vittorio colao

QUALCUNO HA NOTIZIE DELLA RETE UNICA? - L’APPROVAZIONE DEL RECOVERY FUND HA MESSO IN PAUSA IL PROGETTO SULLA BANDA ULTRA LARGA: COLAO VUOLE PUNTARE SULLE GARE PER LE RETI - LA PRIORITÀ DELLA POLITICA AL MOMENTO È UN’ALTRA: IL CLOUD NAZIONALE, SU CUI È SCESA IN CAMPO FINCANTIERI, MA TIM E LEONARDO STANNO STUDIANDO UNA POSSIBILE ALLEANZA. E CDP? IL TEMPO STRINGE...

 

Claudio Antonelli per “La Verità”

 

VITTORIO COLAO

Da qualche mese sui giornali non si legge più tanto di rete unica. Il trend è andato ancor più scemando dopo l' approvazione del Recovery (ieri la Commissione ha raccolto 20 miliardi con i primi bond) che ha cristallizzato la situazione. Senza però prendere una strada univoca sul tema della banda ultra larga e dell' infrastruttura unica delle Tlc.

giancarlo giorgetti bruno le maire

 

Il paragrafo di competenza del ministero diretto da Vittorio Colao cita infatti gare con fondi dedicati ad hoc per le reti. Il plurale lascia intendere che non dovremmo aspettarci una contrapposizione tra Tim e Open fiber come accaduto in passato. Non bastasse, Colao ha più volte precisato che l' importante è portare Internet in tutta Italia: se non sarà possibile con la rete, si troveranno modalità alternative. Quali? Sarebbe interessante saperlo. Perché il gap di Open fiber permane e molte aree del Paese resteranno arretrate a lungo.

 

Giuseppe Bono

La priorità della politica però adesso è un' altra. Si tratta del cloud nazionale. Un progetto che nel suo insieme cuba una spesa da qui al 2026 di circa 6 miliardi di euro. Un intero paragrafo del Pnrr che mira a mettere i dati della pubblica amministrazione nella nuvola di Internet. Con l' obiettivo di far dialogare enti e istituzioni e rendere efficiente anche il pubblico più recalcitrante. Si tratterà di far dialogare ministeri ma anche Regioni e Comuni. Poi si affronterà il comparto giustizia e infine quello più delicato della Difesa. A vigilare su tutto sarà la nuova agenzia di cyber security, ma a «mettere a terra» la migrazione dei dati e la successiva gestione dovrebbero essere aziende private.

 

luigi gubitosi al convegno di fratelli d'italia sulla rete unica

In campo è scesa Fincantieri che ha costruito una forte alleanza con Amazon web services e con Almaviva. Un trio che copre i nulla osta di sicurezza, il know how più evoluto e pure il service management. L' idea di Giuseppe Bono è quella di mantenere le chiavi del sistema in Italia e avvalersi di tecnologia americana, replicando il modello ponte di Genova.

 

Dall' altra parte c' è Tim, che assieme a Google si pone come interlocutore secondo uno schema differente che replica un po' le dinamiche francesi. Non tanto perché poche settimane fa Colao ha incontrato il collega d' Oltralpe Bruno Le Maire proprio per parlare di sinergie Italia e Francia in tema di cloud, ma perché lo schema adottato da Parigi prevede un sistema di fiducia protetto dalla legge Ue e da quella francese, che però si muove su licenze di player stranieri. Una strada che molti analisti sconsigliano per l' Italia, perché rischierebbe di aprire a una serie di contenziosi (da parte degli esclusi) e al rischio, sebbene teorico, di non avere in mano le chiavi del sistema. Roma non è Tel Aviv e non abbiamo il Mossad che tratta e vigila al posto nostro.

Alessandro Profumo

 

Infine, attorno al tavolo del cloud si è seduta Leonardo che a sua volta ha chiuso un accordo di collaborazione con Microsoft. Quale strada vorrebbe prendere Alessandro Profumo è presto per capirlo, però in queste ore sono in corso interlocuzioni con Tim.

 

L' idea è rafforzarsi per fornire a Colao un interlocutore diretto e unico. Il memorandum non andrebbe a escludere ovviamente i partner americani. Al contrario, punterebbe a creare sinergie e ampliare l' economia di scala.

draghi colao

 

A quel punto Colao si troverebbe di fronte a scelte difficili. Come imbastire la gara di affido? Già i tempi sono strettissimi. Spezzetterebbe il cloud? Da una parte la Pa e poi degli ambienti separati per Giustizia e Difesa? E se poi non si parlano? Ma soprattutto dovrebbe prima rendere pubblica la scelta sul modello da adottare.

 

dario scannapieco 2

Si tratta di garantire non solo la sicurezza del Paese ma di fare in modo che l' Italia porti avanti la tecnologia acquisendola da fornitori ma gestendola in proprio. Troppi interrogativi per un ministro che è un grande esperto di Tlc ma non è un nativo del cloud. Così potrebbe entrare in pista Cassa depositi e prestiti. Da questa settimana sulla scrivania di Dario Scannapieco, ad dallo scorso 1° giugno, arriverà il fascicolo del progetto. Una richiesta di interessamento. Andrà studiato.

 

L' idea che potrebbe trovare l' accondiscendenza di alcuni player (anche quelli nazionali più piccoli) e del governo sarebbe quella di valutare una entità giuridica partecipata da Cdp e da tutti gli attori che si sono affacciati al tavolo.

 

VITTORIO COLAO AL QUIRINALE CON IL TROLLEY

Bisognerebbe aggiungere anche il ruolo di Sogei che potrebbe fare da coordinatore tecnico. In questo caso il ruolo di Cdp sarebbe limitatamente finanziario ma soprattutto di capo cordata. Sotto: Fincantieri, Tim e Leonardo e poi altri fornitori. In questo modo si potrebbe anche pensare a un cloud di Stato senza una gara che metta in contrasto i colossi della Difesa e delle Tlc. È chiaro che se Tim e Leonardo si fidanzassero, Fincantieri resterebbe sul fronte opposto.

giancarlo giorgetti

Ci sono però poche settimane per avviare un progetto miliardario ed estremamente complesso. Stavolta non possiamo permetterci errori.

 

Grazie a Giuseppe Conte abbiamo già messo soldi per Autostrade dando la buona uscita ai Benetton ma soprattutto garantendo ai fondi esteri i benefici delle rendite e ai cittadini gli oneri dei pedaggi.

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