angela merkel

SE QUESTE SONO LE LOCOMOTIVE… – TERZO RISULTATO NEGATIVO CONSECUTIVO PER LA PRODUZIONE INDUSTRIALE TEDESCA, CHE AD AGOSTO HA PERSO LO 0,3% – GIÙ ANCHE CONSUMI INTERNI E FIDUCIA. SE TRUMP DECIDE DI CONTINUARE CON LA LINEA DURA DELLE TARIFFE PER ANGELONA SAREBBERO GUAI SERI...

Antonio Grizzuti per “la Verità”

merkel alle celebrazioni per la riunificazione tedesca 1

 

Da locomotiva d' Europa a sorvegliato speciale. Non è un bel momento per l' economia tedesca, stretta tra l' incudine della crescente incertezza politica interna e il martello dei dazi minacciati dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Ovviamente parlare di crisi è prematuro, ma se tre indizi fanno una prova si può affermare senza timore di smentita che la Germania sta attraversando un fase assai delicata.

 

Forse il dato più preoccupante è quello reso noto ieri relativo alla produzione industriale, che ha fatto registrare il terzo risultato negativo consecutivo. Nel mese di agosto l' indice ha segnato una flessione dello 0,3% rispetto al mese precedente, e dello 0,1% rispetto allo stesso mese dell' anno precedente.

 

ANGELA MERKEL

Il dato ha spiazzato gli analisti, che si aspettavano invece un rialzo dello 0,4%. Nel mese di luglio la produzione industriale aveva segnato un' altra importante battuta d' arresto, facendo registrare un calo dell' 1,3% rispetto al mese di giugno.

 

Fonti ministeriali hanno spiegato che il dato è stato influenzato dal rallentamento della produzione nel settore automobilistico, alle prese con gli adeguamenti al nuovo standard di emissioni (Wltp). Per contro, gli ordinativi dell' auto nel mese di agosto sono saliti del 2%, rispetto al -0,9% di luglio. Secondo Berlino, un segno confortante del fatto che il mercato si avvia a tornare verso la normalità. Nonostante tutto, le ferite dello scandalo Dieselgate rimangono ancora aperte.

 

angela merkel mercedes

Prova ne è il fatto che le vendite globali di Mercedes-Benz, controllata da Daimler, sono calate ad agosto dell' 8,5% (unico mercato in controtendenza positiva è la Cina, a spiegare la particolare attenzione di Berlino nei rapporti con Pechino). E intanto è notizia di ieri che, dopo aver ricoperto per 14 anni questo ruolo, il chief financial officer di Daimler, Bobo Uebber, lascerà il posto a dicembre 2019.

 

Altra nota stonata è rappresentata dal calo dell' indice Sentix, che misura la fiducia degli investitori nell' area euro. Il Sentix è dato in calo a ottobre a 11,4 punti, rispetto ai 12 di settembre, per via delle «discussioni sul settore automobilistico in Germania», ma anche per le «incertezze sulla futura politica fiscale del governo italiano».

 

PRIMA PAGINA DI LIBERO SULLA MERKEL - LA CULONA SI E SGONFIATA

La scorsa settimana le case automobilistiche tedesche e il governo hanno raggiunto un accordo per la riduzione dell' inquinamento delle vetture diesel. L' esecutivo guidato da Angela Merkel avrebbe chiesto uno sforzo ai produttori per offrire ai clienti generosi incentivi commerciali, ma se da un lato queste misure potrebbero contribuire a un incremento nei volumi delle vendite, dall' altra rischiano di erodere i margini di profitto per le case automobilistiche.

 

L' altro segnale poco incoraggiante è rappresentato dal secondo calo consecutivo delle vendite al dettaglio, scese ad agosto dello 0,1% rispetto al mese precedente. Anche in questo caso, per contro, la previsione di consenso era data in rialzo dello 0,4%. Nonostante il dato negativo, su base annua l' andamento delle vendite rimane positivo, con un incremento dell' 1,6%. Quelli che a prima vista potrebbero sembrare solo degli scricchiolii, in realtà sono avvertimenti che tengono in apprensione il governo. Tant' è che, alla luce di queste cifre, l' esecutivo ha deciso di rendere note nella giornata di giovedì le nuove stime per la crescita.

 

trump e merkel 3

A prescindere dai movimenti di decimali, ciò che preoccupa maggiormente Berlino è la politica commerciale degli Stati Uniti. Se Donald Trump dovesse decidere di proseguire con la linea dura annunciata fino a oggi, sarebbero guai seri per la Germania. Fino a oggi l' impatto delle minacce sui dazi è stato relativamente limitato.

 

Tuttavia, un rapporto elaborato per conto del governo tedesco da parte dei principali istituti di ricerca economica nazionali avverte che il progredire di un' escalation nel conflitto delle tariffe potrebbe condurre Berlino e l' Europa intera sull' orlo di una temibile recessione.

Una situazione che si rifletterebbe sia in termini di severi tagli all' occupazione, ma anche e soprattutto sull' andamento della crescita.

 

Ma non c' è solo The Donald a turbare il sonno della cancelliera. Tra i fattori di stabilità individuati dagli studiosi, anche le crisi economiche in Argentina e in Turchia, e l' immancabile Brexit. Tutti elementi che, sostiene il rapporto, dovrebbero incidere negativamente sull' economia già a partire da quest' anno.

ERDOGAN MERKEL

 

I ricercatori concordano, infatti, in un taglio nelle previsioni della crescita per il 2018, che dovrebbe calare dal previsto 2,2% a un più modesto 1,7%. Analoga previsione al ribasso è stata elaborata proprio in questi giorni dalla Bdi, la Confindustria tedesca, che martedì scorso ha ridotto le cifre relative alla crescita dal 2,25% al 2%.

 

Nell' elaborare le sue previsioni, la Bdi invita a non sottovalutare anche i fattori interni, come il malcontento popolare per l' immigrazione e la crescente popolarità dei movimenti di estrema destra.

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