descalzi granata verdini amara

UNA FINE AMARA? - LA POSSIBILE "CADUTA" DI CLAUDIO DESCALZI, COINVOLTO NELL'INCHIESTA MILANESE OPL-NIGERIA, DAL VERTICE DELL'ENI, AVEVA SPINTO L’EX LEGALE ENI PIERO AMARA A COINVOLGERE DENIS VERDINI E INDIRETTAMENTE LUCA LOTTI – ‘’C'ERA UN PERIODO CHE IL RESPONSABILE DELLE RELAZIONI ESTERNE DELL'ENI, TALE CLAUDIO GRANATA, UNA PERSONA MOLTO INFLUENTE, AVEVA L'ESIGENZA DI CONOSCERE QUALCUNO, PERCHÉ C'ERA IL RISCHIO CHE DESCALZI POTESSE CADERE"

Saul Caia e Andrea Ossino per “il Fatto quotidiano”

 

descalzi

La possibile "caduta" di Claudio Descalzi, coinvolto nell' inchiesta di Milano Opl-Nigeria, dai vertici aziendali dell' Eni, aveva spinto l' avvocato Piero Amara ad interessarsi in prima persona coinvolgendo Denis Verdini e indirettamente l' ex sottosegretario Luca Lotti. Lo racconta lo stesso ex legale Eni nell' udienza di martedì a Messina del processo "Sistema Siracusa" che vede imputati l' ex senatore di Ala per finanziamento illecito ai partiti e Giuseppe Mineo, ex magistrato del Consiglio di giustizia amministrativa siciliano, per corruzione in atti giudiziari.

 

VERDINI LOTTI

Le dichiarazioni rese da Amara, che ha patteggiato nella Capitale una condanna a 3 anni di reclusione per corruzione e a rischio di un' altra richiesta di rinvio a giudizio a Messina, hanno permesso alle Procure siciliana e capitolina di aprire nuovi filoni d' indagine, anche sul Consiglio di Stato.

LOTTI E VERDINI

 

"Per tutti i temi che per me potevano avere rilevanza parlavo con Denis (Verdini, ndr) - spiega l' avvocato -, c' era un periodo che il responsabile delle relazioni esterne dell' Eni, tale Claudio Granata (non indagato ndr), una persona molto influente, aveva l' esigenza di conoscere qualcuno, perché c' era il rischio che Descalzi potesse cadere".

piero amara

 

Per questo motivo sarebbe stato organizzato un incontro, al quale avrebbero partecipato anche l' ex leader di Ala, "il responsabile delle relazioni esterne di Eni" e "una persona molto importante", di cui però non fa il nome in aula. Il trait d' union tra Verdini-Amara è Francesco Saverio Romano, già ministro delle Politiche agricole del governo Berlusconi.

Claudio Granata

 

A Verdini il testimone ha detto di aver erogato "in modo continuativo somme di denaro", "circa 260-300 mila euro", di cui "200 mila euro in contanti". Per Amara, Verdini diviene il passe-partout per dialogare anche con i vertici del Giglio magico di Matteo Renzi. "All' epoca Ala aveva un ruolo importante perché costituiva l' ago della bilancia nei rapporti con Forza Italia e con il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il sottosegretario Lotti."

 

A questo proposito si inserirebbe l' operazione Teletouch. "È una società costituita con Andrea Bacci, un imprenditore e finanziatore della corrente Renzi-Lotti.

All' epoca questa società aveva sviluppato una tecnologia che poteva essere implementata con Telecom".

GIUSEPPE MINEO

 

Ma l' avvocato aveva intravisto altre possibilità. "C' era l' esigenza di rafforzare la posizione di Marco Capuano all' interno di Telecom da possibili ingerenze - aggiunge Amara -, in più c' era Telecom Sparkle, una società che si occupava delle linee che collegano il traffico telefonico di Telecom. Era un' operazione importantissima per i vertici del Governo".

 

In un' aula gremita, l' avvocato ha parlato anche dei contenziosi al Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia che riguardavano Open Land e la Am Group, aziende a lui vicine, di cui si occupava il giudice Giuseppe Mineo, imputato per corruzione in atti giudiziari.

 

Amara avrebbe cercato di agganciarlo tramite l' ex governatore della Sicilia Giuseppe Drago. In seguito avrebbe proposto "Mineo come componente laico di nomina politica al Consiglio di Stato".

 

Per ottenere la nomina chiese l' intervento di Verdini: "Mi disse che aveva parlato con Lotti, in seguito però mi venne detto che Mineo aveva problemi disciplinari e per questo la nomina non andò in porto". Il giudice del contenzioso cambia, ma Amara non si perse d' animo.

Claudio Granata

 

"Il presidente era Claudio Zucchelli (non indagato, ndr), parlando con Verdini appresi che Zucchelli aveva avuto un incarico tecnico quando era al governo con il centrodestra e aveva buoni rapporti con Gianni Letta, quindi gli raccomandai entrambe le pratiche (Open Land e AM Group, ndr). Lui mi fece vedere gli sms che avrebbe inviato all' onorevole Letta per incontrare il presidente Zucchelli in relazione a queste vicende". Nonostante questo Amara continua ha nutrire un sospetto: "Ho avuto la sensazione che Verdini millantasse".

gianni letta e gianni de gennaro

Ultimi Dagoreport

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…