
VAFFANBANKA! – ALLA POPOLARE DI VICENZA ALCUNI SOCI ERANO PIÙ UGUALI DEGLI ALTRI – NEL 2014, MENTRE MIGLIAIA DI AZIONISTI RESTAVANO INTRAPPOLATI, I CLIENTI VIP RIUSCIVANO A DISFARSI DEI LORO PACCHETTI – TRA I “FORTUNATI” GIUSEPPE STEFANEL E RENZO ROSSO DI DIESEL
di Vittorio Malagutti. Anticipazione da “L’Espresso”
Un gruppo di grandi soci della Popolare di Vicenza è riuscito a disfarsi delle azioni della banca poco prima che esplodesse lo scandalo e che i titoli venissero svalutati di oltre il 20 per cento. Le cessioni sono state gestite dall'istituto di credito veneto, che ha invece ritardato e spesso bloccato le richieste di vendita formulate da migliaia di risparmiatori. Lo scrive l'Espresso nel numero in edicola venerdì 6 novembre.
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L'elenco di questi soci venditori comprende imprenditori come Giuseppe Stefanel, patron dell'omonima azienda di abbigliamento, e il suo collega Renzo Rosso, inventore del marchio di moda Diesel. È riuscita a defilarsi anche la banca romana Ibl, che tra poche settimane esordirà sul listino di Borsa. Tutti sono passati alla cassa nel corso del 2014 o addirittura nelle prime settimane di quest'anno.
Dai documenti consultati da “l'Espresso” emerge che nel corso del 2014 sono stati venduti almeno una ventina di pacchetti azionari per un importo superiore al milione. In totale gli azionisti in uscita si sono liberati di azioni per circa 70 milioni. La Popolare di Vicenza, che ha chiuso l'ultima semestrale con una perdita di oltre un miliardo, non è quotata in Borsa, ma la banca gestisce un mercato informale dei propri titoli, diffusi tra oltre 100 mila soci.
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Tra gli azionisti che hanno ceduto in tutto o in parte le loro quote troviamo i fratelli Gianbattista e Giancarlo Dallicani, la famiglia Morato e Lino Diquigiovanni, tutti imprenditori ben conosciuti a Vicenza e dintorni. La Diesel di Renzo Rosso ha venduto nel 2014 per 3,2 milioni un pacchetto di azioni Popolare Vicenza comprate anni prima per poco più di 2,8 milioni.
Può festeggiare anche Giuseppe Stefanel: la sua holding Finpiave ha fatto retromarcia nel dicembre 2014 incassando oltre un milione di euro. Per la banca Ibl, controllata dalla famiglia romana D'Amelio insieme al manager Mario Giordano, si può invece parlare di una toccata e fuga. Un pacchetto di azioni del valore di 10 milioni di euro è stato comprato nel 2013 e poi rivenduto l'anno successivo.
Questi e altri azionisti, i cui nomi vengono rivelati nell'inchiesta de l'Espresso, sono quindi riusciti a liquidare il loro investimento, anche se gli scambi sui titoli della Popolare di Vicenza si sono di fatto bloccati nel corso del 2014 e migliaia di risparmiatori sono rimasti intrappolati. Per loro non c'è scelta: dovranno attendere l'esordio in Borsa della banca, previsto per l'anno prossimo. Secondo gli analisti, però, la quotazione non dovrebbe superare i 20 euro, contro i 62,5 euro del prezzo fissato a tavolino nel 2014 dalla Popolare, già svalutato nell'aprile scorso a 48 euro.