LA RICOSTRUZIONE DEL DISASTRO - UN BLOGGER ESPERTO DI VELA PRENDE I DATI UFFICIALI E TRACCIA LA FOLLE ROTTA DELLA COSTA CONCORDIA: “IL COMANDANTE DICE DI ESSERE PASSATO A 300 METRI DAGLI SCOGLI. IN REALTÀ ERANO 20 METRI DALL’ULTIMO SCOGLIO EMERSO. LA NAVE HA PRESO LE ROCCE CON LA VIRATA CHE L’AVREBBE PORTATA A SFILARE DAVANTI AL PORTO DEL GIGLIO” - “MA LA MANOVRA SUCCESSIVA, CALARE L’ANCORA PER METTERE LA NAVE IN TESTACODA, FACENDO EMERGERE IL LATO CON LA FALLA, È STATA BRILLANTE E HA SALVATO 4000 PERSONE”…

Da "Velasenzaparole.com" di ieri, 15 gennaio 2011

Ho cercato in rete una ricostruzione decente di quanto accaduto alla nave da crociera. Purtroppo un conto e' dare le notizie cosi' come arrivano, un conto e' cercare di capire cosa possa essere avvenuto. Mettendo insieme i pezzi, mi sono fatto la seguente idea.

Rotta della Costa Concordia. Qui la prova esiste, ed e' evidente, il sito Marine Traffic, traccia la rotta di tutte le navi, a patto che siano raggiunte da una stazione costiera appartenente al network. Tuttora visibile mentre scrivo, la traccia e' questa:

Quindi, nessun dubbio sulla rotta intenzionale di avvicinamento al Giglio, come del resto tradizione testimoniata da questo carteggio, tra un comandante della linea ed il direttore di Giglio News (grazie a Gianluca Nicoletti ed a La Stampa). Si evidenzia un reciproco piacere nel passaggio radente l'isola, da parte degli isolani nel salutare un gigante del mare (quasi 300 metri di lunghezza) e nei passeggeri e nel comandante nel vedere la terra cosi' vicina.

Ma c'e' di piu'. Infatti le posizioni sono corredate da velocita', orario e prua. Quindi sappiamo che fino alle 20,33 (UTC, 21,37 locali), stava viaggiando a 15,4 nodi, con rotta 276, puntando cioe' a Sud del porto, verso Cala delle Caldane.

4 minuti dopo, alle 20,37UTC la velocita' e' sempre elevata, ma la rotta e' 285. Si trova a meno di 2 miglia dalle rocce. La nave ha iniziato la virata che nelle intenzioni del comandante, avrebbe dovuto portarla a costeggiare l'isola.

Qui la traccia si interrompe. E' probabile che la stazione AIS che ha trasmesso i dati al sito Marine Traffic si trovi proprio a Giglio Porto e sia caduta in ombra nel tratto sotto la montagna.

Comunque, tutto lascia pensare che abbia colpito, secondo Repubblica alle 21,45, il bassofondo roccioso delle Isole Le Scole.

La nave pesca 8,2 metri, ma dalle foto che si sono viste, ha urtato sul fianco sinistro, poco sotto la linea di galleggiamento. E' certo che fosse troppo vicino alla costa, la legge vieta la navigazione a meno di 300 metri dalla riva. Lo stesso comandante nella intervista al TGCom, parla di 100-200 metri dagli scogli, poi si corregge e dice 300, probabilmente per non incolparsi.

In realta, la nave e' passata a meno di 20 metri dall'ultimo scoglio emerso, a meno di non voler accettare la tesi che in una zona cosi' battuta non ci fosse uno scoglio non segnalato. Ecco, io questo non lo posso escludere a priori, ma se il comandante fosse stato davvero a 300 metri dalla costa, cioe' dalle Scole, questo scoglio avrebbe dovuto emergere da un fondale di 30-50 metri fino ai 2-3 di dove lo si vede attualmente, incastrato nell'opera viva di questa sfortunata nave (da Il Post, AP Photo/Gregorio Borgia)

Un pinnacolo sconosciuto alle mappe? dubito. Credo invece che una banale immersione anche in apnea davanti alle Scole mostrerebbe evidenti tracce dell'impatto e la fresca frattura sulla roccia. Dunque tutto cio' sara' presto e facilmente accertato, mi auguro.

La zona dove ha impattato (STRINGER/AFP/Getty Images) sembra molto vicino alla poppa.

La nave evidentemente stava ancora curvando quando ha colpito gli scogli e li ha presi non con la prua ma "scodando". La virata che doveva portarli a sfilare davanti al porto e' passata troppo vicino a Le Scole e se ne e' portata via un pezzo.
Ingrandendo la zona del porto si notano altri 3 rilevamenti, sono delle 20,53, 20,58 e 21,02. La velocita' e' 2,9 nodi, poi 1,4, infine 1,1.

La nave si sta incagliando? non credo, credo piuttosto che abbia dato ancora, come peraltro testimoniato dalle cronache, nell'intento di arrestare la nave, farla ruotare (quello che hanno chiamato "testacoda") a mandarla verso terra. Questa e' una manovra brillante, che ha salvato la vita a 4000 persone e forse anche la nave. Ha permesso di non farla affondare e, forse fortunosamente, di far emergere la frattura, impedendo l'ingresso di altra acqua. La nave infatti e' adagiata sul fianco opposto a quello dell'urto, in conseguenza dell'incaglio. C'e' una foto notturna nella quale si vede ancora quasi diritta, probabilmente e' ancora in movimento (AP Photo/Giorgio Fanciulli, Giglionews.it)

Conclusioni? Manovra da bullo, come dice Libero, eseguita pure male, dico io.

 

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