1. PER INTESA SANPAOLO IL PROPRIO CREDITO IN NTV E' DIVENTATO UN ‘’INCAGLIO’’ (PRECEDE LA POSIZIONE A SOFFERENZA, RECUPERO COATTIVO DEL CREDITO DA PARTE DELLA BANCA) 2. PER LA SOCIETA' FONDATA DA LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO, DIEGO DELLA VALLE E GIANNI PUNZO E OPERANTE CON IL MARCHIO ITALO, UN DEBITO DA OLTRE 600 MILIONI DI EURO 3. GUAI PER MONTEZUMA ANCHE IN FERRARI: ELKANN E MARPIONNE NON ASPETTANO ALTRO CHE LA DECISIONE DI ACCETTARE LA NOMINA DI PRESIDENTE DI ALITALIA-ETIHAD PER CACCIARLO 4. SI FA STRADA COSÌ SOLUZIONE INTERMEDIA: MONTEZEMOLO POTREBBE ENTRARE NEL CDA DI ALITALIA SENZA DELEGHE, PER CONTINUARE QUELL’OPERA DI COLLEGAMENTO TRA L’ITALIA E GLI SCEICCHI CHE HA GIÀ SVOLTO NEI MESI SCORSI. SENZA OFFRIRE SPONDE A NESSUNO
1. NTV: PER INTESA IL CREDITO DIVENTA INCAGLIO, MORATORIA FINO A FINE ANNO
Radiocor - Per Intesa Sanpaolo il proprio credito in Ntv e' diventato un incaglio. E' quanto emerge dalla relazione semestrale depositata in serata. Nei giorni scorsi Ntv aveva fatto sapere di avere avviato un piano per la ristrutturazione del debito da oltre 600 milioni di euro e di aver affidato all'advisor Lazard il compito di redigere entro un paio di mesi l'operazione per la messa in sicurezza di Nuovo Trasporti Viaggiatori, la societa' fondata da Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle e Gianni Punzo e operante con il marchio Italo.
Nel dettaglio Intesa Sanpaolo segnala che il consiglio di gestione del 17 giugno 'ha aderito all'accordo di moratoria fino al 31 dicembre 2014 a favore della societa', avente ad oggetto capitale, interessi e commissioni previsti dai contratti di finanziamento e di leasing', ha poi classificato a incaglio i rapporti detenuti 'con alcune societa' del gruppo'.
MONTEZEMOLO E JOHN ELKANN jpeg
La Banca che e' anche azionista con il 20% di Ntv partecipera' anche a un 'nuovo equity commitment di complessivi euro 10 milioni', aderendo pro quota fino a un massimo di due milioni. Ancora, sono stati ripristinati gli accordi contenuti nei patti parasociali scaduti nel 2013 'per un periodo coerente con quello della manovra finanziaria'. Intesa Sanpaolo, infine, intende seguire da vicino la questione Ntv e, in questo senso, sembra possibile leggere la decisione di spostare la partecipazione da Imi Investimenti alla capogruppo.
2. E PER LA PRESIDENZA È REBUS MONTEZEMOLO “SOLO SENZA DELEGHE, MA PRIMA LA FERRARI”
Paolo Griseri per La Repubblica
Prima di tutto la Ferrari. Il messaggio che lascia filtrare in queste ore Luca Cordero di Montezemolo ha al centro la guida del Cavallino: tutto il resto è relativo. In sostanza, se l’ascesa al vertice dell’Alitalia (che per ora nessuno gli ha proposto ufficialmente) dovesse entrare in rotta di collisione con la permanenza a Maranello, Montezemolo non avrebbe dubbi a rimanere dov’è oggi.
Per una serie di motivi, che chiariscono meglio anche le ragioni del braccio di ferro sotterraneo tra l’Emilia e Torino di queste ultime settimane. E che, nei desiderata di qualcuno (ma non di John Elkann e Sergio Marchionne) potrebbero portare alla quotazione separata di Ferrari, fuori dal merger Fiat-Chrysler che dovrebbe nascere a ottobre a Wall Street.
cmt10 diego della valle gianni punzo
Che Montezemolo abbia avuto un ruolo importante nella nascita dell’alleanza Alitalia-Etiadh, è noto. Per i rapporti con gli sceicchi e i fondi sovrani del Quatar, quelli che hanno consentito la nascita del Ferrari village nel deserto di Abu Dhabi. E per il fatto di aver favorito i contatti tra gli emiri e i governi italiani, Letta prima e Renzi poi, desiderosi di mettere un freno al devastante deficit della compagnia di bandiera.
Elkann, Montezemolo, Botìn e Marchionne
Tutto questo spingerebbe il presidente di Maranello verso la guida di Alitalia. Ma l’operazione, fa sapere l’interessato, potrebbe avvenire solo a una condizione: che l’incarico non preveda ruoli operativi. Forse per evitare che qualcuno possa mettere in alternativa il suo ruolo di leader a Maranello con l’impegno nella nuova compagnia di bandiera.
Chi potrebbe prendere la palla al balzo? A Torino nessuno mette ufficialmente in discussione la presidenza della Ferrari anche perché è molto probabile che Montezemolo chiuda il 2014 con un altro utile record vicino ai 400 milioni. Certo, la scelta di estromettere lo stesso Montezemolo dal cda della futura Fiat-Chrysler non è piaciuta al numero uno di Maranello, più per i modi che per il merito.
MONTEZEMOLO IN BAHREIN SE NE VA PRIMA
Ma quel che sta rendendo davvero difficili i rapporti con Torino è l’idea che anche Ferrari debba sottostare alle regole di controllo della Borsa americana. Tanto che torna a circolare in queste ore l’ipotesi di una quotazione separata per il Cavallino, magari a Shangai.
Scenario che in Emilia sosterrebbero ormai apertamente mentre ancora a maggio a Detroit Marchionne lo ha escluso nella maniera più categorica. Non si vede infatti perché il Lingotto dovrebbe togliere dal nuovo titolo che verrà quotato a Wall Street il pezzo più pregiato. Se infatti Ferrari rimanesse fuori dal merger con Chrysler, quanto perderebbe l’azione di Fca? Ma forse Montezemolo avrebbe difficoltà a rimanere alla guida di una Ferrari americana.
Braccio di ferro di sostanza dunque, dall’esito non sicuro. In questo clima la scelta di accettare un incarico impegnativo fuori dal Cavallino potrebbe diventare un boomerang. Si fa strada così soluzione intermedia: Montezemolo potrebbe entrare nel cda di Alitalia senza deleghe, per continuare quell’opera di collegamento tra l’Italia e gli sceicchi che ha già svolto nei mesi scorsi. Senza offrire sponde a nessuno che voglia mettere in discussione il suo ruolo a Maranello.