento di questo documento nell'ipotesi che costituisca un patto parasociale .

Secondo il giudice Mambriani quel foglietto a quadretti scritto fronte e retro con i «desiderata» della famiglia per fare un passo indietro dal gruppo Premafin-Fonsai non vale dal punto di vista giuridico.

Né le pretese patrimoniali come i 45 milioni per la cessione del 30 per cento di Premafin; né il riconoscimento ai Ligresti di 700 mila euro a testa per cinque anni; né gli incarichi - per esempio a Mediobanca veniva chiesto un posto per Giulia alla Compagnie Monegasque - né le consulenze, i benefit e gli altri vantaggi come le vacanze gratuite al Tanka Village in Sardegna, hanno forza legale: «È arduo ipotizzare, allo stato e per quel che risulta agli atti di questo procedimento, l'esistenza in capo ai Ligresti di un credito fondato sullo scritto appena menzionato», scrive il giudice Mambriani.

«Ciò perché i Ligresti non dispongono a oggi del 30% di Premafin; è del tutto incerta e comunque decisamente contestata la volontà di controparte di obbligarsi e la riferibilità di tale volontà a Mediobanca; né Nagel né Mediobanca potevano disporre i cespiti di Fonsai o delle sue controllate». Anzi il papello è una «ennesima riprova della coesione della famiglia nella tutela e realizzazione dei personali interessi dei suoi componenti»

Per questi motivi i legali dei Ligresti (Marco Saverio Spolidoro per Salvatore, Luca Dambrosio per Giulia e Marco Benito Salomone per Jonella) non possono appellarsi al «papello» come a un credito dei Ligresti cui Unipol può attingere. «In sostanza il papello, allo stato, pare possa legittimare una mera aspettativa... non certo un diritto di credito e, a ben vedere, nemmeno un diritto contenzioso».

Anche sulla manleva legale, cioè sulla protezione dalle cause di responsabilità - che i Ligresti pretendono sia ancora valida nonostante sia stata modificata da Unipol - il giudice ha dato ragione alla compagnia assicurativa, dichiarandola inefficace almeno per quanto riguarda il sequestro.

Il tribunale ha invece accolto un'eccezione della difesa di Jonella (lo studio D&S) abbassando il sequestro a 120 milioni dai 400 richiesti dal commissario ad acta, Matteo Caratozzolo, che ha promosso la causa. Cuore delle contestazioni sono le operazioni immobiliari - a cominciare dalla vendita di Atahotels - e le altre operazioni di Fonsai con i Ligresti come «parti correlate»: per il giudice era stata costituita da Ligresti una «cabina di regia» per «pilotare» le operazioni immobiliari in danno di Fonsai e a vantaggio delle società della famiglia .

 

 

IL PAPELLO TRA NAGEL E LIGRESTI Alberto Nagel article ligresti salvatoreALBERTO NAGEL E SALVATORE LIGRESTISalvatore e Jonella Ligresti

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